Un'analisi di classe della crisi ucraina
- contropiano
- Viktor Shapinov
13 giugno 2014
– Le origini sociali e di classe della crisi ucraina non sono state
indagate a fondo. L'attenzione si è concentrata principalmente
sull'aspetto politico degli eventi e si è permesso che la loro base
socioeconomica passasse in secondo piano.
Quali sono state le forze di classe dietro il rovesciamento del regime
di Yanukovich, l'insediamento di un nuovo regime a Kiev e l'ascesa degli
anti-Maidan e del movimento nel sud-est?
La crisi del capitalismo ucraino
La crisi ucraina non è un fenomeno nazionale
isolato. Per una serie di motivi, l'Ucraina è stata “l'anello debole” ed
è diventata la prima vittima del crollo del modello economico basato
sulla regola del dollaro come valuta di riserva mondiale e sull'uso
della domanda di credito al consumo
come meccanismo di crescita economica [1]. L'economia ucraina è stata
tra le più vulnerabili nel contesto della crisi globale, questo ha
portato a una frattura nella la classe dominante ed a un'aspra lotta che
è visibile da diversi mesi . L'economia del capitalismo ucraino ha
preso forma dal collasso del complesso economico dell'Unione Sovietica,
dalla privatizzazione della proprietà collettiva e dall'integrazione nel
mercato globale. Questi processi hanno portato al degrado della
struttura economica della Repubblica Socialista Sovietica Ucraina, che
era al decimo posto nella classifica mondiale dello sviluppo economico.
L'Ucraina in epoca sovietica aveva un'economia complessa e sviluppata in
cui avevano un ruolo di primo piano l'industria metalmeccanica e la
produzione di beni ad alto valore aggiunto.
L'integrazione nel mercato globale ha portato al
crollo dei settori di alta tecnologia. “Mentre l'economia dell'URSS era
orientata alla soddisfazione dei bisogni di produzione e consumo
personale interno e sviluppata in maniera più o meno rifinita,
l'economia capitalistica ucraina è stata “formattata” in base alle
richieste della divisione mondiale del lavoro. La vittima principale di
questo processo è stata la produzione ad alta specializzazione – la
costruzione di macchinari, l'industria leggera, la creazione di congegni
meccanici, strumenti e radio-elettronica e la produzione di turbine,
velivoli e automobili [2]. Dopo la distruzione della produzione
complessa, il ruolo giocato dal settore delle materie prime destinate
all'esportazione e da settori con un basso livello di valore aggiunto ha
guadagnato un'importanza catastroficamente elevata. Gli imprenditori di
questi settori hanno costituito un livello dell'oligarchia che ha
controllato l'insieme dell'economia del paese attraverso quasi l'intero
periodo dell'”indipendenza”. Questo livello, orientato verso la
produzione di materie prime da esportare, ha sfruttato in maniera
spietata il potenziale produttivo ereditato dall'URSS. Grazie alla sua
posizione economica, l'oligarchia ucraina non solo non si è interessata
allo sviluppo del mercato interno ma, in molti casi, ha anche avuto un
atteggiamento predatorio nei confronti delle sue stesse attività
produttive, preferendo esportare capitali verso i paradisi fiscali
anziché usarli per sviluppare la produzione. Un totale di più di 165
miliardi di dollari è stato fatto uscire dall'Ucraina e investito
offshore. [3] Il modello economico di esportazione periferica ha una
natura “cannibale” ed è basato sull'esaurimento di ciò che eè stato
ereditato dall'Unione Sovietica. Anche prima dell'inizio della crisi
globale, la metallurgia ferrosa – la “locomotiva” dell'economia
periferica ucraina che costituiva il 40-50% delle esportazioni – ha
mostrato “evidenti fragilità strutturali: tecnologie obsolete, alta
intensità di manodopera (produrre una tonnellata di acciaio in Ucraina
richiedeva 52,8 ore lavorative, contro le 38.1 della Russia e le 16.8
della Germania), alto consumo energetico e dipendenza da fonti
energetiche estere (soprattutto russe). Finché i prezzi erano alti
queste debolezze non avevano un'importanza decisiva, ma il peggioramento
della congiuntura le ha rese una seria minaccia. “Gli altri settori
competitivi dell'economia Ucraina – la produzione agricola (in parte,
