Il “modello Palermo” inventato da
Orlando per vincere le elezioni amministrative (che consiste nel mettere
insieme tutto ciò che è possibile, quelli che vengono da “sinistra” e quelli da
“destra” pur di vincere le elezioni) è
servito a lui a ridiventare sindaco per la quinta volta con lo slogan “il mondo
è cambiato”, ma dopo i primi 100 giorni “pare tutto fermo” come dice l’architetta
Rosanna Pirajno in un articolo della Repubblica, e questa affermazione riassume
anche il sentimento generale innanzi tutto delle masse proletarie della città.
All’Amministratore “per
eccellenza” viene detto che la città sembra “non governata”! perché, tra l’altro,
affonda ancora nell’immondizia puzzolente e nel caos inquinante del traffico…
I “problemi” elencati dalla
giornalista, da un lato sono esattamente gli stessi di prima delle elezioni, e
poi sono solo una parte di quelli che davvero opprimono chi in questa città ci abita e prova a viverci, e quindi non solo rifiuti, movida…
poi sono solo una parte di quelli che davvero opprimono chi in questa città ci abita e prova a viverci, e quindi non solo rifiuti, movida…
La verità è che se metà dei
cittadini ancora va a votare dando “legittimità” il potere, questo stesso viene
platealmente delegittimato dall’altra metà e più! Questo potere, in questo caso
impersonato da Orlando, non è più in grado, e lo ripetiamo da tempo, di dare
risposte anche a bisogni più semplici, oltreché fondamentali come l’igiene
cittadina… per non parlare della sanità, la scuola, i servizi in generale e
laddove il Comune si allarga sulla questione del lavoro anche rispetto alla
disoccupazione…
La negazione di questi “servizi”
da parte di Orlando, così come di altri sindaci, non è dovuta certo solo a cattiva
volontà, ma più concretamente anche alla cosiddetta mancanza di fondi, quelli
che il governo progressivamente taglia agli enti locali, e che impediscono
anche di fare eccessive promesse in campagna elettorale; a ciò si aggiunge il
fatto che questi sindaci e amministratori locali rappresentano una burocrazia
parassitaria che a tutti i livelli si è “incartata”: non riescono a risolvere
un problema, ti allargano le braccia in segno di resa… basti pensare che solo
per eleggere i presidenti delle varie commissioni al Comune di Palermo c’è
voluto qualche mese! Un consiglio dove già si è scatenata una specie di lotta di
tutti contro tutti con cambi di posizione e immediate defezioni tra gli stessi
partiti… la verità è che l’attenzione principale di tutti questi “eletti” viene
posta sulla poltrona che una volta ottenuta diviene un’ossessione, l’unico
pensiero che li guida è quello di come mantenerla! Tutto questo contribuisce ad
accentuare la farraginosità già presente nel sistema.
Infatti, le domande riportate dal
quotidiano sono di questo tipo: “Ma cosa è accaduto durante questi primi tre
mesi? La nuova giunta funziona? “Ci aspettavamo di più”, dicono associazioni
operatori culturali e artigiani lamentando che la città sembri “non
governata”.”
“Orlando sa bene che cresce il
malcontento, tant’è che una settimana fa ha riunito l’esecutivo: ha dettato le
scadenze – entro il 10 ottobre riorganizzazione degli uffici (per renderli
funzioni alle nuove deleghe), approvazione del bilancio (per sbloccare la
spesa) e nomina dei nuovi vertici delle partecipate – e ha varato un piano di
pulizia straordinario con Rap e Reset.”
Questo caos viene imputato a
Orlando perché, tra l’altro, si dice, forte del risultato del “modello Palermo”
è impegnato nell’altra campagna elettorale, quella regionale del 5 novembre. Dopo
questo esperimento infatti il Pd e altri partiti hanno sperato di usare lo
stesso metodo per vincere e hanno affidato a lui il compito di ripetere il “miracolo”.
Orlando si è messo al “lavoro” ed è riuscito perfino ad imporre alla coalizione
del Pd e di Alfano, il rettore dell’Università Micari come candidato.
“… ma il cuore dell’attività di un sindaco
deve essere la città” - continuano i delusi – “Palermo è più sporca, la
gestione delle isole pedonali più disordinata. Non me lo aspettavo: visto che è
una conferma, pensavamo che la macchina non avesse bisogno di rodaggio”.”
Questo è ciò che dicono i suoi
ammiratori, quello che dicono le masse popolari non possiamo ripeterlo! Stiamo
parlando dei senza casa, dei senza lavoro, soprattutto giovani e donne a
migliaia, degli ambulanti perseguitati dai vigili urbani, dei ragazzi disabili
che ancora non vanno a scuola…
Ma Orlando ha sempre un asso
nella manica, per sviare l’attenzione di tutti sui veri problemi, è riuscito a
vincere la contesa per far nominare “Palermo capitale della cultura 2018”!
Come si vede, questo “modello
Palermo” può anche servire alla borghesia talvolta per vincere le elezioni, ma sicuramente
non per migliorare le condizioni di vita e di lavoro dei proletari e delle
masse popolari, per questo serve mettersi all’opera di buzzo buono per costruire
un altro “modello”!
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