sabato 10 giugno 2023

pc 10 giugno – Mfpr: No alle ipocrisie sul corpo di Giulia – Da ORE 12 Controinformazione Rossoperaia del 9 giugno


La brutale morte di Giulia Tramontano a Milano, uccisa dal compagno, fa salire a 39 il numero dei femminicidi solo in questo 2023, quasi otto femminicidi al mese, ma se guardiamo agli anni precedenti parliamo purtroppo di centinaia di donne uccise in famiglia per mano del partner o dell’ ex partner, proprio quella “sacra famiglia italiana” a cui sin dal suo insediamento inneggia il fascio-sessista governo Meloni come una ”priorità assoluta” del suo programma ideologico/politico.

Il governo Meloni con i ministri Piantedosi/Roccella/Nordio, dopo questo femminicidio di Giulia Tramontano, si è rapidamente mobilitato a varare nuove norme, con un Cdm che ha convocato di urgenza, per contrastare la violenza sulle donne. Sembrerebbe un provvedimento necessario, ma non lo è. E poi vedremo perchè.

Questo femminicidio sta facendo molto rumore in questi giorni, in generale i mass media borghesi e asserviti vi si sono buttati come pescecani morbosi e senza scrupoli, sempre affamati di scoop per fare audience da un lato ma servi dall’altro anche per veicolare a livello di massa uno specifico messaggio  che oggi deve essere anche al servizio della politica reazionaria del governo: Giulia, uccisa dal compagno che voleva essere libero di avere una nuova relazione, era anche incinta, una gravidanza che era un grosso ostacolo da eliminare per la oscena “libertà” che pretendeva il femminicida, ma questa gravidanza,

Ma mass media, ministri come la Roccella, Piantedosi hanno subito usato la gravidanza per metterci il loro carico ideologico reazionario. Se Giulia non fosse stata incinta ne avrebbero parlato molto, ma molto meno, come è accaduto per altri femminicidi altrettanto orrendi, enunciati al massimo con un trafiletto sui media. E su questa linea si spinge ad andare avanti anche a livello giudiziario, fino a ipotizzare il reato di duplice omicidio; utile per affermare la tesi (buona per attaccare il diritto d'aborto) che l'embrione è un bambino...

Quindi, l’idea di Giulia come donna che deve mettere al mondo un figlio, questa narrazione, è come se dovesse passare anche in primo piano rispetto alla intera vita spezzata di una giovane donna, rispetto ad una vita barbaramente interrotta dalle mani lorde e insanguinate di uno dei tanti uomini che odiano le donne.

Chiaramente non sottovalutiamo la orrenda uccisione di Giulia anche sul piano della gravidanza che portava avanti “interrotta in modo non consensuale” come è stato definito per un probabile capo d’accusa a carico del femminicida, ma il governo Meloni/Piantedosi più che ipocritamente non ha perso tempo ad usare questo femminicidio per fare un altro passo in avanti nella politica reazionaria, repressiva che di fatto si scaricherà ancora contro la maggioranza delle donne in questo paese.

Più che ipocritamente se pensiamo solo al fatto che l’11 maggio 2023, quindi a meno di un mese dal femminicidio di Giulia, la Lega e Fratelli d’Italia si sono astenuti dal voto del Parlamento europeo per chiedere all’Ue di aderire alla Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro

le donne e la violenza domestica, addirittura le “donne” leghiste Basso e Ceccardi hanno votato contro. Il capo delegazione di FdI Fidanza, ha giustificato l’astensione perche in critica sia verso le modalità – perché era previsto un voto a maggioranza e non all’unanimità – che  verso soprattutto il contenuto, per la “preoccupazione legata alle tematiche gender” e il pericolo di minare l’integrità della famiglia, quella stessa “sacra famiglia” così “integra” in questa società capitalista al punto che in essa invece tante donne diventano carne da macello quasi quotidiana di mariti, conviventi, compagni assassini anche dei figli (vedi i diversi casi di donne uccise con i loro figli).