colture ad uso industriale), l'industria chimica (principalmente la
produzione di fertilizzanti minerali) e l'industria estrattiva (metalli
ferrosi e carbone)- riguardavano principalmente i materiali grezzi ed
erano diretti all'esportazione. A causa della limitatezza del mercato
interno, i settori produttivi rimanenti (con l'eccezione dell'industria
agroalimentare) si sono sviluppati solo ai fini di rifornire i settori
volti all'esportazione. In linea di massima queste aree dell'economia
erano quelle caratterizzate dai salari e dai saggi di profitto più
bassi. [4] Col declino della produzione nazionale nei comparti diversi
da quello delle materie prime destinate all'esportazione, è cresciuta la
dipendenza dall'importazione. La fetta rappresentata dai beni di
produzione ucraina nella bilancia commerciale è crollata, mentre sono
aumentate le importazioni. Dalla metà degli anni 2000 le importazioni
hanno superato le esportazioni [5]. La differenza è stata compensata da
una crescita del debito estero, sia pubblico che societario.[6] Con la
crisi globale cominciata nel 2008 la domanda
rispetto alle esportazioni ucraine è tendenzialmente caduta, mentre il
prezzo delle importazioni è cresciuto contemporaneamente all'aumento
della dipendenza dai beni importati. Il modello di capitalismo ucraino è
crollato.
La crisi e la frattura nella classe dominante
La crisi crescente ha creato una grave lotta
interna alla classe dominante. In quel momento il gruppo di punta in
quella classe – una dozzina di miliardari – era già pronto
all'integrazione nelle élite mondiali e cercava un modo per
“accreditare” i suoi capitali in Occidente. Tali miliardari avevano
accumulato capitali sufficienti a essere trasformati in attività
finanziarie e industriali in Occidente, mentre la crescente crisi
sistemica in Ucraina aveva reso il paese non più attraente per i grandi
affari. Il mezzo usato per legittimare questo passaggio è stata la
cosiddetta “Eurointegrazione”, attraverso cui i miliardari ucraini, in
cambio della fine del protezionismo interno e della resa ai monopoli
internazionali, furono riconosciuti dall'Europa. Il fatto che il prezzo
sarebbe stato la distruzione di vari settori produttivi e una nuova
spirale di deindustrializzazione, con un'inevitabile crescita della
disoccupazione e di altre problematiche sociali, non ha preoccupato
minimamente questo gruppo di punta della classe dominante. [7] Gli
oligarchi di medio e basso livello, che vedevano ancora l'Ucraina come
un'arena in cui poter fare affari e che non avevano capitali sufficienti
all'integrazione nelle élite mondiali svilupparono una tiepida
resistenza a questo processo. Costoro non avevano ancora sfruttato
appieno tutte le opportunità offerte dall'Ucraina “indipendente” ai fini
di essere promossi nella “serie a” dei miliardari; di conseguenza,
erano riluttanti ad accettare una resa completa del mercato interno ai
“partner” europei. [8] Per un certo periodo la leadership del paese,
nella persona di Victor Yanukovich, il presidente eletto nel 2010, ha
oscillato tra il “partito dei miliardari” e il “partito dei milionari”,
aspirando a una versione dell'”Eurointegrazione” che potesse soddisfare
entrambi gli schieramenti. L'esito è stato che Yanukovich fu costretto a
respingere la sottoscrizione già programmata a Vilnius a dicembre del
2013 di un accordo su una zona di libero scambio, poiché l'accordo
minacciava gli interessi economici di un'importante parte della
borghesia ed avrebbe avuto conseguenze sociali catastrofiche. Inoltre
dietro il bisogno di un processo di “integrazione” c'era un'impellente
necessità di crediti, i quali sarebbero potuti venire solo dalle
organizzazioni finanziarie internazionali (il Fondo Monetario
Internazionale) o dalla Federazione Russa. A differenza dell'FMI, la
Russia non ha posto come condizione per fornire crediti l'attuazione di
riforme antisociali: Questo ha fatto propendere Yanukovich per un rinvio
della sottoscrizione di un accordo di associazione con l'Unione europea
e dell'accordo sul libero scambio. La reazione del “partito dei
miliardari”, che avevano scommesso sull'integrazione con l'Europa, è
diventata Euromaidan.
