Operai della Truck center uccisi 2 volte. "Assolti perchè il fatto non sussiste"! Così 7 dirigenti dell'ENI di Taranto sono stati vergognosamente assolti nel processo bis per la strage del 3 marzo 2008 in cui 5 operai morirono soffocati dall'acido solfidrico nella maledetta cisterna a Molfetta. La giudice di Trani, Maria Grazia Caserta, che chi la conosce dice che si trova in quel posto non certo per meriti professionali, non si è neanche presa la briga di leggersi le migliaia di fogli, documenti che dimostrano in maniera evidente la responsabilità dell'Eni in questa strage, perchè come ha sostenuto il PM Maralfa "non ha evitato che lo zolfo fuso caricato dai serbatoi della raffineria di Taranto fosse messo in circolazione senza una preventiva valutazione dei pericoli"; responsabilità per cui il PM aveva chiesto 3 anni e 4 mesi di reclusione per i 7 dirigenti e un grosso risarcimento all'Eni.
Una sentenza spudoratamente di parte padronale, che offende profondamente i familiari che, soprattutto i genitori di Biagio Sciancalepore, dal 3 marzo 2008 stanno continuando a battersi per la verità e la giustizia, affinchè i veri colpevoli paghino per quegli assassini.
Altrettanto grave è l'altra decisione presa dal Tribunale di Taranto. Quasi contemporaneamente alla sentenza di Trani, il tribunale di Taranto ha archiviato l'esposto contro l'ENI fatto nel 2009 dallo Slai cobas per il sindacato di classe di Taranto nel'ambito della campagna fatta dalla Rete per la sicurezza sui posti di lavoro. Dopo aver tenuto per più di 2 anni nel cassetto quell'esposto, il Tribunale lo tira fuori per archiviarlo giusto pochi giorni prima della sentenza di Trani. Questa coincidenza non può essere un caso!
Come diceva il padre di Biagio Sciancalepore, non possiamo fermarci! E' necessario lottare più di prima. E a gennaio, alla ripresa del processo per gli imputati "minori" delle altre ditte, la battaglia contro l'ENI va ripresa!
Riportiamo stralci dell'Esposto fatto dallo Slai cobas per il sindacato di classe che dimostra in sintesi le precise responsabilità dell'ENI:
"...presso la Raffineria di Taranto il trasportatore riceve solo “la scheda per il conducente” che indica le modalità di trasporto, mentre non riceve “la scheda 16 punti sicurezza e ambiente” che si riferisce al contenuto trasportato.
Questa scheda è essenziale per conoscere esattamente la composizione quantitativa e qualitativa della sostanza trasportata, la percentuale di acido solfidrico contenuta nello zolfo; e, quindi, per adottare le misure di sicurezza relative, per tutta la procedura di carico, scarico/trasporto/bonifica, pulizia cisterne...
L'ENI si limita a far firmare ogni 5 anni la 'scheda sicurezza e ambiente', allorquando devono essere aggiornati i dati. Ma da testimonianze degli autisti emerge che lo stesso aggiornamento va anche oltre i 5 anni, tenuto conto che, nel 2008, era dal 2000 che la stessa non veniva aggiornata.
Anche allorquando viene firmata, gli autisti non sono messi nelle condizioni di leggere tutto il contenuto della scheda. A detta di questi, infatti, la direzione dell'ENI di Taranto mostra loro il documento piegato e chiede di firmare; senza quindi, preventiva lettura...
l'operazione di carico nelle cisterne di sostanze infiammabili viene fatta in assenza di personale addetto dell'ENI...
la vasca di degassificazione contenente zolfo non viene controllata costantemente, e quindi non vengono controllate le percentuali di acido solfidrico contenute nello zolfo...
Una pericolosa conseguenza di questo mancato controllo ricade anche sull'ambiente, dato che dalle vasche vengono immessi nell'aria gas tossici.
Da qui anche l'odore forte di zolfo che a volte si sente nella nostra città. Una pericolosità quindi sia per i lavoratori che operano nell'area dell'ENI che per la popolazione di Taranto, che non viene neanche informata del grado di pericolosità delle sostanze che sono costrette a respirare, anche per intere giornate...
la raffineria Eni di Taranto viola stabilmente le norme di sicurezza per i lavoratori e di tutela ambientale...
l'Eni è responsabile di infortuni mortali avvenuti in questi anni (come la morte dei 5 operai della Truck Center di Molfetta), o di intossicazione alla popolazione.
...Chiediamo di voler accertare se l'omissione delle procedure di controllo e di documentazione prevista, in particolare la mancata consegna agli autisti trasportatori della scheda di sicurezza e ambiente, abbia un fine di lucro consistente nell'abbassare il costo del trasporto ai fini fiscali..."
Nessun commento:
Posta un commento