domenica 2 aprile 2017

pc 2 aprile - L'ARMA DEL MOVIMENTO FEMMINISTA PROLETARIO RIVOLUZIONARIO PER UNITA', LOTTA, TRASFORMAZIONE, DOPO LO SCIOPERO DELLE DONNE

L'ultima fase del lavoro del mfpr è stata concentrata nella preparazione della manifestazione nazionale del 25 novembre 2016 e dello sciopero delle donne del 8 marzo 2017.
La manifestazione delle donne proletarie del 25 novembre a Roma, a cui è seguita il giorno dopo la grande manifestazione del movimento generale di 200mila donne, ha mostrato sul campo il rapporto tra autonomia del movimento delle donne proletarie e intervento nel movimento femminista.
Oltre i contenuti, caratterizzati dalla parola d'ordine “contro tutte le violenze di padroni, governo, Stato, uomini che odiano le donne” che denunciava il carattere sistemico della violenza sessuale del sistema borghese e la necessità di lottare contro l'intero sistema; e dall'indicazione della “rivoluzione” come unica via per una vera liberazione delle donne, la manifestazione del mfpr del 25 ha posto il problema della lotta delle donne proletarie come attacco ai Palazzi del potere, abbiamo fatto l'assedio al Parlamento.
Il 26 vi è stata il grande corteo di 200mila donne, ragazze. Ad esso abbiamo partecipato per portare in questa manifestazione le parole d'ordini del contingente delle donne proletarie. Il rapporto col più generale movimento femminista è necessario e possibile solo se le donne proletarie costruiscono la loro autonomia, altrimenti sono un appendice del femminismo piccolo borghese e borghese. Ma per questo non basta dare un volantino, ma realizzare la lotta affermando forme e contenuti di classe e come donne, contenuti rivoluzionari.

Serve l'autonomia del contingente proletario, la sua manifestazione pratica e serve il suo orientamento all'interno del movimento generale delle donne. Questo si distingue sia da posizioni che sostengono di fatto che tutto il movimento femminista è piccolo borghese e le donne proletarie rivoluzionarie non devono interessarsene; sia da posizioni che non costruiscono nei fatti questa autonomia del contingente proletario e rivoluzionario.

A questo serve anche lo “sciopero delle donne”, oggi passaggio importante nel cammino della lotta di liberazione rivoluzionaria delle donne. Lo sciopero delle donne è oggi dire alle donne: siete voi, sono le donne più sfruttate e oppresse, che dovete prendere la vostra vita e la lotta nelle vostre mani!
Noi abbiamo fatto lo sciopero delle donne nel novembre 2013 e l'8 marzo del 2016, siamo state ignorate o denigrate, ma oggi è diventata la linea in altri paesi e anche in Italia nell'8 marzo.
Ma il problema diventa ora su quale linea, su quali obiettivi continuare ad alimentare l'incendio acceso dello sciopero delle donne? Per portare avanti gli obiettivi delle donne proletarie che sono in sintonia con il bi/sogno che “tutta la vita deve cambiare”, e quindi in chiaro legame con la battaglia rivoluzionaria, o su obiettivi che non vogliono mettere in discussione il sistema capitalista, i suoi governi, il suo Stato?

Noi, come abbiamo fatto il 25 novembre e l'8 marzo scorso, porteremo avanti in maniera chiara, aperta questa battaglia che è una lotta tra due linee e due classi, lotta politica, pratica, ideologica, per realizzare unità, ma anche trasformazioni, ma anche distinzioni/rotture.

I sindacati sulla questione delle donne dividono la classe operaia, o dicono: me ne occupo io. Lo sciopero delle donne rompe questo. Non ci può essere un movimento di classe senza che queste cose vengano battute sul campo. Quando una donna deve scioperare trova ostacoli nel sindacato, tra i suoi compagni di lavoro, nella famiglia, ma se sciopera poi è più difficile “fermarla”.
Le femministe borghesi dicono: ma il problema è cambiare la mentalità, ma la cambi se, come è successo l'8 marzo, tu fai lo sciopero vero, se ti guadagni/imponi il rispetto.

In questo lunga battaglia la parola d'ordine: scatenare la furia delle donne come forza poderosa della rivoluzione, vuole esprimere la “marcia in più” delle donne nell'intero movimento di lotta e rivoluzionario per rovesciare questo sistema capitalista.
E in questo il movimento femminista proletario rivoluzionario è un'arma consegnata a tutte.

MFPR
2.4.17

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