Euromaidan: i fomentatori, il nucleo, la base sociale
Nella fase iniziale di Euromaidan, la
partecipazione delle masse popolari era minima. I primi giorni erano
presenti principalmente impiegati ed attivisti delle ONG
filo-occidentali e membri di gruppi neonazisti (l'organizzazione Svoboda
[“Libertà”] ed altre forze che in seguito avrebbero formato il Settore
Destro). Euromaidan ha assunto un carattere genuinamente di massa solo
dopo che i dimostranti sono stati sgomberati da piazza Maidan la notte
del 30 novembre 2013. L'assalto fu mostrato dal vivo su tutti i canali
televisivi controllati dagli oligarchi. In seguito i loro telegiornali
mostrarono video a ripetizione con persone picchiate, con le teste
insanguinate e così via. Gli spettatori furono costretti a subire un
fuoco di fila propagandistico, con un'informazione finalizzata a indurre
i cittadini a partecipare alle proteste. Un esempio fu la notizia che
uno studente era stato ucciso dall'esercito durante lo sgombero della
piazza il 30 novembre. Si scoprì più tardi che lo studente aveva
semplicemente preso una pausa di qualche giorni in compagnia dei suoi
amici nazionalisti e non si era messo in contatto con la famiglia.
Simili disinformazioni provocatorie sono state ripetutamente mandate in
onda e sfruttate ogni volta dai media degli oligarchi. Non sono stati
usati solo i canali televisivi controllati dagli oligarchi per
mobilitare le masse di residenti a Kiev a partecipare alle adunate della
domenica, chiamate “veglie”, a Maidan. E'stata condotta una campagna
ampia e ben finanziata di agitazione; ha incluso il volantinaggio con
appelli a recarsi a Maidan in ogni buca delle lettere
a Kiev, una città di 4 milioni di abitanti. La forza egemone di Maidan,
presente costantemente e attiva negli scontri armati con le forze
dell'ordine, era costituita da militanti neonazisti (provenienti
soprattutto dalle curve degli stadi di calcio) e da gente senza arte né
parte venuta dalle regioni centrali e occidentali del paese. Per diversi
mesi queste persone hanno vissuto a Maidan, dove gli venivano forniti
cibo e denaro. Questo testimonia il finanziamento ben organizzato di
Maidan da parte dell'oligarchia ucraina. Questo finanziamento è stato
dato attraverso i tre partiti parlamentari di opposizione e attraverso
le ONG. E' anche andato direttamente ai gruppi paramilitari neonazisti.
Già a dicembre la tendenza nazionalista e ideologica del movimento di
Maidan era visibile chiaramente. Come ha fatto notare la coalizione di
sinistra Borotba (“Lotta”): Un successo indubbio dei nazionalisti è
stato il fatto che, grazie al loro alto livello di attività, sono
riusciti a imporre la loro leadership ideologica sull'Euromaidan. Ne
sono prova gli slogan che sono diventati parole d'ordine per le masse di
gente che si aduna in piazza e per gli attivisti. Questi slogan
includono il grido “Gloria all'Ucraina – gloria agli eroi”, che assieme
al saluto romano costituiva il saluto dell'Organizzazione dei
Nazionalisti Ucraini nel 1941. Altri slogan simili sono “Gloria alla
nazione – morte ai suoi nemici!” e “L'Ucraina sopra a tutto!”
