Commentiamo tralci da un articolo di Repubblica online di oggi
Da dove comincia Macron, che
rappresenta una netta minoranza di francesi? Da dove aveva promesso: la riforma
del lavoro, cioè con il Jobs act alla francese, che somiglia molto a quello
italiano e a quello di tutti i paesi capitalisti/imperialisti; cioè dal
peggioramento delle condizioni della classe operaia, e per prevenire la forte protesta
sociale renderà permanente lo stato d’emergenza!
La “riforma del lavoro”, chiamata
addirittura la “riforma del secolo” e la “chiave necessaria per sbloccare il
sistema industriale francese”, è l’ennesimo tentativo di scaricare sulla classe
lavoratrice i disastri di un sistema sociale in perenne “crisi”.
… “Le riforme di Macron partiranno proprio dal
lavoro; la riforma più importante in tutti i sensi, perché sembra essere la
chiave necessaria per sbloccare il sistema industriale francese, l'innovazione
inevitabile per attirare nuovi investimenti. Ma anche la riforma su cui il
presidente sa già che avrà i sindacati in piazza. Per questo vuole anticipare i
tempi, per arrivare alle prossime elezioni godendo dei frutti positivi delle
riforme.
… “Nelle riforme del lavoro quindi molti
predicono che non cercherà lo scontro per lo scontro, ma perseguirà l'obiettivo
di ridare flessibilità al mercato.
Il governo crede nella prevalenza della
contrattazione aziendale su quella nazionale e di categoria; prevede referendum fra i lavoratori; prevede di ridurre il diritto del lavoratore licenziato abusivamente alla riassunzione, in cambio di indennizzi. Verranno rivisti i sussidi di disoccupazione, si vorrà proteggere "il lavoratore e non il posto di lavoro", facendo intervenire la formazione professionale in maniera più mirata.
contrattazione aziendale su quella nazionale e di categoria; prevede referendum fra i lavoratori; prevede di ridurre il diritto del lavoratore licenziato abusivamente alla riassunzione, in cambio di indennizzi. Verranno rivisti i sussidi di disoccupazione, si vorrà proteggere "il lavoratore e non il posto di lavoro", facendo intervenire la formazione professionale in maniera più mirata.
E per buttare fumo negli occhi
dell’opinione pubblica Macron pensa anche a “combattere” la corruzione. Infatti:
“Seconda riforma le Leggi sulla morale della politica, una serie di
provvedimenti per ridare legittimità a
una classe politica che non è stata mai travolta da una Tangentopoli
all'italiana, ma che da anni è sempre più delegittimata. Vietati più di 3
mandati al Parlamento e nei grandi comuni; saranno pubblici i contributi e i
beni degli eletti; una banca di Stato
presterà soldi ai partiti che ne avranno bisogno (in cambio di garanzie).”
E infine l’instaurazione dello
stato di polizia lungo il percorso del moderno fascismo: “Terzo settore di
riforme già avviato, le norme sull'Antiterrorismo. Macron ha già creato di
nuovo all'Eliseo una "cellula" di coordinamento dei servizi segreti
che gli dà la capacità di controllare direttamente gli apparati divisi fra
Interni e Difesa. Ma sta pensando a
rendere permanente lo Stato d'emergenza, andando contro le sue stesse promesse
elettorali.
“Di fatto è la polizia che scavalca o aggira i vari controlli di
legittimità e di merito della magistratura: avrà problemi, sia a sinistra
che con la destra più liberale. Ma su questo troverà meno resistenza dai
francesi impauriti dal terrorismo.” Questo è l’auspicio di Macron e opinione
del giornalista di Repubblica. Noi crediamo che invece i “francesi” dovranno scatenare
una grande “resistenza” contro tutte le riforme di Macron e soci.
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