Più che ipocritamente il governo Meloni ha convocato un Cdm per contrastare la violenza sulle donne, puntando ad un ddl con la collaborazione dei ministeri della Famiglia, dell’Interno e della Giustizia, volto soprattutto ad inasprire le misure cautelative e le pene, tra i punti focali ci sarebbe:

-       l’obbligo di tenere la distanza minima di 500 metri in caso di divieto ad avvicinarsi alla vittima;

-       trenta giorni di tempo, sia per le richieste di misure cautelari dei pm sia per la loro applicazione da          parte dei gip;

-       l’intensificazione dell'uso del braccialetto elettronico.

-       un pool di magistrati dedicato alla materia;

-       l’ampliamento dei reati per quanto riguarda l'applicazione dell'ammonimento;

-       l’introduzione della misura della sorveglianza speciale, oltre che per stalking e maltrattamenti,               anche per tentato omicidio, revenge porn, e per la deformazione permanente dell'aspetto (le                      aggressioni con l'acido, ndr). E ancora, per i recividi si prospettano condanne più severe.

Più che ipocritamente se guardiamo anche al fatto  prima di questo Consiglio dei ministri, che alcune rappresentanti di associazioni che si occupano della violenza contro le donne di stampo filo-istituzionale, hanno chiesto e non ottenuto un incontro urgente alla ministra Roccella, incontro che è stato rinviato a luglio, se mai ci sarà. Facendo anche parte dell’Osservatorio nazionale contro la violenza hanno poi avuto un incontro con rappresentanti del governo alquanto frettoloso, si legge sulla stampa borghese, in cui il ddl è stato presentato in modo alquanto rapido dai rappresentanti del governo che non ha minimamente recepito le critiche sollevate dalle referenti dell’Osservatorio, in merito per esempio alla questione del braccialetto elettronico la cui disponibilità intanto è insufficiente e poi sono strumenti che non funzionano in zone dove non c’è campo; o la questione della distanza dei 500 metri assolutamente inefficace per un uomo che ha intenzione di aggredire o uccidere una donna e che trasgredendo il divieto raggiungerebbe la donna anche più rapidamente di una eventuale volante della polizia; o ancora la questione dei tempi più rapidi per la magistratura, e se poi non vengono rispettati, come spesso accade? A questa domanda i rappresentanti  del governo hanno risposto “ si faranno dei monitoraggi a livello ragionale”,

ma nel frattempo, diciamo noi, le donne continueranno ad essere aggredite, violentate, uccise!

Più che ipocritamente perché per questo governo Meloni più repressione, più pene, vuol dire più polizia, in una logica in cui le donne vittime di violenza e di femminicidi di fatto vengono viste solo come delle vittime individuali, deboli e incapaci, da proteggere con più forze dell’ordine ("come minimo occorre raddoppiare il numero di Carabinieri che si occupano di reati di genere" ha detto subito La Russa in merito al femminicidio di Giulia), quella stessa polizia per cui tante denunce cadono nel vuoto o rimangono chiuse nei cassetti delle caserme; o da proteggere con più pene che in diversi casi poi vengono invece ridotte. Per questo governo "più repressione" va di pari passo, attraverso reazionarie campagne ideologiche (vedi i recenti Stati generali sulla natalità ad esempio) e conseguenti azioni politiche, con il volere togliere diritti alla maggioranza delle donne in questo paese, vedi l’attacco ideologico/politico in primis contro il diritto di aborto; va di pari passo con il proclamare ogni giorno sempre più famiglia, come cellula base di conservazione, di oppressione, portatrice di ideologie reazionarie in questa società capitalista, quella famiglia appunto in cui le donne sono uccise.

Come può questo nero governo, che sin dal suo insediamento accanto ai migranti ha preso di mira anche le donne, un governo responsabile  di politiche economiche (vedi il decreto lavoro che ha sancito la precarietà e instabilità lavorativa a vita o l’attacco al reddito di cittadinanza) che di fatto potenziano l'oppressione e il peggioramento delle condizioni di vita di tantissime donne, in primis proletarie, per cui in tanti casi la mancanza di un lavoro o di un reddito è una delle cause per cui non ci si riesce a liberare da situazioni familiari di pesante oppressione e violenza; dire in modo arrogante di difendere le donne dalle violenze sessuali, dai femminicidi?

