8 marzo 2011 ore 16 Piazza Mantegna MANTOVA
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Si ripete la tradizionale “festa della donna” ormai ridotta a tripudio di mimose, cene e ipocrisia.
Nulla di più distante dallo spirito con cui Rosa Luxemburg, l’aquila del proletariato mondiale, propose, in ricordo del tragico incendio in cui perirono 129 operaie, la data dell’8 marzo come giornata di lotta internazionale della donna.
Dopo il 13 febbraio ci sembra fondamentale ribadire la nostra presenza nelle piazze contro la precarietà che condiziona sempre di più le nostre esistenze, contro un sistema politico-culturale maschile e spesso maschilista, contro la strumentalizzazione delle donne e dei nostri corpi, per la libertà di scelta e l’autodeterminazione.
Per questo ci chiediamo cosa ci sia da festeggiare, per questo ci rispondiamo che non c’è nulla da festeggiare l’8 marzo,
MA SERVE LOTTARE PER I NOSTRI DIRITTI.
Ci rivolgiamo a collettivi, gruppi, associazioni, organizzazioni politiche e sindacali, singole e singoli che condividano le queste tematiche e che le vogliano arricchirle con ulteriori contributi,
per un 8 marzo di lotta:
- contro la riproposizione moralistica dei ruoli patriarcali e del familismo,
- contro la mortificazione del corpo femminile, per la libertà sessuale e per il diritto all’autodeterminazione,
- per denunciare le politiche sessiste dello stato, della chiesa, di questo e di altri governi,
- per denunciare la cultura della gerarchia, della violenza, del dominio maschile sul corpo femminile,
- per denunciare qualsiasi strumentalizzazione politica delle donne (come è stata la recente campagna antiberlusconi usando il corpo delle donne solo per motivazioni strumentali ma non per riproporre una vera stagioni di diritti, garanzie, miglioramenti della qualità della vita di tutte le donne, ma anche recente campagna razzista sugli stupri "fatti" commettere da stranieri, precedentemente l’approvazione del pacchetto sicurezza e della sua applicazione in città governate da giunte di tutti i colori)
- contro la politica di tagli sulle spese sociali, ai servizi, ai consultori pubblici, ai centri antiovelenza che inchioda e le donne ai ruoli tradizionali, ai doppi ruoli lavoratrice dipendente e obbligata ai lavori di cura verso i familiari fragili non più sostenuti da una rete dis ervizi pubblici in corso di smantellamento sia a licello cnetrale che amministrativo,
- contro l’imposizione della crisi e della precarietà che viene scaricata sui settori sociali più deboli, limitando ulteriormente la loro autonomia,
- contro le leggi etiche, i continui attacchi alla 194, contro la legge sull'affido condiviso che ha impsoto, col voto di tutti i parlamentari, alle donne di divenire soggetti di ricatto e ostaggio di mariti violenti, facendo compiere al diritto di famiglia un balzo indietro di 50 anni, contro la legge Bossi/Fini che impone quei CPT, inaugurati dalla allora Legge Turco / Napolitano e sempre mantenuti nonostante l'altenarsi di govenri di destra a governi di centro sinistra, nonostante si tratti di veri e propri lager dove brilla la completa assenza del diritti e della garanzie connesse al rispetto dei diritti umani
Collettivo Femminista ColpoDiStreghe
Mantova
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