con più repressione, lager, torture. Con i profitti dell'ENI sempre al centro.
Dopo il crimine di Cutro - strage di Stato rivendicata dal governo e su cui è in corso un'inchiesta della magistratura -, dopo avere umiliato persino i famigliari dei superstiti, dopo il Decreto razzista e xenofobo che inasprisce le espulsioni dei migranti, oggi la firma dell'ennesimo Memorandum con il diretto rappresentante libico, il capo delle milizie oggi ministro degli Interni, Emad Trabelsi, «uno dei peggiori violatori dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale in Libia»
Meloni “ha espresso apprezzamento per gli sforzi compiuti dalle autorità libiche nelle operazioni di salvataggio in mare e nel contenimento delle partenze irregolari”.
Il Ministro dell’interno Piantedosi ha sottoscritto oggi a Palazzo Chigi con il suo omologo libico Trabelsi una “Dichiarazione d’Intenti”.
Da specialelibia.it: “Emad Trabelsi capo delle milizie di Zintan, nominato dal Primo Ministro Abdel Hamid Dabaiba nel novembre 2022, ministro dell’Interno nel suo governo di Unità Nazionale, ha annunciato il varo di un piano di sicurezza per mettere in sicurezza i confini, i porti e il deserto per combattere il contrabbando e preservare le capacità della Nazione.
....Il curriculum di Trabelsi è noto agli addetti ai lavori. Con la sua storia, è uno di quei personaggi che
può decidere quando aprire e quando socchiudere le rotte dei barconi e quelle di altri traffici illeciti.Il suo è il dicastero chiave per il controllo delle milizie e degli affari che tengono insieme i traffici di petrolio, migranti, armi, controllo del territorio e rapporti con i salotti europei. Il ministero inoltre dispone di una sua “guardia costiera” e di milizie affiliate, travestite da polizia territoriale, che a loro volta controllano i campi di prigionia dei migranti e decidono quando chiudere un occhio davanti alle coste e quando ostacolare i trafficanti concorrenti.
Già nel 2018 il dipartimento di Stato Usa (presidenza Trump) nel rapporto annuale sulle violazioni dei diritti umani nel mondo confermava una ricostruzione del gruppo di esperti Onu sulla Libia. Tra i nomi c’era quello dell’ambizioso Trabelsi, indicato come «comandante della Forza per le operazioni speciali di Zintan, nel frattempo nominato a capo della Direzione generale della sicurezza». Secondo le accuse, Trabelsi è stato «beneficiario di fondi ottenuti illegalmente».
Gli esperti Onu spiegavano che il capo milizia aveva imposto un tariffario per i transiti sul suo territorio: «5.000 dinari libici (3.600 dollari) per ogni autocisterna contenente prodotti petroliferi contrabbandati attraverso i posti di blocco sotto il suo controllo nel nord-ovest della Libia». Dopo aver pagato il “pedaggio” in contanti agli uomini di Trabelsi, ha rivelato Sergio Scandura per Radio Radicale pochi giorni fa, gli idrocarburi potevano entrare illegalmente in Tunisia. Un giro d’affari da decine e decine di milioni di euro all’anno.
Quando Emad Trabelsi ebbe il suo primo incarico di governo, passando da sceriffo di confine a sottosegretario agli Interni, il capo della Commissione nazionale per i diritti umani in Libia (Nchrl), Ahmed Hamza, protestò con il premier Dbeibah affermando che l’uomo dei clan di Zintan «è uno dei peggiori violatori dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale in Libia».
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