Enrico Piovesana
20 giugno 2017
La scorsa settimana i rappresentanti di undici Paesi, tra cui l’Italia, hanno sottoscritto a Baltimore, negli Stati Uniti, un accordo preliminare (Memorandum of Understanding) per l’acquisto, nei prossimi 3 anni (2018-2020), di 440 cacciabombardieri F-35 per un valore di almeno 37 miliardi di dollari (oltre 33 miliardi di euro). Oltre all’Italia, erano presenti rappresentanti di Stati Uniti, Gran Bretagna, Australia, Danimarca, Israele, Giappone, Olanda, Norvegia, Turchia e Corea del Sud.
L’intesa, che non ha ancora valore contrattuale, è la formalizzazione della procedura negoziata senza bando (Class Justification and Approval) pubblicata lo scorso 15 maggio dalla Difesa americana (qui il documento) che autorizza la stipula con Lockheed Martin di un acquisto in blocco (Block Buy) internazionale relativo ai lotti produttivi 12°, 13° e 14°.
Un impegno d’acquisto che per l’Italia riguarda 17 aerei in tre anni: tre del 12° lotto nel 2018 (due per l’Aeronautica e uno per la Marina), cinque del 13° lotto nel 2019 (2 per l’Aeronautica e 3 per la Marina) e nove del 14° lotto nel 2020 (quattro Aeronautica e cinque Marina) per un impegno di spesa dichiarato di circa 1,3 miliardi di euro (almeno il doppio secondo le stime che comprendono le spese totali di procurement).
L’intesa giunge, per l’Italia, a cavallo della firma dei contratti per altri quattro F-35: a marzo scorso quello relativo a due aerei del 9° lotto (uno per l’Aeronautica e uno per la Marina) e a luglio prossimo quello per altri due aerei del 10° lotto (sempre uno e uno).
Entro fine anno è prevista la contrattualizzazione di ulteriori tre aerei dell’11° lotto (due per l’Aeronautica e uno per la Marina).
Sale così a 32 – contando i primi otto aerei dei lotti 6°, 7° e 8° acquistati fino al 2014 – il numero di F-35 che l’Italia prevede di acquistare entro il 2020.
Nessun commento:
Posta un commento