(traduzione del tedesco “Deutschland über alles”). Gli altri partiti
d'opposizione semplicemente non sono stati capaci di avere una linea
politica chiara e di avere slogan forti, così i settori liberali
d'opposizione hanno accettato gli slogan nazionalisti e l'agenda
politica nazionalista... Timidi tentativi da parte dell'ala liberale
della protesta di sfuggire al controllo ideologico dei nazionalisti, per
esempio urlando frasi più politicamente corrette al posto di “Morte ai
nemici!” sono generalmente sfociati in un fallimento.. Non solo perché
le organizzazioni nazionaliste hanno una particolare capacità di
attrarre un seguito di massa attivo e ideologicamente appassionato, ma
anche perché la maggioranza liberale nelle proteste ha fallito nel
proporre un qualsiasi piano d'azione chiaro. In una simile situazione i
nazionalisti, essendo gli elementi più attivi e radicali, hanno
incarnato l'immagine dell'avanguardia dell'intero movimento. [9]
Un ulteriore segno della posizione dominante
dell'ultradestra è stata la distruzione da parte degli attivisti di
Euromaidan del monumento a V.I. Lenin di Piazza Bessarabia. Quest'atto
barbarico non è stato condannato dall'ala liberale di Maidan. Frammenti
del monumento sono stati mostrati sul podio di Maidan, con le urla
d'approvazione della folla. [10] La direzione anti-sinistra e
anti-comunista del movimento Maidan è stata evidente nel pestaggio di
due attivisti di Borotba, i fratelli Levin, che avevano tenuto un
picchetto sindacale vicino Maidan. Pare che i due fratelli avessero una
bandiera rossa. Dal podio è venuta la richiesta di fargliela pagare.[11]
A dirigere la rappresaglia, il deputato di Svoboda Miroshnichenko. A
gennaio, il contenuto ideologico e politico di Maidan sarebbe stato
ovvio per qualsiasi osservatore senza pregiudizi.[12] All'epoca, abbiamo
definito ciò che stava succedendo come “una rivolta
liberal-nazionalista con visibile e crescente partecipazione da parte di
elementi dichiaratamente nazisti del Settore Destro”. [13] Il nocciolo
duro di Maidan era quindi costituito da neonazisti e attivisti dei
partiti politici d'opposizione. Chi, allora, costituiva la “carne” di
Euromaidan? Chi erano le migliaia di persone che supportavano il
movimento? Dei partecipanti alle manifestazioni, circa la metà erano
attivisti provenienti da altre regioni. Tra quelli che hanno risposto a
un sondaggio,
il 50% era di Kiev e il 50% era venuto a Maidan da altre regioni. Di
questi ultimi, il 52% proveniva dall'Ucraina occidentale, il 31% dalle
province centrali e solo il 17% dal sud-est-[14]. Di quelli che stavano
costantemente in piazza il 17% era imprenditore, un numero
esageratamente alto. Esageratamente pochi, invece, erano i russofoni, il
16%, rispetto al loro 40-50% nella società ucraina nel suo
complesso.[15] Ci si può fare un'idea chiara della fisionomia sociale di
Maidan guardando al fatto che tra i “cento del Paradiso” che sono morti
non c'è un singolo lavoratore. [16]
Euromaidan è quindi un movimento avviato e controllato dagli oligarchi di primo piano.
La sua base politica è costituita da nazionalisti radicali ed in misura
minore da liberali filo-occidentali, mentre la sua base sociale è
formata da piccolo-borghesi ed elementi sottoproletari.
Al contrario, il movimento di resistenza nel
sud-est è più proletario nella sua composizione, come hanno notato
osservatori indipendenti. Non è un caso che la resistenza alla junta di
oligarchi e nazisti che ha preso il potere grazie a Maidan sia maturata
nelle regioni più sviluppate dal punto di vista industriale, dove la maggioranza della popolazione è costituita dalla classe operaia.
http://borotba.org/a_class_analysis_of_the_ukrainian_crisis.html (Nella foto, iniziative di Borotba)
Note
[1] Per un'analisi più dettagliata, guarda il nostro documento Mirovoykrizis i ukrainskiyperiferiynyykapitalizm (“La crisi globale e il capitalismo periferico ucraino”), scritto prima degli eventi di Maidan e consultabile su http://liva.com.ua/crisis-report.html.
[2]Viktor Shapinov. Neoliberal’nyytupikdlyaUkrainy (“Un vicolo cieco neoliberale per l'Ucraina”)http://liva.com.ua/dead-end.html.
