Sciopero alla Dussmann: la lotta paga ma la strada è ancora lunga
vedi video della protesta delle lavoratrici contro le direzioni sindacali su infoaut
A seguito delle giornate di mobilitazione di fine marzo le addette delle pulizie degli ospedali torinesi impiegate dalla
multinazionale tedesca Dussmann hanno continuato ad alimentare la loro
lotta, rimanendo per quasi un mese in presidio permanente davanti alle
Molinette.
Nel corso di questo tempo, grazie alla loro determinazione, sono riuscite a fare riaprire i tavoli di trattativa tra Dirigenza sanitaria e Azienda, oltre a costringere anche la Regione a prendersi la sua parte di responsabilità nella vicenda.
Mercoledì scorso si è infatti svolto un incontro fra Regione, Dirigenza Sanitaria, responsabili dell'Azienda e Sindacati , in cui è stata discussa la situazione delle dipendenti. Contemporaneamente, le lavoratrici hanno portato avanti per tutto il giorno sotto la sede di Piazza Castello un nutrito e rumoroso presidio, rimanendo ad aspettare con ansia l'esito delle trattative fino alla sera.
Nel corso di questo tempo, grazie alla loro determinazione, sono riuscite a fare riaprire i tavoli di trattativa tra Dirigenza sanitaria e Azienda, oltre a costringere anche la Regione a prendersi la sua parte di responsabilità nella vicenda.
Mercoledì scorso si è infatti svolto un incontro fra Regione, Dirigenza Sanitaria, responsabili dell'Azienda e Sindacati , in cui è stata discussa la situazione delle dipendenti. Contemporaneamente, le lavoratrici hanno portato avanti per tutto il giorno sotto la sede di Piazza Castello un nutrito e rumoroso presidio, rimanendo ad aspettare con ansia l'esito delle trattative fino alla sera.
Il
risultato dell'incontro, da cui, precisiamo, non si è usciti con nessun
documento firmato e sottoscritto, ha portato ad una riduzione del
taglio previsto sulle ore, che si aggirava tra il 33 e il 40%, all' 11% e
alla cancellazione delle richieste di trasferimento che la Dussmann
aveva fatto recapitare ad alcune lavoratrici nelle scorse settimane.
La lotta delle lavoratrici è quindi riuscita ad ottenere dei risultati significativi, anche se questi rimangono parziali.
Al di là della cronaca vertenziale, ci sembra dunque che valga la pena riportare alcune considerazioni, emerse nelle ultime settimane dalla partecipazione alla mobilitazione delle lavoratrici delle pulizie
degli ospedali.
Al di là della cronaca vertenziale, ci sembra dunque che valga la pena riportare alcune considerazioni, emerse nelle ultime settimane dalla partecipazione alla mobilitazione delle lavoratrici delle pulizie
degli ospedali.
Il taglio delle ore (e
quindi dello stipendio!), per quanto sia stato ridotto, resta un
problema soprattutto per chi, come tante lavoratrici degli ospedali
Sant'Anna e Regina, partiva già da un turno di quattro ore giornaliere e
si ritrova adesso a lavorarne tre e mezzo. Questo infatti significa non
percepire più né assegni familiari né quei miseri 80 euro di Renzi, che
– su uno stipendio di poche centinaia di euro – fanno davvero la
differenza.
Rispetto agli straordinari inoltre, quelli svolti andranno a finire in banca ore e non verranno retribuiti nelle buste paga fino a che non verranno accumulate abbastanza ore di lavoro (pagate peraltro come
ore di lavoro normali).Rispetto agli straordinari inoltre, quelli svolti andranno a finire in banca ore e non verranno retribuiti nelle buste paga fino a che non verranno accumulate abbastanza ore di lavoro (pagate peraltro come
C’è
poi la vigliaccata di fine fine vertenza. Il giorno dopo gli accordi
sindacali, mentre La Stampa e Repubblica incensavano “le doti di gande
mediatore” del presidente della regione Piemonte Sergio Chiamparino, a
diverse lavoratrici è stato mandata dalla Dussmann una lettera di
sospensione di tre giorni per avere partecipato agli scioperi e alle
mobilitazioni delle ultime settimane.
Ci sembra che questo atteggiamento non riveli altro che la necessità dell'azienda di voler da subito ristabilire la disciplina all'interno degli ospedali, nel caso in cui le lavoratrici, che hanno potuto toccare con mano i risultati portati dalla lotta, non volessero fermare le loro rivendicazioni al solo bloccare i tagli.
Ci sembra che questo atteggiamento non riveli altro che la necessità dell'azienda di voler da subito ristabilire la disciplina all'interno degli ospedali, nel caso in cui le lavoratrici, che hanno potuto toccare con mano i risultati portati dalla lotta, non volessero fermare le loro rivendicazioni al solo bloccare i tagli.
I problemi che
le lavoratrici devono affrontare sono infatti ancora molti. Da una
parte ci sono le preoccupazioni legate alla vita quotidiana e
all'arrivare alla fine del mese. Molte tra di loro sono infatti donne
che vivono solo di questo stipendio o che per sbarcare il lunario si
ritrovano a fare piccoli lavori saltuari dall'ospedale. Tante di loro,
inoltre, hanno figli a carico e intere famiglie da mantenere. Dall'altra
rimangono le difficoltà legate al lavoro in ospedale: richieste di
disinfettare le camere di pazienti infetti senza avere la formazione
adeguata per farlo, mancanza di personale e di materiale per le pulizie.
