una giornata passata alle cronache per la manifestazione a
Roma di oltre
100mila persone contro il moribondo governo Berlusconi, la riforma
Gelmini dell’università e la migrazione di alcuni parlamentari nelle
file del Popolo delle Libertà (Pdl) che garantì il voto di fiducia
all’esecutivo guidato dal Cavaliere. Sul banco degli imputati ci sono
ventisei militanti della sinistra antagonista imputati di reati di resistenza
e danneggiamento aggravato per momenti di tensione verificatisi sotto
Montecitorio. Questa l’accusa del Pm Luca Tescaroli che ha chiesto pene
pesantissime fino a 3 anni e 8 mesi.
100mila persone contro il moribondo governo Berlusconi, la riforma
Gelmini dell’università e la migrazione di alcuni parlamentari nelle
file del Popolo delle Libertà (Pdl) che garantì il voto di fiducia
all’esecutivo guidato dal Cavaliere. Sul banco degli imputati ci sono
ventisei militanti della sinistra antagonista imputati di reati di resistenza
e danneggiamento aggravato per momenti di tensione verificatisi sotto
Montecitorio. Questa l’accusa del Pm Luca Tescaroli che ha chiesto pene
pesantissime fino a 3 anni e 8 mesi.
L’udienza
tenutasi ieri sembra aver stravolto l’impianto dell’accusa. Con il
rinvio della sentenza (dovuta ad alcune ragioni di ruolo) l’udienza è stata
mantenuta per le conclusioni della difesa. Gli avvocati Antonello Fabiano e
Marco Lucentini, che assistono gran parte degli imputati, hanno chiesto
l’assoluzione perché convinti che «il fatto non sussiste e non costituisce
reato». Riprendendo alcuni ragionamenti sviscerati nella IX Sezione Penale
Lucentini ha precisato che «la richiesta di assoluzione avanzata è supportata
dal fatto che la lettura data dal Pm era viziata da un grave problema di fondo,
da una macroscopica inesattezza: i mezzi delle forze dell’ordine, su cui l’accusa
ritiene siano state effettuate violenze imputabili ai miei assistiti, in realtà non
erano mai stati in Via in Aquiro dove si ritiene si fossero verificati gravi episodi
contro le forze dell’ordine».
rinvio della sentenza (dovuta ad alcune ragioni di ruolo) l’udienza è stata
mantenuta per le conclusioni della difesa. Gli avvocati Antonello Fabiano e
Marco Lucentini, che assistono gran parte degli imputati, hanno chiesto
l’assoluzione perché convinti che «il fatto non sussiste e non costituisce
reato». Riprendendo alcuni ragionamenti sviscerati nella IX Sezione Penale
Lucentini ha precisato che «la richiesta di assoluzione avanzata è supportata
dal fatto che la lettura data dal Pm era viziata da un grave problema di fondo,
da una macroscopica inesattezza: i mezzi delle forze dell’ordine, su cui l’accusa
ritiene siano state effettuate violenze imputabili ai miei assistiti, in realtà non
erano mai stati in Via in Aquiro dove si ritiene si fossero verificati gravi episodi
contro le forze dell’ordine».
In quella
giornata e in quel luogo specifico gli imputati, ripresi anche dai
video
della scientifica, lanciarono uova e palloncini di vernice all’indirizzo di Palazzo
Chigi, simboleggiando la propria indignazione per quanto si stava consumando
alla Camera. Come si è arrivati a questa scoperta? «Non attraverso particolari
indagini — ci ha spiegato Lucentini — I filmati che ci hanno permesso di
constatareche i blindati in esame non erano in Via in Aquiro, tra le altre cose,
sono stati introdotti dal Pm che ne ha usato parzialmente solo alcuni fotogrammi
. Questo evidenzia due cose: la prima, che con un’analisi più accurata delle
immagini si sarebbe potuto chiaramente vedere che i mezzi interessati
non sono mai comparsi nelle zone indicate dall’accusa, troncando sul
nascere le ragioni infondate di un accanimento giudiziario dal chiaro sapore
politico. Ma soprattutto l’essersi soffermati sul solo esame di alcuni fotogrammi
rappresenta un esempio di grave decontestualizzazione che non tiene conto dell’
intero girato prodotto, ripetiamo, dalle stesse forze dell’ordine».
della scientifica, lanciarono uova e palloncini di vernice all’indirizzo di Palazzo
Chigi, simboleggiando la propria indignazione per quanto si stava consumando
alla Camera. Come si è arrivati a questa scoperta? «Non attraverso particolari
indagini — ci ha spiegato Lucentini — I filmati che ci hanno permesso di
constatareche i blindati in esame non erano in Via in Aquiro, tra le altre cose,
sono stati introdotti dal Pm che ne ha usato parzialmente solo alcuni fotogrammi
. Questo evidenzia due cose: la prima, che con un’analisi più accurata delle
immagini si sarebbe potuto chiaramente vedere che i mezzi interessati
non sono mai comparsi nelle zone indicate dall’accusa, troncando sul
nascere le ragioni infondate di un accanimento giudiziario dal chiaro sapore
politico. Ma soprattutto l’essersi soffermati sul solo esame di alcuni fotogrammi
rappresenta un esempio di grave decontestualizzazione che non tiene conto dell’
intero girato prodotto, ripetiamo, dalle stesse forze dell’ordine».
Nel
corso delle udienze, la difesa ha richiesto la testimonianza di un
funzionario
di polizia che ha fornito elementi per provare l’infondatezza dell’accusa.
«Vittorugo Caggiano, Vice-Questore aggiunto di Roma, era uno dei
funzionari presenti in piazza e dunque presente ai fatti che sono addebitati
agli imputati. Ed è stato proprio lui a dichiarare che sotto Montecitorio, dove i
mezzi delle forze dell’ordine sbarravano ogni accesso verso Palazzo Chigi, non
si verificò nessun episodio di violenza», ha aggiunto Lucentini.
di polizia che ha fornito elementi per provare l’infondatezza dell’accusa.
«Vittorugo Caggiano, Vice-Questore aggiunto di Roma, era uno dei
funzionari presenti in piazza e dunque presente ai fatti che sono addebitati
agli imputati. Ed è stato proprio lui a dichiarare che sotto Montecitorio, dove i
mezzi delle forze dell’ordine sbarravano ogni accesso verso Palazzo Chigi, non
si verificò nessun episodio di violenza», ha aggiunto Lucentini.
In un clima di incertezza
il presidente della Corte Zaira Sechi ha
rinviato le conclusioni della difesa degli altri imputati al 30 aprile.
La sentenza di questo lungo processo è prevista il 23 giugno.
rinviato le conclusioni della difesa degli altri imputati al 30 aprile.
La sentenza di questo lungo processo è prevista il 23 giugno.
Nessun commento:
Posta un commento