[3] Circa il 90% degli investimenti esteri diretti dell'Ucraina è andato a Cipro. Questo paese è anche l'origine dell'80-90% degli investimenti esteri diretti che arrivano in Ucraina. Questo denaro non è, infatti, investimento estero, bensì semplicemente rappresenta i fondi che sono stati portati fuori dall'Ucraina ed in un secondo momento tornano indietro. Durante il decennio del 2000, gli investimento offshore a Cipro hanno fornito un modo comodo per l'oligarchia ucraina di evitare il pagamento delle tasse. Nel 2012 l'investimento estero diretto totale ammontava a 6 miliardi di dollari, mentre il totale dei trasferimenti di denaro da individui privati (principalmente trasferimenti di denaro da lavoratori migranti alle loro famiglie) arrivava a 7 miliardi e mezzo di dollari. I lavoratori dipendenti hanno quindi investito più soldi nell'economia del paese rispetto alla borghesia (vedi, per esempio http://dt.ua/ECONOMICS/suma-groshovih-perekaziv-zarobitchan-vpershe-perevischila-obsyag-inozemnih-investiciy-119740_.html )
[4]Viktor Shapinov. Neoliberal’nyytupikdlyaUkrainy (“Un vicolo cieco neoliberale per l'Ucraina”)http://liva.com.ua/dead-end.html.
[5] Ibid.
[6] Dinamiche della bilancia dei pagamenti dell'Ucraina:
[1] Per un'analisi più dettagliata, guarda il nostro documento Mirovoykrizis i ukrainskiyperiferiynyykapitalizm (“La crisi globale e il capitalismo periferico ucraino”), scritto prima degli eventi di Maidan e consultabile su http://liva.com.ua/crisis-report.html.
[2]Viktor Shapinov. Neoliberal’nyytupikdlyaUkrainy (“Un vicolo cieco neoliberale per l'Ucraina”)http://liva.com.ua/dead-end.html.
[3] Circa il 90% degli investimenti esteri diretti dell'Ucraina è andato a Cipro. Questo paese è anche l'origine dell'80-90% degli investimenti esteri diretti che arrivano in Ucraina. Questo denaro non è, infatti, investimento estero, bensì semplicemente rappresenta i fondi che sono stati portati fuori dall'Ucraina ed in un secondo momento tornano indietro. Durante il decennio del 2000, gli investimento offshore a Cipro hanno fornito un modo comodo per l'oligarchia ucraina di evitare il pagamento delle tasse. Nel 2012 l'investimento estero diretto totale ammontava a 6 miliardi di dollari, mentre il totale dei trasferimenti di denaro da individui privati (principalmente trasferimenti di denaro da lavoratori migranti alle loro famiglie) arrivava a 7 miliardi e mezzo di dollari. I lavoratori dipendenti hanno quindi investito più soldi nell'economia del paese rispetto alla borghesia (vedi, per esempio http://dt.ua/ECONOMICS/suma-groshovih-perekaziv-zarobitchan-vpershe-perevischila-obsyag-inozemnih-investiciy-119740_.html )
[4]Viktor Shapinov. Neoliberal’nyytupikdlyaUkrainy (“Un vicolo cieco neoliberale per l'Ucraina”)http://liva.com.ua/dead-end.html.
[5] Ibid.
[6] Dinamiche della bilancia dei pagamenti dell'Ucraina:
1999: +$1.658 miliardi
2000: +$1.481 miliardi 2001: +$1.402 miliardi 2002: +$3.173 miliardi
2003: +$2.891 miliardi 2004: +$6.909 miliardi 2005: +$2.531 miliardi
2006: –$1.617 miliardi 2007: –$5.272 miliardi 2008: –$12.763 miliardi
2009: –$1.732 miliardi 2010: –$3.018 miliardi 2011: –$10.245 miliardi
2012: –$14.761 miliardi 2013 (primi sei mesi): –$3.742 miliardi
Dinamiche del debito estero lordo dell'Ucraina (statale e privato)
1 gennaio 2004: $23.811 miliardi 1 gennaio 2005: $30.647 miliardi 1 gennaio 2006: $38.633 miliardi 1 gennaio 2007: $54.512 miliardi 1 gennaio 2008: $82.663 miliardi 1 gennaio 2009: $101.654 miliardi 1 gennaio 2010: $103.396 miliardi 1 gennaio 2011: $117.345 miliardi 1 gennaio 2012: $126.236 miliardi 1 gennaio 2013: $135.065 miliardi 4 gennaio 2013: $136.277 miliardi
[7] Per le conseguenze dell'ingtegrazione economica con l'Unione Europea, guarda il report Mirovoykrizis i ukrainskiyperiferiynyykapitalizm (“La crisi globale e il capitalismo periferico ucraino”), scritto prima degli eventi di Maidan e consultabile su http://liva.com.ua/crisis-report.html.
