I primi passi della lista Grillo dimostrano in maniera
quasi spudorata che quello che diciamo è giusto e vero. Lui ha
accentuato i suoi caratteri autoritari con le tradizionali
affermazioni dei demagoghi, 'che tutti sono contro di lui', la stampa
in primis che viene attaccata ed esclusa, quando non è affatto vero,
la stampa sta diventando il principale alleato di Grillo, come lo è
stata la televisione durante la campagna elettorale, amplificandone
il messaggio, gonfiandone il carisma e presentandolo come il
contraltare di tutto il sistema politico. Parla solo alla stampa
estera dove si arrota come un pavone vanesio, con segnali e minacce
al sistema, ripetendo il copione tradizionale dei demagoghi
dell'estrema destra.
Intanto
procede nella marcia verso il parlamento, costruendo i cosiddetti
“deputati” come soldatini di piombo. Ma il vero humus di alcuni
di essi non può che venir fuori, appena parlano sputano il cuore
nero. Così vediamo la capogruppo un giorno dire che il fascismo ha
avuto alti valori, un altro giorno che l'art. 18 è un'aberrazione.
Dei
“signori-nessuno” sono pronti a giocare il ruolo di gregari
investiti del potere.
Lo
stile di Grillo verso le proposte dei partiti è il solito degli
avventurieri e dei ricattatori politici, fatto di affermazioni subito
dopo smentite, di un abbaiare su questioni secondarie che lasciano
sul campo solo la verità del “dateci il governo”, “andiamo a
votare per prendere il 100%” e così via.
Non
mancano anche sulla stampa, nei blog, in intellettuali di sinistra
pezzi di denuncia e di analisi felice della natura del fenomeno
'Grillo'. Ma si tratta spesso di analisi contraddette dalle
conseguenze che se ne traggono; tutte volte a “comprendere il
fenomeno”. Anche in questo senso nulla di nuovo, si usarono queste
categorie nell'esaminare altri fenomeni, Bossi al nord ad esempio.
Manca il senso di responsabilità verso proletari, masse, nel
contrastare da subito questo fenomeno, ora che si presenta pericoloso
sulla scena politica.
Certo,
può sembrare grottesco paragonare Grillo ad una minaccia fascista,
ma si trascura il carattere moderno dell'habitat del fascismo, che è
una sorta comunque di fascismo dall'alto che fa leva sul potere per
organizzare la base di consenso in termini omologati e di regime.
Noi
riteniamo che queste elezioni abbiano largamente confermato le nostre
previsioni circa l'esito del voto a PD, Monti, Berlusconi, in cui
segnalavamo esplicitamente che la borghesia si è messa in un vicolo
cieco, in una instabilità maggiore di prima che rende più complesso
e difficile realizzare i suoi obiettivi imposti dallo stadio della
crisi e dai rapporti diseguali di forza esistenti tra i paesi
imperialisti e in Europa in particolare.
Il
nostro problema, e chiaramente non solo nostro, è quello di come si
muovono i proletari e le masse in questa situazione; quale è il loro
orientamento e possibilità di lotta, come costruire un'opposizione
politica proletaria credibile e come far avanzare, nel brodo di
coltura di questa opposizione, l'organizzazione e il programma del
rovesciamento rivoluzionario.
I
comunisti hanno bisogno dell'opposizione proletaria, politica e
sociale come l'aria che respirano, come i pesci dell'acqua.
Questo
movimento di opposizione era già in difficoltà, con i sindacati
della pace sociale e con un sindacalismo di base, importante ma non
ancora coerentemente classista, tuttora non in grado di mobilitare la
classe operaia e i lavoratori in genere in dimensioni consistenti,
con movimenti di opposizione, in alcuni casi molto importanti, quali
il movimento studentesco ma tuttora agente attraverso fiammate non
consolidate, con i movimenti territoriali spesso grossi e combattivi,
come il movimento NO Tav: Ma con riferimento a questi ultimi, di
tutto avevano bisogno meno che del civettamento con Grillo e
dell'antipolitica nella versione demagogica reazionaria di Grillo.
