martedì 13 luglio 2010

pc quotidiano 13 luglio - info dall'aquila in lotta

Dopo la manifestazione di roma le ultime notizie ricevute parlano di un'assemblea cittadina tenutasi domenica con due decisioni:
- una petizione a sostegno di una legge d'iniziativa popolare per il terremoto
- una lettera firmata dai cittadini aquilani a Maroni per chiedere le dimissioni di Manganelli e degli altri responsabili delle forze dell'ordine responsabili delle cariche, attuate dalla forze dell'ordine in assetto antisommossa, contro i terremotatidopo le prime denunce arrivate per gli scontri.

La lettera dice;
«Signor ministro, abbiamo letto le sue dichiarazioni riguardo la richiesta di indagine per verificare i fatti accaduti durante la manifestazione del 7 luglio scorso. Chi le scrive».
Si legge anche nella lettera «è l'assemblea dei cittadini del presidio di piazza Duomo, promotrice di quella manifestazione. Abbiamo sentito il capo della Digos, il questore di Roma e anche il capo della polizia, Antonio Manganelli, evocare la presenza di elementi esterni a noi estranei che avrebbero agito da agenti provocatori. La informiamo che di quel che è accaduto gli unici responsabili siamo noi aquilani, madri, padri, figli. Di questo ci assumiamo tutti piena e unica responsabilità.
Il resto è falsità. Riteniamo nostro diritto far sentire la nostra voce pacificamente nei palazzi dove si vuol negare il futuro alla nostra terra e ai nostri figli. Questo diritto lo difendiamo, con i nostri
sindaci e i nostri gonfaloni, sempre con le mani alzate, con i nostri volti ben visibili e armati solamente della bandiera neroverde della nostra città. Tutti i filmati possono testimoniarlo. Noi non abbiamo nulla da nascondere. Sfidiamo chiunque a dimostrare il contrario. I dirigenti del suo Ministero che affermano il contrario, a cominciare dal dottor Manganelli, o sono male informati o agitano inesistenti spettri per coprire i propri errori. In entrambi i casi riteniamo che incarichi
così delicati non possano essere più ricoperti da persone che mentono per coprire le proprie responsabilità screditando le istituzioni che rappresentano. Per questo le chiediamo di procedere alla loro immediata sostituzione».

I terremotati ritornano sulle ragioni della protesta: sospensione delle tasse, occupazione, sostegno all'economia e, soprattutto, la necessità di una legge organica sul terremoto che stabilisca tempi e finanziamenti certi. Tutti problemi sui quali il governo non ha dato risposte».
L'assemblea inoltre chiederà al commissario Gianni Chiodi e al vice presidente del consiglio regionale Giorgio De Matteis, «che hanno avallato la tesi della provocazione da parte dei manifestanti, che si vogliono così criminalizzare e screditare, di dimostrare pubblicamente quanto affermato».

Ci sarà una conferenza stampa a Roma sulla repressione del corteo e sulle denunce.
Intanto la stampa fa sapere che la questura di Roma ha denunciato il promotore del corteo romano dei terremotati aquilani, E.M. di 39 anni, e uno dei partecipanti al corteo.
Quest'ultimo, G.C. di 26 anni, sarebbe un antagonista legato a un centro sociale della capitale

L'AQUILA. Il promotore della manifestazione romana dei terremotati dell'Aquila e uno dei partecipanti al corteo, appartenente secondo la Digos all'area degli antagonisti, sono stati denunciati. A renderlo noto è la questura di Roma, spiegando che "è stata consegnata all'autorità giudiziaria una prima informativa predisposta dalla Digos contenente una ricostruzione dei fatti: nella stessa è stato segnalato il promotore della manifestazione, E.M. di 39 anni, per inosservanza dei provvedimenti dell'autorità di pubblica sicurezza, in quanto l'iniziativa si è svolta senza tenere conto delle modalità concordate".

Per i reati di "violenza e resistenza a pubblico ufficiale e inosservanza dei provvedimenti dell'autorità di pubblica sicurezza" è stato invece segnalato G.C., 26 anni, "noto antagonista romano appartenente al Centro sociale autogestito (Csa) 'La Strada', più volte denunciato in occasione di manifestazioni non autorizzate e, da ultimo, nell'ottobre scorso per i reati di violenza, resistenza a pubblico ufficiale ed altro in occasione di tafferugli tra antagonisti e forze dell'ordine nel corso di una manifestazione contro i Centri di identificazione ed espulsione".

Lo stesso G.C., sottolinea la questura, "è stato riconosciuto all'inizio della manifestazione, nel corso del tentativo di sfondamento al cordone delle forze dell'ordine che si trovava in via del Corso altezza piazza Venezia, mentre spingeva i militari. In questa fase, tra i manifestanti,
sono stati notati altri 5 noti esponenti delle realtà antagoniste romane, già identificati. Inoltre, durante la manifestazione, in particolare in via del Plebiscito, sono stati riconosciuti, nel corso
del fronteggiamento con le forze dell' ordine, 22 noti appartenenti ai Csa ed alle realtà antagoniste della capitale".

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