dal collettivo autorganizzato universitario Ist orientale Napoli
È marzo, migliaia di studenti tornano ad affollare i palazzi universitari dopo la sessione d’esami. Molti, pressati dai ritmi serrati di un’università sempre più ridotta ad un esamificio, potrebbero pensare che la partita contro la “riforma” Gelmini sia terminata dopo le mobilitazioni autunnali con un’inesorabile sconfitta… In realtà proprio ora è più che mai necessario resistere!
In questi due mesi di calma apparente, infatti, sono state messe in atto le direttive ministeriali per rendere effettivo questo processo di smantellamento del pubblico contro il quale ci troviamo a combattere da anni. I rettori delle università campane sono stati i primi a cogliere la palla al balzo, sottoscrivendo un accordo con il ministro Gelmini e il presidente della Regione Caldoro che prevede la soppressione di ben 34 corsi di laurea e la chiusura di 6 sedi decentrate. Si mascherano sotto il nome di “razionalizzazione” i tagli che vanno a peggiorare la vita degli studenti. È chiaro infatti che il sistema baronale che da decenni regna nelle università non viene minimamente scalfito da questi provvedimenti, mentre a farne le spese è il nostro diritto allo studio. L'offerta formativa dell'università sarà ridotta, gli studenti vedranno diventare carta straccia i propri curricula, si dovranno spostare (con un ulteriore aumento dei costi), e andranno incontro ad un aumento delle tasse universitarie direttamente proporzionale alla diminuzione dei servizi (borse di studio, mense, trasporti, biblioteche, alloggi)...
Sin da gennaio noi non siamo stati a guardare, ma abbiamo individuato una serie di punti sui quali agire praticamente per impedire l’attuazione della Riforma e le sue nefaste conseguenze. Come sta accadendo in tutta Italia (vedi le rassegne stampa sul sito - i link sotto), abbiamo bloccato le sedute dei Senati Accademici, dell’Orientale e della Federico II, per impedire la nomina delle commissioni che dovrebbero riscrivere gli statuti d’ateneo, adeguandosi alle direttive della Gelmini. Abbiamo continuato a informarci e confrontarci, perché non vogliamo che una lotta collettiva si spenga come sempre dopo l'Autunno...
Cercare di sabotare tutti i passaggi attuativi della Riforma, mostrare che sta avvenendo senza i criteri minimi della tanto decantata “partecipazione democratica”, opporci a qualsiasi scelta presa dall'alto sul nostro destino: questa è la strategia vincente sulla quale puntare per il secondo tempo della nostra partita contro la distruzione dell’università italiana!
...continuiamo la lotta! Il futuro non è scritto…
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