In 1500 a Firenze contro il revisionismo sulle foibe
Ieri
circa 1500 hanno sfilato per le strade del centro cittadino dietro lo
striscione “Firenze è antifascista”. Il corteo, convocato in risposta
alla manifestazione in memoria delle vittime delle foibe organizzata da
Fratelli d'Italia, La Destra e CasaPound, è partito verso le 15.30 da
piazza San Marco. Molti gli interventi dal microfono: studenti,
lavoratori, militanti dei centri sociali e partigiani si sono alternati
rilanciando la mobilitazione antifascista. Importante la presenza delle
sezioni dell'ANPI e l'intervento dal microfono di Silvano Sarti “Pillo”,
presidente dell'ANPI provinciale.
Nonostante
la sparuta partecipazione di nostalgici fascisti alla manifestazione
revisionista la presenza di forze polizia con conseguente
militarizzazione della città è stata massiccia. Viali chiusi e
transennati e centinaia di agenti in assetto antisommossa per difendere
un gruppuscolo di fascisti che evidentemente questa città non vuole:
poche decine di persone per un corteo nazionale disertato anche dalla
stessa Meloni, che pure aveva annunciato la sua presenza, danno il senso
del loro isolamento e della loro superflua presenza in città.
Il
corteo antifascista si è chiuso con il ricordo del compagno Dax, il
lancio del corteo nazionale di sabato prossimo a Milano e l'appuntamento
del prossimo 25 aprile in piazza S.Spirito a Firenze.
Da segnalare, a inizio manifestazione l'allontanamento di alcuni militanti di SEL e del PD, invitati a non portare in corteo simboli e bandiere di partito per le evidenti contraddizioni espresse dal Partito Democratico riguardo all'antifascismo e alla “questione foibe”. Evidentemente non ci sono compromessi possibili con chi, concedendo riletture storiche palesemente strumentali, apre istituzionalmente a nuovi spazi di agibilità per le vecchie forze fasciste.
Da segnalare, a inizio manifestazione l'allontanamento di alcuni militanti di SEL e del PD, invitati a non portare in corteo simboli e bandiere di partito per le evidenti contraddizioni espresse dal Partito Democratico riguardo all'antifascismo e alla “questione foibe”. Evidentemente non ci sono compromessi possibili con chi, concedendo riletture storiche palesemente strumentali, apre istituzionalmente a nuovi spazi di agibilità per le vecchie forze fasciste.
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