Sulla Tunisia immaginaria che
nessuno conosce…
Lo scorso 12 e 13 Giugno il
presidente della repubblica tunisina Essebsi si trovava a Berlino in occasione
della Conferenza sul partenariato G-20 – Africa (i primi di luglio si terrà il
G20 ad Amburgo).
In questa occasione il presidente
ha dichiarato che la Tunisia con il suo tasso di crescita è da paragonare più
ad un paese europeo che ad un paese africano…
Dichiarazione quanto mai
controversa in un momento in cui il paese è praticamente in ebollizione sociale
da anni, le proteste sociali e gli scioperi si susseguono dalla fine della Rivolta
Popolare del 2010/2011.
Il tasso di disoccupazione reale
rimane stagnante al 30% con punte del 50% in alcune regioni come Tataouine e
Kasserine.
una delle tantissime manifestazioni di protesta nel Paese
Da ricordare che proprio da
Kasserine a inizio 2016 è scoppiata una rivolta che in pochi mesi si è estesa
in tutto il paese sulla falsa riga di quella del 2010-2011 e con le stesse
rivendicazioni, a Tataouine si è da poco concluso un accordo (giusto l’altro
ieri, due giorni dopo queste dichiarazioni) dopo un sit-in permanente durato
per ben 3 mesi che ha paralizzato tutta la regione e la produzione di petrolio,
dove lo stesso Essebsi ha inviato l’esercito perché venisse ripresa
l’estrazione interrotta dai manifestanti.
Per non parlare dell’inflazione
galoppante con conseguente aumento dei prezzi dei beni di prima
necessità con l’effetto che un popolo già afflitto da disoccupazione e povertà si vede impoverire ulteriormente.
necessità con l’effetto che un popolo già afflitto da disoccupazione e povertà si vede impoverire ulteriormente.
Inflazione causata anche dalle politiche
economiche valutarie intimate dal Fondo Monetario Internazionale che ha
suggerito un deprezzamento del dinaro tunisino (fino ad un paio di anni fa
bastavano 2,30 dt per comprare un euro adesso ne servono quasi 2,80).
A tutto ciò si aggiunge che la
Tunisia in questi giorni è stata descritta come uno dei paesi al mondo in cui
vengono violati gravemente i diritti dei lavoratori. Infatti 2 giorni dopo
queste dichiarazioni, l’ennesimo sciopero è stato lanciato a Metlaoui (bacino
minerario di Gafsa) bloccando la produzione di petrolio. I lavoratori chiedano
che gli venga versato il salario e che vengano reintegrati tre dei loro
compagni sospesi… perché scioperavano per questa legittima rivendicazione!
Concediamo al presidente che
effettivamente anche in alcuni paesi europei i livelli di disoccupazione stanno
aumentando vertiginosamente e in alcune aree i tassi sono simili a quelli
tunisini, per non parlare delle libertà sindacali e dei diritti dei lavoratori
sempre più sotto attacco (vedi il settore della logistica in Italia come caso
emblema di questi giorni o la vicenda della Loi du Travaille in Francia).
Mentre veniva rilasciata questa
dichiarazione controversa il Fondo Monetario Internazionale dichiarava di
“concedere” un ulteriore credito di 314,4 milioni di dollari per premiare la
“buona volontà” della Tunisia per aver intrapreso la strada di queste riforme
suggerita dal FMI stesso.
Si tratta di un ulteriore “cappio
al collo” che farà aumentare il debito estero del paese dato che questo credito
dovrà essere restituito con gli interessi nel medio termine.
Quindi al di là delle velleità o
frasi ad effetto del presidente, la Tunisia ha una grande differenza rispetto
ai paesi europei: dalla data della sua indipendenza formale è diventata una
neo-colonia proprio di alcuni paesi europei in primis la Francia, ma anche
l’Italia fino agli Stati Uniti i quali, grazie all’intermediazione della classe
dirigente locale, depredano le risorse e la ricchezza del paese condannandolo
ad una perpetua dipendenza economica dai paesi imperialisti e dalle loro
organizzazioni economiche e finanziarie come il FMI o la BM.
A conclusione del quadro lo
stesso Essebsi ha rinnovato per l’ennesima volta lo stato di emergenza per
altri 3 mesi (olé!) dal 15 Giugno al 15 Settembre (il paese è in stato di
emergenza dal novembre 2015 cioè da circa un anno e mezzo) un’emergenza che si
avvia a compiere i due anni, una contraddizione in termini come abbiamo spesso
notato.
Ma il cielo è sempre più bluuuu!
Direbbe Rino Gaetano…
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