Il tavolo di crisi Wärtsilä ieri al Mise con i
ministri Giancarlo Giorgetti e Andrea Orlando
E quindi a che servono i tavoli al Mise? Davanti
all’arroganza dei padroni, che da Marchionne in poi si chiama fascismo
padronale (non riconoscimento dei contratti e degli accordi, niente sindacati o
scelta del sindacato che più si piega ai bisogni del padrone, uscita dalle
organizzazioni padronali percepite come gabbia, nessun rispetto le regole e per
governi considerati tutti comunque al proprio servizio…), davanti a tutto
questo, all’imposizione delle delocalizzazioni come normale misura economica,
non servono a niente se non a smascherare appunto l’osservanza più stretta
delle istituzioni borghesi degli interessi del Capitale!
“Nonostante la presenza di ben due ministri del governo Draghi, al tavolo di crisi al Mise – riporta il Manifesto di oggi - i finlandesi di Wärtsilä confermano la delocalizzazione della produzione da Trieste
a Helsinki e i 415 licenziamenti annunciati di punto in bianco il 14 luglio.”“È stato direttamente il ceo svedese Hákan Agnevall a fare
l’annuncio: «Confermo la nostra intenzione di proseguire con la procedura. La
legge italiana è molto chiara sui tempi»”.
La legge italiana è chiara anche su ciò che al massimo potrà
capitare all’azienda: una multa!
“Dopo il successo della manifestazione di sabato scorso a
Trieste – continua il quotidiano - con tutta la città a fianco degli operai della
fabbrica ex Iri e di una deindustrializzazione quasi completa della città, la
politica era schierata in modo bipartisan al Mise: il padrone di casa Giancarlo
Giorgetti presenziava a uno dei pochissimi tavoli di crisi della sua gestione,
alla sua destra il ministro del Lavoro Andrea Orlando che in questi giorni lo
aveva accusato di aver annacquato la norma contro le delocalizzazioni. Di
fronte le istituzioni locali tutte rappresentate: la Regione guidata dall’altro
leghista Massimiliano Fedriga (che qualche giorno fa ha depositato un ricorso
di incostituzionalità proprio riguardo alla norma sulle delocalizzaioni) e il
comune a storica guida destrorsa di Roberto Dipiazza.”
Tutto questo bel “… fronte politico compatto non ha però
potuto fare niente contro la volontà della multinazionale: ha impiegato solo 40
minuti a valutare la richiesta di «sospensione» della procedura di
licenziamento avanzata dal governo. Wärtsilä tira dritto.”
Le dichiarazioni di politici e sindacalisti confederali, e
con quale forza!, sono indignate, ma nel migliore dei casi, sempre impotenti!
«La risposta di
Wartsila è inaccettabile – ha subito reagito il ministro Orlando – abbiamo
trovato indisponibilità a cui reagiremo per rendere il più possibile
impraticabile la strada a Wärtsilä. Nelle prossime ore ci muoveremo in questa
direzione».
«Di fronte a questa scelta irragionevole da parte ci sarà
una risposta di adeguato livello da parte del governo. La metteremo a punto a
breve, in poche ore», gli ha fatto eco Giorgetti.
“In realtà – conferma il giornalista - si tratta
dell’emendamento già annunciato da Debora Serracchiani (ex presidente della
regione e ora parlamentare Pd) al decreto Aiuti bis per inasprire le norme
antidelocalizzazione con multe più alte per le aziende.”
“Dura la risposta del sindacato” dice il Manifesto che ha
perso la cognizione su cosa significa essere “duri”: «Comportamento offensivo
della multinazionale finlandese – commenta la Fiom – un vero e proprio atto di
ostilità verso il sindacato e il governo. Occorre continuare a respingere la
decisione di dismettere la produzione di motori e di licenziare oltre 700
lavoratori diretti e dell’indotto e intensificare la lotta e la mobilitazione
dei lavoratori».
“Nel comunicato unitario Fim-Fiom-Uil – dice infine il
giornale - si parla di «delocalizzazione a tradimento [se c’è un “tradimento”,
questo è sempre da parte dei sindacati confederali che dovrebbero difendere i
diritti dei lavoratori! Ndr] che si configura sempre più come decisione scellerata,
politica e non industriale. È importante ora un intervento urgente per
modificare la Legge 234/21 (la legge di bilancio con la norma
antidelocalizzazioni, ndr) con misure più efficaci».” Magari con multe più
elevate? “I sindacati confederali hanno poi proclamato un ulteriore pacchetto
di almeno 8 ore di sciopero in tutto il gruppo Wärtsilä Italia.”
Le prime iniziative degli operai e la manifestazione cittadina
sono stati primi passi dai quali si riparte con la lotta per salvare il proprio
posto di lavoro…!
Questa vertenza allunga l’elenco delle vertenze in corso
dello stesso tipo: Gkn, Whirlopool, Teva, Albini di Mottola, Lukoil, e poi
Stellantis, Acciaierie d’Italia… vertenze che bisogna mettere insieme in un’unica
grande lotta e che saranno uno dei temi centrali dell’Assemblea del 17 settembre
a Roma che si terrà alle 14,30 al Metropoliz di Via Prenestina 913.
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