con i conseguenti gli sbandamenti, confusione e perdita di radici
classiste
I
comunisti, i proletari avanzati, i militanti antagonisti devono
aprire il “fuoco” su questo aspetto. Per chi ha a cuore le
condizioni di vita dei proletari e delle masse popolari devastate
dalla mancanza di lavoro, dalla precarietà, mancanza di soldi per il
taglieggiamento quotidiano dei salari, da carovita e tasse, da
attacchi sempre più pesanti alla sicurezza, alla salute sui posti di
lavoro, sui territori, dalla cancellazione dei diritti sui posti di
lavoro e dal moderno schiavismo, dal dramma della sanità e della
cancellazione di servizi sociali, a
fronte della ricchezza e ruberie della classe dominante e del suo
personale politico istituzionale, a fronte di politiche governative
impegnate nella salvezza dei responsabili della crisi e nella
“punizione” delle vittime di essi, a
fronte della necessità di far corrispondere a queste condizioni
oggettive, una soggettività organizzata capace di costruire la
difesa e l'attacco, deve emergere forte la necessità di sottrarre
questa soggettività alla demagogia reazionaria, alla confusione e
allo snaturamento della protesta e della lotta che oscura i caratteri
di classe del conflitto sociale e politico.
E'
dunque evidente la necessità di combattere la penetrazione nelle
file del movimento proletario e popolare del grillismo.
Su
questo è spesso anche una questione di sfumature, dato che operai e
proletari dicono. “Sì, ma dice cose giuste... a noi nessuno ci
pensa”|. Si tratta di un nemico insidioso che domanda tutta la
chiarezza, l'abnegazione dei comunisti, dei proletari avanzati per
indicare che si tratta di risposte sbagliate a una domanda giusta e
per dare concretezza alle risposte giuste necessarie.
In
questa battaglia di sfumature, pesantemente dannosi risultano quei
gruppi pseudo comunisti, pseudo sindacali che fanno da spalla al
grillismo, nello stupido tentativo di guadagnarci qualcosa quando ne
sono semplicemente delle 'mosche cocchiere'; così bisogna guardarsi
da quei discorsi di intelligenza tattica che appaiono anche in
circoli avvertiti di organizzazioni o di intellettuali che pensano ad
uno sdoppiamento tra un'anima buona e un'anima cattiva del M5S.
Oggi
non ci servono queste posizioni e questi discorsi. né ci serve la
posizione assunta da alcuni esponenti influenti del NO Tav che
pensano così di avere una sponda nelle istituzioni per la loro
battaglia, con una “saggezza” che in questo caso diviene
stoltezza e strumentalismo.
Né
è un problema di “comunque di riprendere le lotte” - cosa
necessaria e oggettiva. Il diffondersi del grillismo anche nelle fila
di chi lotta svuota di significato la lotta e l'organizzazione per la
lotta, intorbida le piattaforme di lotta con frasi e obiettivi che
già facevano parte della vulgata del movimento, ma che con
l'apparire del grillismo vengono da esso incorporate in punti
programmatici e piattaforme di “alti ideali” che si traducono in
misero riformismo.
La
lotta contro il grillismo nelle fila del movimento è anche positiva
perchè può permettere di unire le forze di classe, cioè chiamare
le forze classiste a mettere da parte il secondario per unirsi sul
principale.
La
lotta al grillismo va sfruttata anche come opportunità per
rilanciare l'unità dei comunisti, perchè quella soggettività
organizzata e agente in grado di essere la vera alternativa si chiama
costruzione/ricostruzione del partito comunista, come reparto
d'avanguardia organizzato della classe operaia e nucleo dirigente
della lotta delle masse popolari.
Ma,
chiaramente, questa costruzione domanda anche ai proletari avanzati,
ai classisti, ai comunisti una pulizia interna da idee e metodi di
lavoro che possono essere di ostacolo al profilo
programmatico,strategico,politico e di organizzazione del partito
comunista che ci serve oggi
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