Con questa cassa integrazione gigantesca degli operai dell’indotto si mettono sulla strada centinaia di operai e le loro famiglie confermando la tendenza della Fincantieri a ridimensionare in particolare il Cantiere navale di Palermo limitandolo solo ad alcune operazioni di ristrutturazione e riparazione.
L’utilizzo massiccio della cassa integrazione in deroga vuole prevenire le possibili rivolte che possono scatenarsi da questa mancanza di lavoro e prospettive.
Oggi 23 novembre ci sarà a Roma una riunione, come dice la Fiom, con i vertici nazionali aziendali per discutere dei carichi di lavoro. Ma quali carichi di lavoro? È chiaro che con queste prospettive e l’azienda, che come si vede con la solita arroganza non chiede permesso a nessuno per mettere in cassa integrazione e nella sostanza fare quello che vuole, che continua a dire che c’è una crisi spaventosa, mancano le commesse ecc. ecc., il problema è ben più complesso.
“18 nov. - (Adnkronos) - Cinquecento lavoratori di imprese dell'indotto di Fincantieri a Palermo sono da oggi in cassintegrazione. Quasi tutte le pratiche approvate dalla commissione provinciale dell'Inps riguardano imprese che operano per i Cantieri navali. In tutto una ventina di aziende, tra cui la Pten, la Techino Sistem, l'azienda Fenicia, la Rinav, la Siciliana Impianti, la Mesa. E proprio nei giorni scorsi e' stato sottoscritto un accordo per la cig in deroga alla Trinacria, azienda che cura i sistemi di sicurezza e antincendio al Cantiere.
''Questo significa che l'attivita' cantieristica navale si sta riducendo al lumicino - denuncia Francesco Piastra della segreteria provinciale Fiom Cgil -. Diventa sempre piu' stringente l'operazione della Regione di finanziamento dei bacini. Il 23 a Roma ci sara' una riunione con i vertici nazionali aziendali per discutere dei carichi di lavoro''.
Gli operai devono prendere in mano il proprio destino, mobilitarsi per uno sciopero generale come primo passo per rimettere al centro un rapporto di forza favorevole con il governo e con i padroni.
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