In questo quadro è importante
rilevare anche l'atteggiamento che i sindacati confederali hanno avuto
nel rapportarsi alle lavoratrici e alla loro mobilitazione. Le sigle di
CGIL, CISL e UIL e i loro delegati presenti all'interno dell'ospedale
hanno infatti dimostrato in più di un'occasione di voler arrivare al più
presto ad una conciliazione con l'Azienda, preoccupati più del
mantenere la situazione distesa che nel cercare di mantenere unite le
lavoratrici.
Nel caso degli accordi stipulati con Regione, Azienda e Dirigenza Sanitaria sembra infatti abbiano preferito trovare una soluzione che cercasse di riportare la calma dentro all'ospedale delle Molinette, il presidio più grande e con più lavoratrici delle pulizie al proprio interno, divenuto simbolo della mobilitazione, piuttosto che preoccuparsi anche della situazione delle diverse lavoratrici appartenenti alle altre ASL e presidi ospedalieri cittadini.
Inoltre, l'atteggiamento dei confederali è stato decisamente quello di chi non vuole che intorno alla vertenza si crei una rete di solidarietà e appoggio da parte di medici e pazienti. Utilizzando la scusa e la strategia per cui una vertenza che rimane esclusivamente settoriale ha migliori probabilità di ottenere dei risultati (!!), hanno infatti costantemente cercato di allontanare – in collaborazione con la questura e la polizia politica Digos – chi dall'esterno avrebbe potuto mettere in discussione il loro operato (abbiamo persino assistito all’identificazione preventiva di un medico dell’ospedale venuto a portare la sua solidarietà).
Nel caso degli accordi stipulati con Regione, Azienda e Dirigenza Sanitaria sembra infatti abbiano preferito trovare una soluzione che cercasse di riportare la calma dentro all'ospedale delle Molinette, il presidio più grande e con più lavoratrici delle pulizie al proprio interno, divenuto simbolo della mobilitazione, piuttosto che preoccuparsi anche della situazione delle diverse lavoratrici appartenenti alle altre ASL e presidi ospedalieri cittadini.
Inoltre, l'atteggiamento dei confederali è stato decisamente quello di chi non vuole che intorno alla vertenza si crei una rete di solidarietà e appoggio da parte di medici e pazienti. Utilizzando la scusa e la strategia per cui una vertenza che rimane esclusivamente settoriale ha migliori probabilità di ottenere dei risultati (!!), hanno infatti costantemente cercato di allontanare – in collaborazione con la questura e la polizia politica Digos – chi dall'esterno avrebbe potuto mettere in discussione il loro operato (abbiamo persino assistito all’identificazione preventiva di un medico dell’ospedale venuto a portare la sua solidarietà).
Nella costante preoccupazione di perdere qualche tessera, i sindacati hanno cercato di gestire tutti i tavoli di trattativa riducendo al minimo i momenti di confronto e anche la partecipazione delle lavoratrici in alcuni casi, arrivando perfino a escludere alcune rsa dagli incontri. Sono così riusciti a mantenere un ruolo di primo piano nella mobilitazione e a legare a loro, attraverso un rapporto di dipendenza, le lavoratrici, uniche e reali protagoniste della propria lotta.
Altro
elemento che ci sembra interessante mettere in luce è quello del
funzionamento delle gare d'appalto e delle vincite al ribasso.
Proprio per uscire dalla logica della lotta di settore, è bene notare come i meccanismi che stanno dietro agli appalti delle pulizie degli ospedali siano pressoché identici a tutte le altre gestioni di cooperative con contratti multiservizi (e, ahinoi, sono anche gli stessi i dirigenti sindacali che se ne occupano).
Questo ci dà la cifra dei punti in comune e della continuità che ritroviamo nella diverse giunte comunali e regionali che si sono avvicendate nell'ultimo hanno a Torino. Malgrado in queste ore la giunta Chiamparino è stat dipinta come l'amministrazione in grado di risolvere le tensioni e i conflitti derivati dai tagli alla sanità attraverso un accordo che ne va a ridurre la portata, sembra che i giornali cittadini stiano dimenticando che è proprio la Regione la prima responsabile dell'andamento delle gare d'appalto degli ospedali torinesi.
Proprio per uscire dalla logica della lotta di settore, è bene notare come i meccanismi che stanno dietro agli appalti delle pulizie degli ospedali siano pressoché identici a tutte le altre gestioni di cooperative con contratti multiservizi (e, ahinoi, sono anche gli stessi i dirigenti sindacali che se ne occupano).
Questo ci dà la cifra dei punti in comune e della continuità che ritroviamo nella diverse giunte comunali e regionali che si sono avvicendate nell'ultimo hanno a Torino. Malgrado in queste ore la giunta Chiamparino è stat dipinta come l'amministrazione in grado di risolvere le tensioni e i conflitti derivati dai tagli alla sanità attraverso un accordo che ne va a ridurre la portata, sembra che i giornali cittadini stiano dimenticando che è proprio la Regione la prima responsabile dell'andamento delle gare d'appalto degli ospedali torinesi.
Inoltre,
se ora il PD prova a cavalcare l'onda della giusta rabbia di tanti
lavoratrici e lavoratori dell'ambito della sanità come, in modo ancora
più evidente, in quello della cultura, è fondamentale essere in grado di
svelare le loro ventennali responsabilità. Continuare a tagliare sui
servizi significa non solo colpire i lavoratori e le lavoratrici del
settore, ma anche tutti gli utenti che se ne servono; allargando il
fronte della controparte, diamo quindi una nuova possibilità di
incontrarsi e di intersecarsi alle lotte.
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