giovedì 26 giugno 2014

pc 26 giugno - PER I BORGHESI E' LA "COSCIENZA" CHE DETERMINA LA PRASSI SOCIALE, MA... NON SI "SALVANO LA LORO COSCIENZA"

Un articolo di fondo apparso la scorsa settimana su Sole 24 Ore di Bruno Forte, intitolato "LA COSCIENZA MORALE IN GIOCO" (di cui sotto riportiamo alcuni stralci), mette ben in luce la concezione ("spontanea" e non) antimaterialista dei borghesi che pensano che il problema stia tutto nella coscienza individuale - indipendentemente dal sistema sociale capitalista in cui viviamo e dalla collocazione di ogni individuo in questo sistema economico-politico, indipendentemente dalle classi. Conseguenza di questo è una valutazione morale, o meglio moralista degli avvenimenti - che ha come effetto la giustificazione dell'azione (sia pur "aberrante e da condannare"...) dell'individuo, fino a quella degli Stati; a meno che, per cambiarla, ci sia l'intervento di un'altra "coscienza" buona (ora il papa Bergoglio - "in nome di Dio" - è la "coscienza buona" più gettonata).
Questo porta chiaramente alla considerazione di fatto dell'immutabilità della realtà, dell'inevitabilità del perpetuarsi di questioni sempre più di fondo e caratterizzanti questa sistema borghese nel suo stadio putrescente (i femminicidi, la corruzione dilagante di tutti i partiti politici, uomini delle Istituzioni, ecc.), come delle politiche di guerra, oppressione e sterminio degli Stati, vedi Israele...; visto che esse sono il prodotto della "eterna lotta tra il bene e il male" che può risolversi verso il "bene" solo per l'intervento dall'"alto".
Questa concezione è sia, dicevamo, "spontanea", nel senso che è propria/naturale della borghesia, sia, soprattutto, usata coscientemente (qui è appropriato il termine "coscienza") per falsare l'analisi e la lettura storico materialista della realtà del loro sistema borghese, delle tragiche conseguenze di esso per i proletari, le masse popolari, per le donne, per i popoli nel mondo; per continuare a imporre come uniche e legittime le loro visioni, le loro concezioni, la loro "morale", tanto più nel momento in cui queste concezioni servono ai borghesi, agli Stati per mantenersi a galla, nella fase di crisi economiche e politiche ricorrenti e sempre più gravi, nella fase morente del loro sistema, che mostra sempre più agli occhi dei proletari e dei popoli la necessità della rivoluzione.

Queste concezioni hanno due caratteristiche, da un lato sono di poco superiori a "luoghi comuni", e sia pur espressi da un giornalista (che forse si crede intellettuale) sono un imbellettamento di "chiacchiere da bar" (sull'assassino della moglie e dei figli: "gabbia imposta alla sua libertà... immane potenzialità del male che ogni essere umano è capace di compiere..."; sui miliardi rubati nei lavori dell'Expo e del Mose: "...è perfino incredibile che personaggi potenti, cui non mancava nulla, abbiano mostrato un'avidità speculare all'estendersi del loro potere..."; sull'incontro in Vaticano di Peres e Mazen: "...sulla disumanità vinca l'umanità dell'uomo..."). Dall'altro - e soprattutto - vogliono essere una precisa indicazione "CONTRO":
"contro"  la lotta delle donne che deve inevitabilmente e necessariamente diventare sempre più tremenda e generale contro gli 'uomini che odiano le donne', contro 'i padroni, i governi, gli Stati che odiano le donne';
"contro" la lotta dei proletari e delle masse popolari che devono trasformare la loro indignazione, ribellione in lotta per rovesciare un sistema economico, politico basato sullo sfruttamento, sulla miseria della maggioranza e l'arricchimento di un'estrema minoranza, sull'ingiustizia sistemica;
"contro" la lotta dei popoli, e del popolo palestinese nello specifico contro lo Stato fascista, assassino di Israele, che dopo aver ricevuto la benedizione da Bergoglio ha ripreso ad uccidere giovani, donne, bambini palestinesi.

