Ieri sera un'assemblea di operai Ilva, lavoratori cimiteriali, e altre parti civili ha fatto il punto con lo Slai cobas sc di Taranto del processo, dopo il nuovo avvio di lunedì scorso.
Operai Ilva hanno portato molta documentazione utile a mostrare anche nel processo che cosa succede nei reparti Ilva di pesante attacco alla salute degli operai; ma da farne anche terreno di lotta subito.
Su questo terreno si sono decise anche altre iniziative, con un utile apporto di ambientalisti seri di peacelink di Taranto, per incastrare i commissari Ilva sui loro obblighi sulla sicurezza e salute verso gli operai.
E' stata poi decisa da settembre una presenza organizzata al processo degli operai Ilva, lavoratori cimiteriali, masse popolari parti civili.
Nei due giorni scorsi (lunedì e martedì), in defaticanti udienze
durate dalle 9 a circa le 20 - che continuano a svolgersi tra l'altro in
condizioni assurde: aula piccola, caldo, impianto di amplificazione
assolutamente insufficiente, ecc. - c'è un fatto positivo:
finora
la corte d'assise ha respinto tutte le eccezioni che gli avvocati di
Riva e degli altri imputati stanno facendo a decine, volte anche a
ostacolare il processo, ad allungarne i tempi.
In
particolare hanno tentato, per la quarta volta, di far spostare il
processo da Taranto a Potenza. Questa volta sono scesi da una denuncia
generica sul "clima inquinante" con cui il processo si svolgerebbe a
Taranto, a cercare di trovare "il pelo nell'uovo", indicando due casi di
parti civili che essendo anche giudici di pace erano incompatibili a
stare nel processo e rendevano tutto il processo illegittimo. Una sorta
di "manovra" costruita, che però si sono dovuti rimangiare.
Il
presidente del Tribunale ha respinto queste accezioni perchè erano false
(una delle parti aveva già mesi fa revocato la propria istanza di parte
civile, l'altra aveva già cessato di essere giudice di pace al momento
della costituzione di parte civile).
Un altro pesante
bastone tra le ruote hanno tentato ieri di mettere, chiedendo
l'esclusione di tutte le parti civili che si erano costituite, a partire
dal 20 ottobre 2015 in questa fase dibattimentale, usando
strumentalmente il fatto che il processo dibattimentale l'anno scorso si
era interrotto per tornare dal Gup.
Ma anche queste eccezioni
sono state respinte: tutte la nuova parti civili presentate dal 20
ottobre 2015 al 14 giugno scorso, restano nel processo. Nello stesso
tempo il presidente del Tribunale ha messo lo stop alla presentazione di
altre parti civili dopo il 14 giugno.
Restano comunque e sono inaccettabili altre questioni dell'andamento del processo Ilva.
Si
va avanti da parte del Tribunale con un lavoro sciatto, approssimativo
(per es. si deve arrivare all'udienza di lunedì per scoprire che alcune
notifiche andavano fatte diversamente (col rischio di far rinviare il
processo).
Le udienze sono interminabili e allungano i tempi
generali per il metodo assurdo adottato dalla Corte: per ogni eccezione,
anche minima si ritira in camera di consiglio, e in questa fase
dibattimentale non si ritira solo il presidente, ma anche i giudici ad
latere e i 6 giudici popolari (a cui prima di tutto il presidente deve
spigare su cosa e quali norme devono dibattere).
SU QUESTO, SIA CON GLI AVVOCATI, SIA CON UNA NOSTRA AZIONE DA SETTEMBRE, SE LA SITUAZIONE NON CAMBIA, INTERVERREMO!
Questo
dell'Ilva è un processo eccezionale, per dimensioni, imputati e
ampiezza di reati, è, come abbiamo detto fin dall'inizio, la "madre di
tutti i processi" di questo genere; è un processo al sistema padronale,
economico, politico, istituzionale. Va quindi fatto con sistemi non
"ordinari", non burocratici, ma eccezionali.
Questo,
purtroppo, lo capiscono bene gli avvocati di Riva e soci; ma ancora non
viene compreso dalla maggiorparte della parti civili, delle decine e
decine di associazioni, dai sindacati costituiti come parte civile.
Questo deve cambiare.
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