- Luca Fiore
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“Non
sono un razzista, li ho uccisi perché sporcavano”. E’ questa la
delirante spiegazione che l’ex paracadutista Roberto Costelli ha offerto
agli inquirenti ammettendo alla fine di essere lui l’assassino del rom
Roberto Pantic, di origini croate ma nato in Italia, raggiunto a Calcio
(Bergamo) da un proiettile sparato dall’uomo poi finito in manette.
Di
colpi di pistola contro le due roulotte dove dormiva la famiglia della
ignara vittima Costelli ne ha sparati ben sette, e il bilancio del raid
razzista poteva quindi essere assai più grave. Un omicidio al
quale l’ex paracadutista bergamasco, attualmente 39enne, è arrivato dopo anni di minacce e insulti contro gli stranieri in generale e i rom in particolare, di cui gli inquirenti hanno potuto trovare ampia traccia sul suo profilo Facebook. Tanto da convincere il pubblico ministero Carmen Pugliese a contestare a Costelli l’aggravante dell’odio razziale e quella dei futili motivi. "La motivazione che Costelli ha fornito per il suo gesto è incredibile, lascia sbalorditi - ha spiegato il magistrato - E il suo profilo Facebook richiama spesso al disprezzo per i nomadi. Entrambi i camper, su cui dormivano dieci bambini, sono stati colpiti dai proiettili: poteva essere una strage". Ancora più duro il commento rilasciato alla stampa locale dal procuratore Francesco Dettori: "Quest'uomo si è dichiarato un ecologista, un amante della natura: voleva ripulire il mondo dagli zingari".
All’omicida si è risaliti attraverso la corrispondenza tra i bossoli raccolti sul luogo del delitto e una delle due pistole che l’ex parà deteneva con regolare porto d’armi. Anche se in un primo tempo Costelli aveva detto che la Taurus 357 di cui i Carabinieri gli chiedevano conto gli era stata rubata, alla fine ha dovuto ammettere di essere stato lui a far ripetutamente fuoco sulle due roulotte, facendo ritrovare il revolver nascosto nel caminetto all’interno della sua abitazione.
Il delitto è avvenuto durante la notte tra il 21 e il 22 febbraio scorsi. Dopo aver trascorso una serata con gli amici in un locale di Calcio l’ex parà ossessionato dal razzismo raggiunge in auto il campo dove erano parcheggiate le due roulotte dei Pantic e comincia a sparare all’impazzata. Sei dei sette colpi esplosi raggiungono le due roulotte e uno colpisce alla nuca Roberto Pantic che, portato in ospedale, arriverà senza vita. All’inizio le indagini si orientano verso un ‘regolamento di conti’ tra rom (ovviamente…), ma nessun appartenente alla famiglia della vittima ha precedenti penali di rilievo e comunque non recenti, e nessuno di loro risulta aver avuto problemi con i residenti del piccolo centro della Bassa Bergamasca.
Secondo la stampa, una volta analizzati i bossoli i carabinieri perquisiscono l’abitazione di Costelli ritrovando parecchi chilogrammi di sostanze stupefacenti. All’inizio Costelli nega di essere l’autore del delitto ma poche ore dopo confessa tutto, giustificando la sua follia omicida come frutto dell’esigenza ‘di fare pulizia’. "Sono stato io a sparare, ma non volevo ammazzarli. Sporcavano in giro, volevo solo spaventarli e farli andare via" ha detto ai carabinieri, e poi ancora: "Sono un ecologista convinto, non un razzista. Quelli sporcavano un luogo che io cercavo di tenere pulito. Volevo solo spaventarli, devo aver sbagliato mira. Non credevo di aver ucciso nessuno, l'ho scoperto leggendo i giornali". Quando si dice ‘la banalità del male’…
quale l’ex paracadutista bergamasco, attualmente 39enne, è arrivato dopo anni di minacce e insulti contro gli stranieri in generale e i rom in particolare, di cui gli inquirenti hanno potuto trovare ampia traccia sul suo profilo Facebook. Tanto da convincere il pubblico ministero Carmen Pugliese a contestare a Costelli l’aggravante dell’odio razziale e quella dei futili motivi. "La motivazione che Costelli ha fornito per il suo gesto è incredibile, lascia sbalorditi - ha spiegato il magistrato - E il suo profilo Facebook richiama spesso al disprezzo per i nomadi. Entrambi i camper, su cui dormivano dieci bambini, sono stati colpiti dai proiettili: poteva essere una strage". Ancora più duro il commento rilasciato alla stampa locale dal procuratore Francesco Dettori: "Quest'uomo si è dichiarato un ecologista, un amante della natura: voleva ripulire il mondo dagli zingari".
All’omicida si è risaliti attraverso la corrispondenza tra i bossoli raccolti sul luogo del delitto e una delle due pistole che l’ex parà deteneva con regolare porto d’armi. Anche se in un primo tempo Costelli aveva detto che la Taurus 357 di cui i Carabinieri gli chiedevano conto gli era stata rubata, alla fine ha dovuto ammettere di essere stato lui a far ripetutamente fuoco sulle due roulotte, facendo ritrovare il revolver nascosto nel caminetto all’interno della sua abitazione.
Il delitto è avvenuto durante la notte tra il 21 e il 22 febbraio scorsi. Dopo aver trascorso una serata con gli amici in un locale di Calcio l’ex parà ossessionato dal razzismo raggiunge in auto il campo dove erano parcheggiate le due roulotte dei Pantic e comincia a sparare all’impazzata. Sei dei sette colpi esplosi raggiungono le due roulotte e uno colpisce alla nuca Roberto Pantic che, portato in ospedale, arriverà senza vita. All’inizio le indagini si orientano verso un ‘regolamento di conti’ tra rom (ovviamente…), ma nessun appartenente alla famiglia della vittima ha precedenti penali di rilievo e comunque non recenti, e nessuno di loro risulta aver avuto problemi con i residenti del piccolo centro della Bassa Bergamasca.
Secondo la stampa, una volta analizzati i bossoli i carabinieri perquisiscono l’abitazione di Costelli ritrovando parecchi chilogrammi di sostanze stupefacenti. All’inizio Costelli nega di essere l’autore del delitto ma poche ore dopo confessa tutto, giustificando la sua follia omicida come frutto dell’esigenza ‘di fare pulizia’. "Sono stato io a sparare, ma non volevo ammazzarli. Sporcavano in giro, volevo solo spaventarli e farli andare via" ha detto ai carabinieri, e poi ancora: "Sono un ecologista convinto, non un razzista. Quelli sporcavano un luogo che io cercavo di tenere pulito. Volevo solo spaventarli, devo aver sbagliato mira. Non credevo di aver ucciso nessuno, l'ho scoperto leggendo i giornali". Quando si dice ‘la banalità del male’…
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