giovedì 23 aprile 2015

pc 23 aprile - NEL PROCESSO ILVA LA REALTA' VERA, QUELLA DEGLI OPERAI E ABITANTI DEI QUARTIERI INQUINATI - MA IL SILENZIO INTORNO AL PROCESSO AIUTA RIVA

Nell'udienza del processo Ilva di ieri, nella discussione sul rito abbreviato richiesto dall'imputato Roberto Primerano, consulente della Procura di Taranto, accusato di falso ideologico, concorso in disastro doloso e avvelenamento di acque o sostanze alimentari, questa volta non si sono solo ascoltati articoli di legge, relazioni tecnico-legali, fredde arringhe, ma il grido dei morti e dei malati per il profitto di padron Riva.

Il PM Buccoliero nella sua lunga e articolata arringa ha detto:
Quanto accaduto e continua ad accadere "sembra una guerra. Ma è peggio di una guerra, perchè lavoratori e cittadini continuano a morire ancora".

Ma è stato soprattutto l'intervento dell'Avvocato di Torino, Bonetto, legale delle parti civili presentate dallo Slai cobas sc e dello stesso Slai cobas, che ha portato la "sostanza" di ciò che è in gioco nella grigie aule del processo.
Rifacendosi all'intervento del PM che aveva riportato la discussione ad un elemento di concretezza, che normalmente non è presente nelle udienze di questo Tribunale, ha detto che occorreva parlare di come vivono gli operai e gli abitanti dei quartieri inquinati, dell'angoscia continua di essere sempre a rischio malattia e morte.
Dalla ricostruzione fatta discende evidente il danno e la condizione di pericolo protrattasi nel tempo e che riguarda tutti.
Come si può quantificare un danno di questo genere?
Anche parlare di "danneggiati" non dà l'dea del dramma che si vive. Gli operai dell'Ilva, i lavoratori cimiteriali, gli abitanti dei Tamburi, di Paolo VI, ecc. sono delle vittime di un reato per incolumità pubblica.
Che paragone possiamo prendere per quantificare il risarcimento? Se questa che è vissuta a Taranto è una "guerra", allora il risarcimento almeno deve essere pari alla missione che ricevono i militari che vanno in zone di guerra; con la differenza che chi va in missione militare lo fa sapendo anche il rischio; mentre gli operai e gli abitanti non avevano mai pensato di essere del "marines", dei "soldati"! E questi rischi di morte di malattia normalmente non devono far parte delle loro vite!

Chiedendo poi il danno per lo Slai cobas, l'Avv. Bonetto ha aggiunto:
E' ovvio che falsificare i dati dell'inquinamento (per cui viene accusato Primerano) colpisce al cuore il sindacato, perchè un sindacato può difendere la condizione dei lavoratori, può mobilitarsi sulle richieste dei lavoratori, se e quando conosce la verità della situazione; se la realtà viene travisata si impedisce al sindacato di lottare a ragion veduta. Non solo, se l'O.S. denuncia una serie di fatti che poi l'azienda smentisce sulla base dei dati forniti da consulenti come il Primerano, si produce un discredito che ricade sul sindacato.


L'INCREDIBILE E GRAVE DISATTENZIONE LOCALE E NAZIONALE CHE STA ACCOMPAGNANDO IL PROCESSO ILVA RISCHIA DI AIUTARE RIVA E COMPLICI

Questo processo storico, mai si è fatto un tale processo con tanti imputati e per tanti reati, a livello internazionale; un processo che rappresenta di fatto “la madre di tutti i processi” di questo tipo e quindi può segnare nel bene e nel male altri processi, si svolge nel silenzio della stampa e Tv nazionali, e in una sostanziale disattenzione a livello locale.
L'Avv. Bonetto, delle parti civili e dello Slai cobas ha detto: “Se avremo aule vuote rischiamo di avere sentenze brutte, se invece vengono e si parla di cosa succede nelle aule è possibile che le sentenze fotografano quello che è effettivamente accaduto”.

Questo silenzio è frutto essenzialmente dell'appoggio da parte di tutte le forze politiche, sindacali nazionali e locali del decreto Ilva, in particolare l'ultimo del governo Renzi.
Ma anche le forze che si oppongono ad esso, non chiamano i lavoratori, gli abitanti di Taranto a farsi sentire in prima persona. Fanno i concerti su “legalità e giustizia” mentre lasciano in pace questo processo dove si deve per forza affermare “legalità e giustizia”, dove o entra la lotta di classe tra interessi degli operai e dei cittadini di Taranto e la logica assassina del profitto padronale o ancora una volta Riva e soci non pagheranno per questo crimine.

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