martedì 4 aprile 2017

pc 4 aprile - "LEGITTIMA DIFESA" AD UCCIDERE SEMPRE, PER DIFENDERE LA PROPRIETA' PRIVATA

La canea risollevata con l'ultimo episodio di uccisione di un rapinatore da parte di un barista nel bolognese, punta ormai esplicitamente a indirizzare la norma di "legittima difesa" verso la difesa della proprietà privata, e per dichiarare legittimo uccidere anche quando il proprietario ha la "percezione" del pericolo, anche quando non c'è "proporzione".

La norma sulla legittima difesa (art. 52 c.p.) recitava: "Non è punibile chi ha commesso il fatto, per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio od altrui contro il pericolo attuale di una offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all'offesa".
Questa norma era stata già allargata per estendere la difesa alle abitazioni o attività commerciali, nei confronti di ladri che si introducevano male armati se non addirittura disarmati, ed era stato introdotto nel 2006 un ulteriore comma all’articolo che ora recita:
"...sussiste il rapporto di proporzione di cui al primo comma del presente articolo se taluno legittimamente presente in uno dei luoghi ivi indicati usa un'arma legittimamente detenuta o altro mezzo idoneo al fine di difendere:

a) la propria o la altrui incolumità;
b) i beni propri o altrui, quando non vi è desistenza e vi è pericolo d'aggressione.

La disposizione si applica anche nel caso in cui il fatto sia avvenuto all'interno di ogni altro luogo ove venga esercitata un'attività commerciale, professionale o imprenditoriale".

Ma ora anche questo non basta più. La "sicurezza" deve mettere al centro la proprietà privata. 
Questa nuova ondata, partita da Salvini ma che trova appoggi nel governo e trasversali in parlamento, è all'interno della nuova campagna "securitaria" avviata da Minniti di separare "gente per bene": borghesi, proprietari, "italiani", chi vuole difendere l'ordine esistente, da "gente per male": poveri, immigrati, chi vuole opporsi all'ordine esistente, ecc. Per questo è pericolosa. 

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