Come può questo governo impregnato di fascismo, di sessismo, che ha sdoganato e dato piena legittimità a neri personaggi politici, dalla stessa Meloni a Salvini, da La Russa, a Fontana, Lollobrigida, a ministre clerico/integraliste come la Roccella che alimentano concezioni aberranti ogni giorno contro la maggioranza delle donne, parlare e soprattutto agire in nome delle donne contro la violenza, quando le loro concezioni e politiche alimentano a livello di massa un humus maschilista, sessista che per alcuni uomini “di tutti i giorni” si trasforma in “normale” odio contro le proprie donne, considerate un possesso, che non possono e non devono decidere  della loro vita, che se si ribellano a relazioni oppressive, violente rischiano di essere uccise?

Alcuni anni fa come compagne del Movimento femminista proletario rivoluzionario abbiamo scritto un opuscolo “Uccisioni delle donne, oggi” che è attualissimo scrivevamo:

"Il moderno fascismo è l'edificazione a sistema di tutto ciò che è reazionario, maschilista... Le violenze sessuali oggi sono interne ad un clima politico, ad un humus sessista-razzista, sono quasi sempre spinte dalla reazione degli uomini alle donne che vogliono ribellarsi, rompere legami familiari oppressivi... la violenza sulle donne non fa che proseguire la discriminazione, il doppio sfruttamento e oppressione, l'ingiustizia che subiscono le donne nella società capitalista, e mai come in questo periodo la condizione delle donne sta facendo passi indietro su lavoro, salario, sfruttamento del lavoro domestico, di assistenza, ecc… Ma su questo non ci sono leggi che risolvono o che tengono..."

Questo ddl del governo Meloni si inserisce nella logica sempre più securitaria che deve avanzare in questo paese che tratta le donne come oggetto e non come un soggetto, un oggetto da “proteggere” e anche da controllare socialmente, il cui ruolo nella famiglia non deve essere messo in discussione, mentre invece si attaccano e/o si reprimono le donne nella loro libertà di autodeterminarsi.

"Il governo, lo Stato usano strumentalmente le uccisioni delle donne per varare provvedimenti che non aiutano affatto le donne ma aumentano il clima di controllo e repressione…Sia negli anni precedenti, sia più recentemente, ogni misura del governo (ndr. oggi con il governo Meloni vi è stato un salto di qualità nella marcia della borghesia dominante al potere, rappresentata dalla sua frazione più reazionaria, verso   finalizzata alla fascistizzazione dello Stato), contro le uccisioni, violenze ecc, in realtà non ha prodotto una diminuzione delle stesse ma, anzi, in un certo senso ha prodotto un effetto contrario, sia con le misure essenzialmente repressive, sia con quelle poche misure che potrebbero essere utili ma per come vengono gestite sono negative fino ad essere controproducenti…Affrontare la questione della violenza con le misure repressive, togliendo quegli elementi di socialità, di apertura e solidarietà che ci aiutano a combatterla, puntando invece alla chiusura, alla fascistizzazione della società, alla desertificazione delle città, favorisce la violenza…" (Dall’opuscolo a cura del Mfpr "Uccisioni delle donne, oggi")

Dinnanzi a tutto questo siamo chiamate come donne doppiamente oppresse in questa società a lottare unite e ad ampio raggio e in prima linea contro gli uomini che odiano le donne, contro questo governo Meloni che odia le donne, contro questo Stato borghese che a suon di norme sempre più securitarie non fa che mantenere da un lato ma peggiorare dall’altro lo stato di cose esistenti, come garanti sempre più reazionari di una società che alimenta anche la cultura della violenza contro le donne. 

Parlare di solo cambiamento culturale, per contrastare e/o debellare la questione della violenza sessuale, dei femminicidi, come ne parlano i partiti di “opposizione”, è assolutamente inutile e vuoto, perché la violenza sulle donne, i femminicidi sono uno dei frutti più marci prodotti da questa società capitalista ed imperialista che fa della doppia oppressione della maggioranza delle donne uno dei suoi cardini/base; una società che per questo non può essere riformata o cambiata solo culturalmente, rimanendo quindi in superficie, ma che deve essere sradicata/distrutta sin dalle sue radici.

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