Dinamiche del debito estero lordo dell'Ucraina (statale e privato)
1 gennaio 2004: $23.811 miliardi 1 gennaio 2005: $30.647 miliardi 1 gennaio 2006: $38.633 miliardi 1 gennaio 2007: $54.512 miliardi 1 gennaio 2008: $82.663 miliardi 1 gennaio 2009: $101.654 miliardi 1 gennaio 2010: $103.396 miliardi 1 gennaio 2011: $117.345 miliardi 1 gennaio 2012: $126.236 miliardi 1 gennaio 2013: $135.065 miliardi 4 gennaio 2013: $136.277 miliardi
[7] Per le conseguenze dell'ingtegrazione economica con l'Unione Europea, guarda il report Mirovoykrizis i ukrainskiyperiferiynyykapitalizm (“La crisi globale e il capitalismo periferico ucraino”), scritto prima degli eventi di Maidan e consultabile su http://liva.com.ua/crisis-report.html.
[8]”Per un
lungo periodo gli oligarchi hanno determinato il carattere interno del
sistema statale. Ma a un certo punto sono giunti alla conclusione di
aver preso tutto ciò che si poteva prendere dall'Ucraina indipendente ed
ormai erano tra i super-ricchi del mondo. Da questo punto in poi hanno
affrontato la questione di come conservare ciò che avevano conquistato
'attraverso un duro lavoro'. Gestire ciò nei confini del loro paese
sembrava loro irrealistico, poiché in ogni momento un determinato,
imprevedibile leader carismatico o partito avrebbe potuto prendere il
potere e dichiarare una ripubblicizzazione... Per evitare un simile
sviluppo, gli oligarchi hanno stretto un tacito accordo per 'consegnare'
la sovranità dell'Ucraina per 'stare al sicuro' nelle strutture
europee. In cambio, esse avrebbero assicurato l'applicazione sul
territorio ucraino delle leggi
di difesa economica e sociale che garantiscono l'inviolabilità della
proprietà sul territorio europeo. Gli oligarchi hanno provato ad avviare
questo processo con la sottoscrizione di un accordo di associazione con
l'Unione Europea.” DmitriyVydrin Evromaydan – bunt
milliarderovprotivmillionerov (“Euromaidan – una rivolta di miliardari
contro i milionari”) http://glagol.in.ua/2014/01/23/dmitriy-vyidrin-evromaydan-bunt-milliarderov-protiv-millionerov/#ixzz2yHYP6PXR.
[9] Guarda Sergey Kirichuk. Aktivnoeuchastienatsionalistov – klyuchevoyfaktorpadeniyapopulyarnostiMaydana (“La partecipazione attiva dei nazionalisti- il fattore chiave nel declino della popolarità di Maidan”) http://borotba.org/sergei-kirichuk-uchastie-nacionalistov-factor-padeniya-populyarnosti-maidana.html.
[10] La notizia della distruzione barbarica del monumento a V.I. Lenin non ha incontrato la condanna dei leader di Maidan”, ha scritto Borotba all'epoca. “Al contrario, gli oppositori liberali stanno sostenendo i loro fratelli adottivi neonazisti. Come è evidente, il volto ideologico di Maidan non è determinato dal settore liberale dell'opposizione, ma dalle forze di estrema destra, neonazioste” (http://borotba.org/oni-mogut-unichtojit-pamyatnik-no-ne-ideyu.html). Dal podio, il deputato del partito di ultradestra Svoboda Andrey Ilenko ha mostrato frammenti del monumento (http://podrobnosti.ua/society/2013/12/08/946901.html?cid=5408279).