Quindi, il nostro caro pennivendolo passa dalla "alta coscienza morale" all'indicazione concreta della via, sempre più "bassa", di lasciar fare ai "ben pensanti" e a "Dio"...

STRALCI DALL'ARTICOLO
Tre avvenimenti recenti, di natura molto diversa, mi inducono a proporre una riflessione che si muove fra cronaca e storia, volta ad evidenziare gli aspetti della coscienza morale che sono in gioco in essi e che riguardano ognuno di noi.
Il primo è la terribile vicenda del giovane uomo di Motta Visconti che ha ucciso la moglie e i due figlioletti, confessando poi di averlo fatto perché li sentiva come una gabbia imposta alla sua libertà... L'atrocità del fatto suscita immensa pietà verso le vittime, ponendo al contempo la domanda su come sia stato possibile che nella coscienza di una persona all'apparenza normale abbia potuto maturarsi un simile proposito. Interrogativi come questo non trovano facili risposte: soprattutto non devono far spazio a giudizi sommari, tanto in senso colpevolista, quanto in direzione della pietà che lo stesso carnefice suscita per aver distrutto con le proprie mani i beni più preziosi della propria esistenza. Un aspetto emerge da questa vicenda, e cioè l'immane potenzialità del male che ogni essere umano è capace di compiere...
Kant definiva «male radicale» questo magma che si agita nell'abisso del cuore... «Potremo chiamarla una tendenza naturale al male... l'origine del male non può venire dal di fuori dell'uomo e va cercata nell'abisso stesso della sua libertà...

Sia pur in termini più temperati, la lotta fra male e bene si affaccia in altri tristissimi fatti di cronaca degli ultimi tempi: mi riferisco alla corruzione e al latrocinio che sono emersi dalle inchieste sulla realizzazione di opere che avrebbero dovuto essere fiore all'occhiello dell'iniziativa pubblica e dell'imprenditoria del nostro Paese. Si tratta da una parte degli scandali connessi a Expo 2015, dall'altra delle tangenti pagate ai corrotti nelle opere relative al Modulo Sperimentale Elettromeccanico, progettato per la difesa di Venezia e della laguna dalle acque alte. È perfino incredibile che personaggi potenti, cui non mancava nulla, abbiano mostrato un'avidità speculare all'estendersi del loro potere. Anche qui viene da chiedersi come sia stato possibile che l'ostentazione di pubbliche virtù e la dichiarata volontà di servizio al bene comune potessero collegarsi così sfrontatamente con la voracità di guadagni facili e smisurati... La cecità del corruttore e del corrotto sta nel mettere al centro della propria azione unicamente se stesso e il proprio interesse, sacrificando come irrilevanti le esigenze del bene comune...

Un terzo evento accaduto nelle ultime settimane, precisamente l'8 giugno, può aiutarci a riconoscere alcune prospettive di luce e di speranza riguardo alla vittoria del male, che sembra devastare le coscienze e dominare la scena della storia: è l'incontro di preghiera promosso in Vaticano da Papa Francesco con la partecipazione dei Presidenti di Israele e della Palestina, Shimon Peres e Abu Mazen. Il valore unico di quest'avvenimento sta nel cambiamento di prospettiva che esso introduce rispetto a ogni precedente ricerca "ufficiale" della pace in Medio Oriente... mettersi insieme al cospetto dell'Eterno vuol dire riconoscere i propri limiti e la propria debolezza, misurare il bene della pace da cercare non solo sul proprio interesse, ma su quello di tutti, e specialmente dei poveri...
...l'imperativo morale assoluto, riconducibile alla voce della coscienza, e il suo fondamento trascendente, che i credenti riconoscono nel giudizio di Dio, sono le vie da riscoprire e riproporre sempre di nuovo, a tutti e in ogni occasione possibile, perché sulla disumanità vinca l'umanità dell'uomo e sulla seduzione del male la forza alla fine vittoriosa del bene...

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