martedì 6 settembre 2022

pc 6 settembre - Stellantis ristruttura la produzione: più efficienza, più produttività con fabbriche più piccole e con meno operai!

 

La Stellantis degli Agnelli/Elkann in inserisce pienamente nella ristrutturazione della produzione a livello mondiale, iniziata prima ma accentuata dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina, vantando il proprio modello di maggiore efficienza e produttività e cioè quello sperimentato nella fabbrica francese di Sochaux.

“«Non chiuderemo stabilimenti, li adatteremo alle nuove esigenze di mercato, ma aumenteremo l'efficienza e miglioreremo la produttività», scandisce Deboeuf … responsabile globale della produzione”

Questo ridimensionamento degli ettari dello stabilimento che erano 216 e “Oggi sono stati ridotti a 172, mentre logistica, assemblaggio e controllo della qualità sono stati compattati in un solo edificio e sono passati da 250mila a 100mila metri quadrati con una sola linea invece di due.” comporta anche il “ridimensionamento” degli operai che “Erano 9000 con le due linee.” E adesso “sono 6.200 più 850 interinali”.

Con una certa soddisfazione lo scribacchino descrive il funzionamento di questo nuovo modello che si

vuole esportare in tutti gli altri stabilimenti sparsi per il mondo a cominciare da quelli in Italia, “Melfi in primis … ma pure Mirafiori, Cassino e Pomigliano” perché “«Anche in Italia siamo in cura dimagrante. Ci compatteremo. Per esempio, abbiamo accorpato a Pomigliano un ramo della plastica … A Melfi siamo passati da due a una linea e continueremo così. L'efficienza conterà più della dimensione” e naturalmente più del numero di operai che saranno licenziati per i quali “in accordo con i sindacati, abbiamo iniziato un processo di esodi incentivati”.

Questo non deve “scandalizzare” perché quello che conta per padroni e sindacati è: “L'efficienza assieme al ridimensionamento, alla sobrietà e alla condivisione di progetti e processi.”

Questi primi investimenti sono “costati” 200 milioni e il giornalista al servizio dei padroni commenta in maniera compiaciuta i cambiamenti: “Il magazzino della logistica è stato rivoluzionato. Si vede a occhio nudo. Un totem alto 25 metri, largo 18 e profondo 50, completamente automatizzato, è il motore da cui si avvia il cuore dello stabilimento. La linea produttiva, con un sistema digitalizzato di algoritmi chiama i singoli pezzi, fino a 180 all'ora per un totale di 360 movimenti. Quattro minuti dopo la richiesta, i pezzi trasportati dai carrelli semoventi sono fuori dal magazzino, pronti a partire verso l'assemblaggio che è stato modellato in base all'esperienza degli stabilimenti Usa del gruppo: tre riporti invece dei quattro tradizionali e un team builder inserito nella squadra di lavoro.” Il “team builder” naturalmente deve convincere gli operai che lavorare a questi (loga)ritmi dà più soddisfazioni!!!

Il responsabile globale della produzione Deboeuf dice che hanno imparato dalla pratica migliore: “«Tutti i nostri stabilimenti - spiega - forniscono soluzioni frutto di best practice. Utilizziamo il know how Fca per l'uso della plastica, quello del sito PSA di Rennes per le presse. Stiamo trasferendo a Mirafiori l'esperienza Peugeot sui telai. Abbiamo 70 miglioramenti di efficienza su cui lavorano i singoli stabilimenti da cui sceglieremo le soluzioni migliori per tutti, che importeremo da tutto il nostro mondo ed esporteremo in tutto il nostro mondo.»

Ma i padroni hanno pensato bene di “responsabilizzare” ancora di più i responsabili, scaricando su di loro, e scaricando di fatto in ultima analisi sugli operai, i risultati di tutta questa operazione di ristrutturazione: “Ogni direttore di stabilimento ha un obiettivo di miglioramento dell'efficienza che verrà misurata ogni mese e sarà responsabile del destino del suo sito.»

Questo piano complessivo si chiama “Dare Forward” e in realtà è semplice, dicono loro stessi in cosa consiste: “Tagliare i costi di manifattura del 50% con una riduzione del 40% di quelli per l'elettrificazione e la distribuzione.”

Il 20 settembre, dice la Repubblica, l’amministratore delegato Tavares “sarà a Torino per il faccia a faccia con Comune e Regione per discutere del futuro di Mirafiori” per discutere del “riutilizzo degli spazi e il nuovo polo dedicato allo smaltimento delle batterie e al riuso” per scaricare anche sugli enti locali, cioè sulle popolazioni locali, questi costi!

Ma nonostante tutta questa frenesia, tutta questa “meraviglia” per i cambiamenti e per l’alto grado di automazione e perfino per l’uso della musica classica, il quotidiano dei padroni deve ammettere che: “La musica di Mozart non copre i rumori della lastratura, sarebbe chiedere troppo. [e perché mai, visto l’elevatissimo impiego della miglior tecnologia esistente?, ndr] È il segnale per gli addetti ai quattro quadri di comando che la fase di stampaggio di un pezzo è terminata e si può passare al prossimo: una fiancata, un cofano, un tetto.” Da una fase all’altra a tempo di musica!

Ma di questa musica gli operai ne hanno sentita fin troppo! È ora di cambiarla! È ora che ci si organizzi e si lotti perché siano i padroni a ballare alla musica degli operai!

Nessun commento:

Posta un commento