Il ministro
dell'Interno: "L'area No Global da sempre riserva attenzione ai grandi
eventi, abbiamo informazioni che ci impongono di tenere alta la guardia"
di Sandro
Neri
Milano, 9 aprile 2015 - Un rischio c’è, e
arriva dalla galassia no global. «I movimenti hanno già inviato segnali
in questo senso», rivela Angelino Alfano. Il ministro dell’Interno sarà
oggi a Milano, per presiedere il Comitato sull’ordine e la sicurezza dedicato
alle misure da prendere a tutela dell’Expo 2015. Un evento, sottolinea
Alfano, «che è una vetrina internazionale e per questo è possibile che qualcuno
voglia approfittarne».
Teme una sortita dei no global?
«Quello dei no global è un mondo che riserva sempre
particolare attenzione ai grandi eventi. L’abbiamo visto in vari episodi
accaduti all’estero. E le informazioni in nostro possesso ci impongono di
tenere alta la guardia».
Le tensioni sullo scacchiere internazionale possono
costituire un problema serio?
«Oggi qualsiasi situazione di crisi internazionale ha ricadute sul nostro Paese. L’Italia ha un ruolo importante, sia in seno all’Europa che alla Nato. Dobbiamo prestare la massima vigilanza».
«Oggi qualsiasi situazione di crisi internazionale ha ricadute sul nostro Paese. L’Italia ha un ruolo importante, sia in seno all’Europa che alla Nato. Dobbiamo prestare la massima vigilanza».
Che strategie state mettendo in campo?
«Abbiamo potenziato il sistema informativo, a livello
interno e internazionale. Durante il semestre di presidenza italiana all’Ue
abbiamo predisposto una task force per prevenire le minacce terroristiche. E
stiamo presidiando gli obiettivi sensibili con i militari di Strade Sicure.
Inoltre, altri 600 uomini stanno per arrivare a Milano, nel rispetto dei tempi
previsti, anche per presidiare l’area del sito espositivo dell’Expo».
C’è un problema di risorse per garantire la massima
sicurezza a un evento di queste dimensioni?
«Le risorse a disposizione sono sufficienti a garantire i servizi e le attività che erano stati programmati. A Milano, nel vertice previsto in Prefettura, vedremo se c’è bisogno di altro».
«Le risorse a disposizione sono sufficienti a garantire i servizi e le attività che erano stati programmati. A Milano, nel vertice previsto in Prefettura, vedremo se c’è bisogno di altro».
C’è un raccordo con le polizie dei Pesi ospiti?
«Certamente. Da tempo lavorano i canali della
cooperazione internazionale di polizia, anche con i Paesi di maggiore
interesse. A giorni verrà aperta la sala operativa internazionale, che vedrà le
nostre forze di polizia impegnate fianco a fianco con quelle di nazioni straniere».
Lei verrà all’Expo di Milano?
«Certamente. Verrò e spero veramente, quel giorno, di
poter dire che l’evento si è svolto in grande sicurezza».
Pensa che l’Expo possa rappresentare davvero un
momento di ripartenza per il Paese?
«È un evento mondiale e può accompagnare la ripresa. Il calo del prezzo del petrolio, il cambio euro- dollaro stanno già sostenendo la ripresa, insieme alle scelte di politica economica e di riforme adottate dal governo. Adesso c’è da cogliere appieno questa occasione, mostrando una vetrina pulita, senza gli schizzi di fango della corruzione e delle infiltrazioni della criminalià».
«È un evento mondiale e può accompagnare la ripresa. Il calo del prezzo del petrolio, il cambio euro- dollaro stanno già sostenendo la ripresa, insieme alle scelte di politica economica e di riforme adottate dal governo. Adesso c’è da cogliere appieno questa occasione, mostrando una vetrina pulita, senza gli schizzi di fango della corruzione e delle infiltrazioni della criminalià».
Lei è stato un sostenitore dei protocolli Expo Mafia
Free: che bilancio dà di quest’esperienza?
«Il bilancio sta nelle decine di interdittive firmate dal prefetto di Milano. Hanno costituito un grande lavoro di prevenzione delle infiltrazioni mafiose».
«Il bilancio sta nelle decine di interdittive firmate dal prefetto di Milano. Hanno costituito un grande lavoro di prevenzione delle infiltrazioni mafiose».
Ministro, un’ultima domanda: l’Expo porterà 20 milioni
di visitatori e delegazioni da oltre 140 Paesi, si sente sotto pressione?
«La sfida è impegnativa, ma l’Italia ha le carte in
regola per vincerla. Al Viminale siamo sempre sotto pressione. La struttura
opera 24 ore al giorno, con un livello di impegno sempre al massimo».
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