mercoledì 21 giugno 2017

pc 21 giugno - E' QUESTO SCIOPERO DELLE DONNE CHE HA FATTO E CONTINUERA' A FAR PAURA AI PADRONI

DALL'EDITORIALE DEL DOSSIER "tantedipiù" 
(il dossier si può ricevere scrivendo a: mfpr.naz@gmail.com 

"Centinaia di migliaia sono le donne che hanno scioperato e manifestato l'8 marzo nello sciopero globale delle donne...
Uno sciopero delle donne contro padroni, governo, i miserabili sindacati confederali, la stampa borghese, gli uomini che odiano le donne; così come contro le donne borghesi, le donne al potere in governi, istituzioni, partiti parlamentari - che sono nostre nemiche giurate. In questo sciopero delle donne, sono state le operaie, le lavoratrici, le tantissime precarie, a rendere la parola d'ordine un VERO sciopero, con coraggio, orgoglio, dignità, rischiando in prima persona...
Anche se nel panorama delle tantissime donne, ragazze, scese in piazza in tutt'Italia, le lavoratrici sono ancora una “entusiasmante-pesante” minoranza, nel loro impatto di rottura con questo sistema del capitale, del suo “ordine sociale costituito”, fatto di oppressione, discriminazione verso le donne, e spesso accettato anche nel movimento sindacale, negli stessi lavoratori, nelle famiglie, hanno portato la voce di ribellione più forte delle donne, hanno rappresentato la maggioranza delle donne, l'insieme dei bi/sogni delle donne (espressa dalla
piattaforma costruita nelle lotte dal Mfpr), e hanno portato la “marcia in più”, quella “indomabile”, “inconciliabile”, che non si può fermare, con qualche legge, intervento del governo (tra l'altro oggi, nella fase di moderno fascismo, sempre più impossibili: Minniti usa i fondi sociali per finanziare non certo i centri antiviolenza ma le loro politiche razziste e imperialiste antimmigrati, di interventi militari).
Lo sciopero delle donne, quello vero, poteva essere più grande, più numeroso, se l'8 marzo molte realtà del movimento “Non una di meno” non avessero tutto puntato solo sulle manifestazioni e iniziative di piazza, di fatto lasciando senza indicazione le lavoratrici e svuotando l'impatto e il significato dello “sciopero delle donne”...
Le donne proletarie fermandosi realmente sui posti di lavoro, e fuori, hanno lanciato il forte messaggio: non è che l'inizio, nulla e nessuno potrà fermare la 'marcia in più', che abbiamo innescato; uniremo la nostra lotta a quella generale perché tutta la vita deve cambiare! Noi abbiamo portato il “rosso”, perché è il colore del sangue delle nostre sorelle uccise, violentate, morte di lavoro, di non lavoro, malate per il lavoro in casa che esaurisce; ma è anche il colore della nostra lotta, per spezzare non una catena ma tutte le catene, per un mondo nuovo senza sfruttamento, oppressioni, femminicidi, discriminazioni.
Uno sciopero, e non rituali imbellettati, a cui parte del movimento femminista borghese e piccolo borghese ci aveva abituate. Uno sciopero arma di lotta di classe e di donne, per continuare a seminare ora, ribellione e organizzazione, per rendere il nostro bi/sogno di rivoluzione una marcia reale – che faccia preoccupare, faccia paura ai padroni, ai governi, agli Stati, agli uomini che odiano le donne - e dentro di essa l'indispensabile rivoluzione nella rivoluzione...."

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