I nostri cari
bidelli hanno sempre sostenuto l’azienda nell’allontanare operai da
Melfi facendo propaganda alle “sostanziose” retribuzioni che i
trasfertisti avrebbero percepito.
All’inizio della trasferta è stato spiegato al lavoratore che l’importo giornaliero era di 111 euro.
In
realtà, la maggior parte degli operai in trasferta hanno ricevuto solo
1.400 euro al mese, cioè 46,48 al giorno. È stato detto che questi
rappresentano un acconto, tra l’altro sottolineando che non è tassato,
ma sulla somma restante mistero fitto. Mancano all’appello 64,50 euro.
Fonti
aziendali e loro funzionari sindacali, non fanno altro che spiegare al
lavoratore che ha pagato troppe tasse ma nessuno spiega in che modo
venga fatto il calcolo.
I soldi che mancano, pur volendoli lasciare
tutti in tasse, si sarebbero dovuti trovare nella retribuzione mensile
lorda che li includeva, e invece niente.
Da Melfi viene solo detto
loro che nelle prossime buste paga recupereranno qualcosa, oppure che se
hanno pagato troppe tasse a fine anno recupereranno con il conguaglio,
ignorando il fatto che il lavoratore deve sostenere delle spese di
trasferta in questo periodo e non a fine anno. I lavoratori di Melfi
cercano spiegazioni inviando email oppure chiamando i vari call center
Stellantis ma nessuno dà una spiegazione concreta girando attorno al
problema e non dando una spiegazione valida.
Con le chiacchiere non se ne esce.
Come
bisognava reagire alle trasferte con la mobilitazione e la lotta, ora
di fronte a questa ennesima fregatura, gli operai coinvolti devono farsi
sentire.
L’azienda deve dire subito che fine hanno fatto i soldi che lei e i suoi lecchini del sindacato hanno tanto sbandierato.
Se
non arrivano risposte subito, gli operai in trasferta devono richiedere
apertamente di ritornare allo stabilimento centrale e prepararsi a
entrare in sciopero in mancanza di risposte chiare.
All’inizio della
trasferta, per indorare la pillola, è stato chiesto ai lavoratori la
massima serietà e la massima cooperazione per “aiutare” il sito di
Pomigliano, ma questo valeva evidentemente solo per il lavoratore e non
per l’azienda che fa sparire soldi in busta paga speculando su centinaia
di operai che hanno fatto il sacrificio di lasciare casa e famiglia,
molto spesso obbligati a farlo, e che speravano almeno di ricevere
quattro soldi in più rispetto ai salari da fame degli ultimi tempi.
Diavolillo, operaio Stellantis di Pomigliano
da operai contro
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