8 MARZO ALLA FIAT SATA
"PROVATE VOI A STARE ALLA CATENA DI MONTAGGIO...."
8 MARZO: NON ABBIAMO NIENTE DA FESTEGGIARE
MA ABBIAMO TANTO DA LOTTARE
Il piano Marchionne toglie alle lavoratrici qualcosa in più, anche i loro diritti di donne
PER COSTRUIRE INSIEME LO SCIOPERO DELLE DONNE
TUTTA LA NOSTRA VITA DEVE CAMBIARE
Martedì 8 marzo:
Presidio/assemblea alla port. B della Fiat Sata cambio turno 13,30/14,30
Provate voi a stare alla catena....
Non abbiamo da festeggiare ma abbiamo da lottare
Facciamo questa iniziativa, nel quadro della campagna nazionale, oggi 8 marzo qui alla Fiat Sata perchè il piano Fiat di Marchionne mostra oggi emblematicamente a tutto il mondo del lavoro l’intreccio tra attacchi alle condizioni di lavoro come operaie e alle condizioni di vita e diritti come donne, per questo interessa e colpisce tutte le lavoratrici e tutte le donne. Il piano Fiat per le
donne significa insieme a tutto il resto anche discriminazioni, umiliazioni, doppio attacco alla salute, a diritti fondamentali come quello per la maternità, una inaccettabile violenza fisica e psichica; inoltre per le donne aumenta il rischio di “ritorno a casa”, a subire per prime cassintegrazione o esuberi.
Per noi donne tutto questo si traduce immediatamente anche in peggioramento delle nostre condizioni di vita: i tagli dei servizi sociali da parte del governo vengono scaricati su di noi, aumenta il lavoro di cura; da un lato vogliono aumentare l’età pensionabile, dall’altra ci rinchiudono di più in casa al servizio della famiglia.
L’attacco alla nostra vita non solo economico ma anche ideologico, e mira a riaffermare costantemente la posizione di “debolezza” e subalternità delle donne in questo sistema sociale, vista o come “ammortizzatore sociale” o come corpi da sfruttare, come dimostra il governo del porco Berlusconi e la sua corte che fanno anche del disprezzo della dignità delle donne la loro politica, subcultura principale. Questi attacchi alle nostre condizioni di lavoro, di vita alimentano quel clima culturale e ideologico di sopraffazione, di maschilismo, di disprezzo per la vita delle donne, che costituisce un humus favorevole anche all’aumento delle violenze sessuali.
Alla Fiat molte operaie sono state determinate a dire no al piano Marchionne - scontrandosi con azienda e capi, ma anche spesso respingendo pressioni di mariti e famiglia affinchè non si esponessero - perchè anche questa, come hanno detto alcune operaie, è una lotta per la dignità! E il 13 febbraio 1 milione di donne è scesa in piazza per una “rivolta di dignità”.
NOI DICIAMO CHE ORA OCCORRE COSTRUIRE INSIEME UNO “SCIOPERO DELLE DONNE”.
Uno sciopero che veda protagoniste le donne. Uno sciopero per affermare sui posti di lavoro, nelle piazze, il nostro punto di vista delle donne, la doppia determinazione delle donne.
Uno sciopero che sia una novità nell’attuale movimento sindacale e anche per gli stessi lavoratori. Una rottura inaspettata per padroni, governo, Istituzioni, mass media.
Come è giusta la battaglia per lo sciopero generale, così è giusto - possiamo dire doppiamente giusto e necessario - lo sciopero costruito dalle lavoratrici e da tutte le donne, con un’organizzazione unitaria e autonoma sui posti di lavoro (come per es. alla Fiat di Termoli) e una piattaforma che esprima l’insieme della condizione di doppio sfruttamento e oppressione.
“Se non ora quando?”.
Anche su questo non possiamo delegare. Non ci basta essere inserite in un punto della piattaforma sindacale, vogliamo trasformare anche il movimento sindacale/operaio.
Sottoscriviamo la mozione che sta circolando parlano le operaie della fiat sata
“Loro non sanno cosa significa catena di montaggio. Dicono: “che cosa sono 10 minuti di pausa in meno...”, ma quando, come alla Sata, i bagni stanno a inizio e fine del reparto, per chi sta in mezzo ci vogliono 10 minuti solo per arrivarci al bagno! E per le donne? Chi ha il ciclo mestruale come deve fare?”.
Se non ora quando?
Campagna nazionale per uno sciopero delle donne
Sto qui (al presidio al processo per i tre licenziati) contro la volontà di mio marito che mi ha detto di non venire. Anche mio marito non è d’accordo. Dobbiamo lottare anche con i mariti, con la famiglia, con il clima del paese. Dicono: chi te lo fa fare? Poi anche tu fai una brutta fine. Anche nei paesi la Fiat con capi e i sindacalisti padronali fa il suo sporco gioco.
Noi operaie a causa dell’organizzazione del lavoro e dei ritmi lavorativi, subiamo disturbi del ciclo mestruale che talvolta sparisce per mesi.
Accusiamo una “indescrivibile stanchezza”, non solo fisica ma anche mentale; molte di noi operaie soffrono di mal di testa sempre più frequenti quando stiamo al lavoro.
I ritmi di lavoro poi incidono inevitabilmente sull’insieme della condizione di vita, in quanto noi donne non possiamo riposare dopo il turno lavorativo, perchè a casa dobbiamo ricominciare con le faccende domestiche, i figli, ecc.
Ci sentiamo sempre sull’orlo dell’esaurimento nervoso, già vecchie, nonostante siamo tutte di
età abbastanza giovane, usciamo dalla fabbrica esaurite senza voglia di fare altro.
Alcune di noi, nonostante il disagio di lavorare di notte, preferiamo questo turno perchè almeno
c’è di meno l’assillo del controllo e della presenza dei capi e si sentono più tranquille.
capi in fabbrica seguono a vista le operaie e gli operai più combattivi, controllandoli durante
le pause per vedere con chi parli, che cosa dici...
Sto qui (al presidio al processo per i tre licenziati) contro la volontà di mio marito che mi ha detto di non venire. Anche mio marito non è d’accordo. Dobbiamo lottare anche con i mariti, con la famiglia, con il clima del paese. Dicono: chi te lo fa fare? Poi anche tu fai una brutta fine. Anche nei paesi la Fiat con capi e i sindacalisti padronali fa il suo sporco gioco.
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