Dopo 10 anni di vittoriosa Guerra Popolare e la conseguente vittoria elettorale per l’ Assemblea Costituente nepalese che ha consacrato il PCN (m) come partito di maggioranza relativa, la rivoluzione nepalese sembra attualmente trovarsi ad un punto di stallo.
Da un lato i lavoratori, i giovani e le donne organizzati da più di 10 anni dal PCN (m) nel processo rivoluzionario continuano a sostenere la propria rivoluzione continuando ad occupare le terre dei latifondisti, i giovani rivoluzionari nepalesi facenti parte della Lega della Gioventù Comunista sono impegnati in prima linea nel contrastare gli elementi reazionari della società in primis gli elementi della borghesia compradora filo monarchica nonché i partiti borghesi al governo filo indiani come il Nepali Congress ed il revisionista PCN-UML.
Dall’altro lato i partiti della vecchia società sconfitti dalle elezioni si ostinano a mantenere il loro governo antipopolare sostenuto dall’imperialismo americano e dall’espansionismo indiano.
Ancora dopo quattro anni dall’accordo di pace, la neonata repubblica nepalese è priva di una costituzione, i compagni dell’Esercito Popolare di Liberazione languiscono nei campi monitorati dall’Onu aspettando, ormai con poche speranze, l’integrazione nell’esercito ufficiale così come da accordo, che i partiti borghesi al potere stanno tentando sempre più di ritardare e snaturare.
Il 28 Maggio scorso scadeva il termine per promulgare la costituzione e con esso anche l’Assemblea Costituente ed il governo.
Il Partito Comunista Unificato Maoista (il nuovo nome che ha assunto il partito poco dopo l’accordo di pace) aveva indetto un grande sciopero generale a partire dal Primo Maggio richiamando nella capitale centinaia di migliaia di quadri che hanno sfiorato il milione.
Lo sciopero generale aveva l’obiettivo di rovesciare il governo illegittimo, il cui mandato stava per scadere, e sarebbe dovuto durare ad oltranza fino al raggiungimento dell’obiettivo.
La grande massa accorsa in città ha dimostrato che il partito è ancora in grado di mobilitare il popolo in maniera coordinata e disciplinata.
Ma sotto le pressioni internazionali e interne il partito ritira lo sciopero dopo pochi giorni di blocco totale e si accorda con gli altri partiti per estendere di un anno l’Assemblea Costituente (fino al 28 Maggio 2011) con la condizione che il governo si sarebbe dimesso per dare la possibilità ai maoisti di formarne uno proprio e portare a compimento la scrittura della nuova costituzione ed il processo di pace. A quasi due mesi di distanza i maoisti rimangono all’opposizione, il governo si è dimesso due settimane fa ma i partiti borghesi si stanno accordando per formarne un altro sotto la loro guida.
È chiaro che in questa difficile congiuntura della rivoluzione nepalese il sostegno a livello internazionale è importante. Tutti i sinceri rivoluzionari e progressisti sono chiamati a sostenere il popolo nepalese ed i rivoluzionari all’interno del UCPN (m) che si battono anche perché all’interno del partito prevalga una linea politica rivoluzionaria che continui a guidare il proletariato ed il popolo nepalese verso il socialismo ed il comunismo contro la linea revisionista di una parte della dirigenza capeggiata da Prachanda che tende all’accordo e alla capitolazione con la borghesia, in un contesto molto simile a quello italiano nel dopoguerra quando il massimo dirigente del PCI Togliatti tradì il proletariato italiano disarmando i partigiani che lottarono per la Rivoluzione nel nostro Paese.
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