Contro la stangata del governo Monti
scioperare ma con un'altra linea
Per la rivolta operaia contro il sistema dei padroni e dei banchieri, il loro governo e i loro sindacati di regime.
Per il sindacato di classe nelle mani dei lavoratori
Gli operai della Marcegaglia di Ravenna fin dalla nascita di questo governo si sono schierati contro, raccogliendo firme su una mozione presentata dallo Slai cobas per il sindacato di classe. Non abbiamo aspettato i contenuti di una manovra economica "lacrime e sangue" o delle decisioni dei confederali per capire la natura antioperaia e antipopolare di questo governo "tecnico" e abbiamo detto che è necessario uno sciopero ma costruito dal basso.
La stangata di natale di Monti colpisce le pensioni presenti e future e supera la soglia dei 40 anni contributivi (i lavoratori andranno in pensione più tardi -per le donne s’innalza all'improvviso un “muro” di due anni- e con meno soldi), mentre rincara la benzina sono in arrivo aumenti dei prezzi con l'aumento dell'Iva, così come ritorna la tassa sulla casa, tagli ulteriori ai comuni che vedranno il peggioramento dei servizi e delle tariffe per i lavoratori e le loro famiglie, mentre ai padroni e a chi si è arricchito in questi anni non viene chiesto niente! La crisi viene ancora una volta scaricata sui lavoratori. C'è chi parla di una perdita di 1700 euro a famiglia e si arriva addirittura a 208 miliardi complessivi, nel periodo 2011-2014, con le precedenti manovre del governo Berlusconi mentre a padroni, banchieri, Chiesa, non viene chiesto nessun sacrificio, così come nessun taglio per le spese per la guerra (131 cacciabombardieri F35 al costo di 15 miliardi e un centinaio di caccia Eurofighter Typhoon per altri 10 miliardi).
E questo è solo l'inizio per una nuova controriforma dei rapporti di lavoro nel segno del fascismo padronale della Fiat di Marchionne.
Ma lo sciopero deve avere un'altra linea, alternativa ai confederali, altrimenti è un' ennesimo sciopericchio inutile. I confederali lo hanno proclamato per ritornare a rappresentarsi come sindacati di regime che ratificano le decisioni governative, nessuno ne chiede il ritiro. La piattaforma dei confederali provinciali per lo sciopero del 12 dicembre si rivolge al parlamento per "introdurre correttivi nel segno dell'equità": e chi dovrebbe rappresentare gli interessi operai in parlamento, il Pd o l'IDV oppure la Lega? Ma per favore!
Sulle pensioni chiedono, non che non devono essere toccate, ma che "sia più graduale l’innalzamento dell’età pensionabile per le lavoratrici". E poi che "si attui la riforma degli ammortizzatori sociali e un patto sociale per la crescita che ridia slancio all’economia e favorisca la ripresa dell’occupazione attraverso la concertazione con le parti sociali", cioè attuare l'accordo del 28 giugno e l'art. 8 della precedente manovra berlusconiana, cioè deroghe ai contratti nazionali, fine della rappresentanza conflittuale in fabbrica e licenziamenti di massa, quindi i confederali ci dicono di scioperare a sostegno del fascismo aziendale di Marchionne e del loro ruolo di sindacati di regime.
E' evidente che lo sciopero deve essere su una piattaforma di classe. E si deve fare sentire proprio in questa fabbrica della presidente di Confindustria, principale sostenitrice di questo governo, con blocchi della produzione e mettendo in campo l'esercizio della forza degli operai.
Non sosteniamo gli aggiustamenti alla manovra, questa stangata dev'essere ritirata solo con la lotta che esca dalla consueta ritualità!
Adesso più che mai abbiamo bisogno di un sindacato di classe nelle mani dei lavoratori!
Slai cobas per il sindacato di classe-Ravenna
tel. 339/8911853 e mail: cobasravenna@libero.it
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