domenica 4 dicembre 2011

pc 4 dicembre - AIRAUDO FIOM, INVECE DI SVILUPPARE L'OPPOSIZIONE OPERAIA, SVILUPPA LA FIDUCIA A MONTI?

Alcune frasi dell’intervista di Airaudo, responsabile auto della Fiom, a Il Fatto quotidiano di sabato, dà un segnale molto negativo e fuorviante verso i lavoratori Fiat della linea che occorrerebbe avere nei confronti del nuovo governo Monti.
Il giornalista de “Il Fatto quotidiano” dice ad Airaudo: “Lei e Landini avete espresso giudizi positivi sul comportamento del governo a Termini Imerese”.
E Airaudo rimarca: “ha avuto un ruolo arbitrare, utile e gliene abbiamo dato atto, visto che la Fiat si rifiutava persino di pagare i trattamenti di liquidazione degli operai che metteva in mezzo ad una strada”.
Il giornalista a questo punto domanda: “(Monti) Meglio di Berlusconi?”.
E Airaudo risponde: “Quest’estate avevamo un Ministro che si diceva favorevole all’idea di una legge ‘ad aziendam’. Oggi vedo che Marchionne teme il governo e cerca di esorcizzare un suo intervento”.

Un governo che si prepara ad annunciare nelle prossime ore una manovra pesantissima per scaricare la crisi solo sui lavoratori e le masse popolari, con un sistema, una logica e un metodo che, dietro la neutralità del “tecnico”, fa apparire chiaramente la sua sostanza fascista, trova in Airaudo un oggettivo sostegno verso i lavoratori, soprattutto della Fiat.
E’ totalmente falsa questa immagine di una sorta di differente politica e addirittura contrasto tra Monti e Marechionne che il dirigente Fiom vuole dare.

Non è vera dalla parte di Marchionne che ha affermato recentemente su Monti: «La storia italiana è fatta di capitoli scritti da uomini che sono stati in grado di combattere per il cambiamento invece di proteggere lo status quo. Ho grande fiducia, il premier Mario Monti può essere fra questi».

E non è soprattutto vera per il governo Monti, che intende invece proprio portare avanti, se mai meglio del governo Berlusconi, la normatizzazione del piano Marchionne, estendendolo per legge dalla Fiat a tutte le imprese.
Sulle recenti dichiarazioni di Marchionne circa la sua uscita dall’Italia, “sia Corrado Passera, ministro dello Sviluppo, delle Infrastrutture e dei Trasporti, sia Elsa Fornero, ministro del Welfare e delle Pari opportunità, si limitano a dichiarare che è una questione delicata cui va prestata la massima attenzione...”.
Ma soprattutto Monti nel suo primo discorso al Senato ha affermato che il governo ha l'intenzione di “proseguire lo spostamento del baricentro della contrattazione collettiva verso i luoghi di lavoro, come chiesto dalle autorità europee”.
“Sembra dunque di capire che Monti intende andare avanti lungo la strada tracciata da Berlusconi, rendendo comprensibile l'augurio di lunga vita al nuovo governo (cioè che arrivi fino alla fine naturale della legislatura) che viene dall'ad della Fiat Sergio Marchionne… D'altronde, Marchionne dovrebbe sapere che non deve certamente difendersi da Monti. Già in passato Monti aveva avuto parole di stima per lui. In un articolo scritto per il Corriere della Sera, pubblicato nello scorso gennaio, Monti aveva elogiato il manager italo-canadese e le “riforme” dal lui proposte e lo aveva indicato – assieme all'ex ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini – come esempio di “determinazione” capace di superare lo stile di “rivendicazione ideale” che si sarebbe affermato in Italia, cioè di una rivendicazione “basata su istanze etiche”, che “finisce spesso per fare il danno degli interessi tutelati” e che deriva dalla “influenza avuta dalla cultura marxista” (dalla stampa).

Quindi, perché mai “Marchionne dovrebbe temere il governo e cercare di esorcizzare un suo intervento” – come sostiene Airaudo?
Dire questo, significa solo frenare la necessaria e dura opposizione dei lavoratori al governo Monti e addirittura far accettare come intervento a favore degli operai Fiat quello che è stato invece, sulla questione Termini Imerese, un intervento da parte del governo per permettere la chiusura della Fiat in maniera indolore per Marchionne.

Certo, non tutti i dirigenti della Fiom hanno il giudizio di Airaudo. Cremaschi, ha scritto su Liberazione: “L’impostazione economica del governo… corrisponde nella società italiana a quello che Marchionne fa in Fiat… entrambi pensano che per curare il malato bisogna somministrargli dosi sempre più forti di quella stessa medicina che lo ha fatto ammalare. Sono entrambi liberisti ultrà che pensano che solo il mercato, la globalizzazione, la selezione sociale che ne deriva, possono salvare il paese e le fabbriche. E invece li affondano…”.
Ma chi parla nella Fiom e chi fa i fatti?

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