[11] Guarda http://borotba.org/napadenie-nacistov-na-levyh.html,http://revizor.ua/news/evromaidan/20131210_levin and http://jungle-world.com/artikel/2014/02/49128.html.
[12] Guarda, per esempio, quest'articolo su The Nation: http://www.thenation.com/article/178013/ukrainian-nationalism-heart-euromaidan#.
[13] http://borotba.org/noviy-etap-politicheskogo-protivistoyania.html
[14] Sondaggio condotto dalla fondazione Iniziativa Democratica il 6 febbraio http://www.dif.org.ua/ua/polls/2014_polls/vid-maidanu-taboru-do-maidan.htm.
[15] Ibid. [16]”Un'altra caratteristica importante della lista di vittime è che tra i morti, praticamente nessuno apparteneva alla classe lavoratrice o lavorava in grandi ditte industriali... Questo fatto, che la punta avanzata della violenza rivoluzionaria di Euromaidan sia formata da membri del sottoproletariato e dell'intellighenzia (la 'classe creativa'), assieme a persone di province remote che ad essi si sono uniti, riflette la differenza fondamentale tra le strutture sociali tra l'Ucraina orientale e quella occidentale, una differenza che si sovrappone alle differenze di mentalità tra le due parti del paese” (http://kavpolit.com/articles/litso_pogibshego_majdana-1526/).
[9] Guarda Sergey Kirichuk. Aktivnoeuchastienatsionalistov – klyuchevoyfaktorpadeniyapopulyarnostiMaydana (“La partecipazione attiva dei nazionalisti- il fattore chiave nel declino della popolarità di Maidan”) http://borotba.org/sergei-kirichuk-uchastie-nacionalistov-factor-padeniya-populyarnosti-maidana.html.
[10] La notizia della distruzione barbarica del monumento a V.I. Lenin non ha incontrato la condanna dei leader di Maidan”, ha scritto Borotba all'epoca. “Al contrario, gli oppositori liberali stanno sostenendo i loro fratelli adottivi neonazisti. Come è evidente, il volto ideologico di Maidan non è determinato dal settore liberale dell'opposizione, ma dalle forze di estrema destra, neonazioste” (http://borotba.org/oni-mogut-unichtojit-pamyatnik-no-ne-ideyu.html). Dal podio, il deputato del partito di ultradestra Svoboda Andrey Ilenko ha mostrato frammenti del monumento (http://podrobnosti.ua/society/2013/12/08/946901.html?cid=5408279).
[11] Guarda http://borotba.org/napadenie-nacistov-na-levyh.html,http://revizor.ua/news/evromaidan/20131210_levin and http://jungle-world.com/artikel/2014/02/49128.html.
[12] Guarda, per esempio, quest'articolo su The Nation: http://www.thenation.com/article/178013/ukrainian-nationalism-heart-euromaidan#.
[13] http://borotba.org/noviy-etap-politicheskogo-protivistoyania.html
[14] Sondaggio condotto dalla fondazione Iniziativa Democratica il 6 febbraio http://www.dif.org.ua/ua/polls/2014_polls/vid-maidanu-taboru-do-maidan.htm.
[15] Ibid. [16]”Un'altra caratteristica importante della lista di vittime è che tra i morti, praticamente nessuno apparteneva alla classe lavoratrice o lavorava in grandi ditte industriali... Questo fatto, che la punta avanzata della violenza rivoluzionaria di Euromaidan sia formata da membri del sottoproletariato e dell'intellighenzia (la 'classe creativa'), assieme a persone di province remote che ad essi si sono uniti, riflette la differenza fondamentale tra le strutture sociali tra l'Ucraina orientale e quella occidentale, una differenza che si sovrappone alle differenze di mentalità tra le due parti del paese” (http://kavpolit.com/articles/litso_pogibshego_majdana-1526/).
Di Viktor Shapinov, tradotto dal sito ucraino
Liva (La sinistra), tradotto da Renfrey Clarke per Links International
Journal of Socialist Renewal
Nessun commento:
Posta un commento