giovedì 28 settembre 2017

pc 28 settembre - Raffinerie Isab Priolo: la Lukoil vende e mette a rischio 1000 operai

La messa in vendita della raffineria di Melilli è una specie di vendetta per il sequestro di questa estate da parte della magistratura che ha riscontrato livelli di inquinamento tali da mettere in pericolo la vita degli operai e di chi abita nelle vicinanze dell’azienda petrolifera.

La Lukoil non è affatto interessata all’aspetto sicurezza, e invece di investire nella riqualificazione e nel risanamento ambientale e industriale, preferisce rinunciare all’affare che tanto aveva cercato negli anni passati, per l’importanza dello stabilimento.

Come conferma l’Ansa: “Lukoil ha già illustrato i dati tecnici e finanziari sul complesso a potenziali acquirenti. I russi hanno acquistato il 49 per cento di Isab da Erg nel 2008, diventandone unici azionisti sei anni più tardi. Il complesso Isab, situato sulla costa est della Sicilia con oltre 1.000 dipendenti, include due raffinerie, gli impianti Nord che ricadono sul territorio di Melilli e gli impianti Sud nell’area del Comune di Priolo. Entrambe sono connesse da un oleodotto con una
capacità di circa 320 mila barili al giorno di greggio, cisterne di stoccaggio con una capacità di 3,7 milioni di metri cubi e tre terminal marini. Il prodotto è proveniente dal Mar Nero, Medio Oriente e Africa e viene trasformato in gasolio, benzine e kerosene. «Tra gli elementi di forza - scrive il Giornale di Sicilia - anche l'impianto di cogenerazione a ciclo combinato che ha una capacità di produzione di 540 megawatt».”

Ma il capo della Lukoil fa addirittura dell’amara ironia visto che “suggerisce” anche chi potrebbe essere interessato all’acquisto della raffineria… “Alcune delle principali società statunitensi di settore, ma anche fondi di investimento internazionali e una società di un paese del Golfo sarebbero interessati ad acquistare dalla compagnia petrolifera russa Lukoil la raffineria ISAB in Italia. Lo ha detto il ceo di Lukoil, Vagit Alekperov sottolineando in particolare come la raffineria italiana potrebbe risultare strategica per una delle compagnie di uno Stato del Golfo persico interessata "ad un posizionamento stabile in Europa". Come riporta lasicilia.it di Catania.

Sul “tavolo” adesso c’è il futuro degli oltre mille operai che devono tenersi il posto di lavoro e prepararsi a combattere anche sulle pretese che chiunque si appresti a comprare l’azienda avrà a proposito delle prescrizioni della magistratura sul risanamento e che naturalmente diventeranno oggetto di “trattativa” sulla pelle degli operai.

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