Renzi, il fanfarone moderno
fascista attualmente al governo in Italia, spara cifre a caso sullo stato
economico del paese, cifre relativa alla “crescita” e che dovrebbero stimolare
la “ripresa”, con relativo contorno della famosa luce in fondo al tunnel, ma viene smentito continuamente dai dati
ufficiali dello stesso Istat, l’Istituto di Statistica dello Stato, e dai dati
a livello internazionale, addirittura del Fondo Monetario Internazionale che
nelle vesti del suo attuale presidente Christine Lagarde smorza ogni
volontaristico entusiasmo di Renzi, Padoan, Gutgeld ecc. ecc.
In questo articolo vediamo i dati internazionali come riportati in un articolo del Sole24Ore del 7
aprile scorso (le sottolineature sono nostre); il giornalista esordisce così: “C’è uno scenario di crescita poco
rassicurante davanti a noi, uno scenario che non prevede un ritorno a tassi
soddisfacenti da qui ai prossimi anni
o un ritorno a forti tassi di occupazione”, analisi contenuta “in uno studio
del World Economic Outlook, il documento previsionale del Fondo Monetario
Internazionale”.
Ciò che tiene a
sottolineare il giornalista è che non si tratta di una novità perché “ci eravamo abituati alla prospettiva di un
periodo lungo di crescita magra.” La vera novità nel documento starebbe
nella posizione della Lagarde che sottolinea lo “spaccato strutturale oltre che numerico all’involuzione delle
dinamiche di crescita e per dare l’unico messaggio su cui tutti sembrano
trovarsi d’accordo: i tassi di interesse
resteranno bassi, anzi vicini allo zero per un periodo ancora lungo.”
Le “difficoltà
strutturali” che affliggono sia i paesi industrializzati (e cioè i paesi imperialisti)
che quelli “emergenti” (e cioè quelli oppressi dall’imperialismo) sarebbero,
secondo il Fondo Monetario Internazionale: “l’invecchiamento della popolazione, una caduta della produttività e una
deflazione generalizzata. La
combinazione è preoccupante, è nuova sul piano globale e non presenta vie
d’uscita immediate se non quella che anticipa appunto un persistere dei tassi
di interesse su livelli molto bassi per un periodo continuato.”
Quindi Renzi quando
parla di crescita dice bugie. La “crescita” non c’è, e su questo il Fondo Monetario
ha sempre e solo una ricetta: invita tutti i paesi a continuare con le “riforme
economiche strutturali” (“mercato del lavoro”, salari, pensioni, spesa sociale,
privatizzazioni…) che per il proletariato da sempre significano più
sfruttamento, perdita di diritti e peggioramento delle condizioni di vita e di
lavoro… e a questo invito il moderno fascista Renzi risponde come un buon
soldatino della borghesia nazionale e internazionale.
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