M5S, Mangili si dimette da senatrice.
Il marito: "Risposta alle accuse di inciucio"
Walter Mio su Facebook difende la moglie dalle accuse di "presunte impossibili ridicole cordate e parentopoli". "Si è dimessa per ridare dignità a una persona, dopo aver sopportato in silenzio attacchi per non danneggiare il Movimento".
ROMA - La senatrice 5 Stelle Giovanna Mangili si è dimessa "per motivi personali" al primo giorno della XVII legislatura,dopo essere entrata a Palazzo Madama come capolista in Lombardia. Al suo posto la prima dei non eletti, Tiziana Pittau. Ma prima delle dimissioni, c'è la polemica. Che vede la Mangili accusata di "inciucio" per il ruolo del marito, Walter Mio, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle a Cesano Maderno (Monza). Che difende la moglie su Facebook, e scrive: "Alle accuse di inciuci, presunte impossibili ridicole cordate e parentopoli brianzole abbiamo deciso di rispondere con un gesto forte e chiaro: le dimissioni da senatrice di mia moglie Giovanna Mangili".Rinuncia all'incarico. "Abbiamo aspettato l'ufficialità della notizia volutamente", prosegue Mio su Facebook, e approfondisce i motivi della rinuncia all'incarico della moglie. La decisione delle dimissioni è stata presa "per ridare dignità personale ad una persona che ha sopportato in silenzio attacchi per non danneggiare un movimento che ha sempre sostenuto Crimi: "No illazioni". "Nessun accordo, nessuna cordata. Giovanna Mangili non ha retto alle pressioni, agli attacchi, alle forti illazioni. Ma la sua elezione è completamente regolare". Il capogruppo designato del M5S, Vito Crimi, difende la senatrice dimissionaria e spiega: "la sua elezione è regolare ed è il meccanismo che ci siamo dati che prevedeva i nostri posizionamenti nelle due Camere". Soprattutto, "era già deciso il subentro, tant'è che Tiziana Pittau è già qui da due settimane e lavora con noi".
Il caso Grande. Ma le acque del M5s non sono tranquille anche nella zona di Marta Grande, che secondo ricostruzioni giornalistiche non avrebbe conseguito i titoli di studio inseriti nel curriculum.
"In relazione a quanto riportato da un recente articolo comparso sul quotidiano Libero, dove si insinuano illazioni sulla veridicità dei miei titoli accademici - spiega in apertura la Grande - ritengo sia necessario fare un pò di chiarezza". "In nessun luogo - assicura - ricordo di aver discusso in merito alla validità o meno della mia laurea conseguita in Usa, di quanto o come questa possa avere una validità legale nel nostro paese, quantunque si legga il contrario ed alla mistificazione si sia aggiunto un alone di confusione tanto fuorviante quanto inutile".
Il post contiene due immagini che riproducono i diplomi conseguiti. Marta Grande precisa di aver "conseguito una laurea 'Bachelor of Art' in Alabama, cui si accede dopo aver superato un esame dopo le scuole superiori. Un documento del consolato di Miami attesta a chiare lettere che il titolo ha valenza - cosa del resto ovvia - sul territorio statunitense ed offre la possibilità di continuare gli studi iscrivendosi ad un master di primo livello (del resto, anche in Italia, vi si accede non prima di aver conseguito una laurea triennale)". "Perciò - prosegue - in seguito al tanto bistrattato titolo a stelle e strisce, mi sono iscritta al suddetto master in 'Studi Europei' presso la Luiss School of Government. Altra cosa è il corso (non master, come erroneamente ha riportato certa stampa) che quest'estate ho seguito a Pechino, sempre in studi internazionali". "Attualmente - spiega - sono iscritta al corso di laurea magistrale in 'Relazioni Internazionali' presso l'università degli studi Roma Tre, per il conseguimento della quale devo solamente discutere la tesi, cosa che per la verità avevo preventivato di fare poche settimane prima della mia elezione alla Camera e che per ragionevoli motivi ho dovuto posticipare, mi auguro solo di qualche mese".
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