mercoledì 7 dicembre 2011

pc 7 dicembre - QUANDO I PROFITTI STUPISCONO...

La crisi da sovrapproduzione che a cascata tocca tutti i paesi del mondo non fa scemare il livello dei profitti della maggior parte delle grandi aziende, e ciò stupisce i borghesi stessi, perché naturalmente non capiscono niente della crisi di cui tanto parlano e sulla quale versano fiumi di inchiostro, come si suol dire.

Da un articoletto, intitolato “Quando i profitti stupiscono”, del sole24ore-Plus24 del 3 dicembre 2011 veniamo a sapere, infatti, che “Pochi giorni fa il Department of Commerce americano ha rilasciato la prima stima dei profitti delle società Usa nel terzo trimestre di quest'anno. Stime più economicamente significative rispetto a quelle desumibili dai bilanci societari, che sono redatti con criteri puramente contabili: per esempio registrano gli ammortamenti al costo storico e non a quello di sostituzione (lo stesso dicasi per la valutazione delle rimanenze) […] Ebbene, i profitti non cessano di stupire. Sono ancora aumentati nel terzo trimestre di quest’anno e, in percentuale del Pil e nella versione netta (dopo l’imposta, che è la grandezza più significativa al fine dell’accostamento agli indici di Borsa), sono al livello più alto da quando, nel 1947, è iniziata la contabilità nazionale trimestrale…”

Stiamo parlando di circa 1.500 miliardi di dollari di profitti delle aziende solo negli Stati Uniti!

D’altronde:

Se gli operai nelle fabbriche dei padroni continuano a produrre nel proprio paese e all'estero è perché producono profitti.

Le banche continuano a dichiarare enormi profitti.

Che cosa nasconde l'immensa evasione fiscale se non i profitti?

Che cosa ricicla la mafia e la malavita in generale se non i profitti?

Lo strozzinaggio legalizzato e illegale produce enormi profitti.

Se non ci fossero profitti i ricchi non potrebbero diventare più ricchi come ci racconta anche l’ultima indagine dell’Ocse [Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico] che smentisce una infinità di chiacchiere di partiti politici, esperti e sindacati, sulle ricadute positive dello “sviluppo economico sugli svantaggiati” e che “più sono grandi le ineguaglianze maggiore è la mobilità sociale”.

“In Italia sale il divario sociale”, “I ricchi più ricchi”, “L’1% possiede il 10% del reddito nazionale”, così intitolano alcuni giornali.

Con le chiacchiere sulla crisi i borghesi che diventano sempre più ricchi provano a far passare l’immagine di un paese povero che per riprendersi ha bisogno di sacrifici…

Vediamo con i numeri delle statistiche ufficiali che cosa significa:

60.000.000 circa è la popolazione italiana

24.000.000 circa sono i lavoratori dipendenti

17.000.000 circa sono i pensionati

3.500.000 circa sono i lavoratori in nero

2.500.000 circa sono i disoccupati (e lasciamo da parte per ora quelle “in cerca di occupazione”!)

Già solo con queste cifre siamo a circa 50.000.000, e a fronte di queste circa 600.000 persone, cioè la popolazione di una sola città come Genova, in questo paese ha nelle mani il 10% di tutto il reddito nazionale: se nel 2010 questo reddito ai prezzi di mercato è stato pari a 1.548.816 milioni di euro…

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