domenica 4 settembre 2022

pc 4 settembre - Grande manifestazione a Trieste contro la chiusura della Wärtsilä - Una prima informazione direttamente dalla manifestazione

Più di 15mila persone alla grande manifestazione a Trieste organizzata per gli operai della Wärtsilä, la piazza Unità era strapiena. Tantissimi cittadini sono scesi in piazza per gridare la loro rabbia e la loro solidarietà agli operai di Wartsila Italia. "Dov'è lo stato italiano? Dov'è la stampa nazionale?"

Da un giorno all'altro, senza alcun preavviso e senza aver avvertito le parti sociali, Wärtsilä, leader mondiale della produzione di grandi motori per navi e generatori di energia, chiude il reparto produzione della più grande fabbrica di motori per navi d'Europa a Dolina, Trieste. Oltre 450 licenziati in tronco e qualche migliaio con l'indotto il bilancio dell'operazione. L'azienda avrebbe ricevuto finanziamenti ingenti dallo stato finlandese e tramite il Pnrr finnico (soldi europei) per accrescere l'occupazione nel paese scandinavo e ha costruito una fabbrica a Vaasa che fa le stesse cose di Trieste. Hanno preso anche una trentina di milioni dal Pnrr italiano en passant. Aiuti di Stato ed europei, soldi pubblici, per spostare posti di lavoro da un paese europeo ad un altro. Un gioco a somma zero, molto poco libero mercatista e molto molto sovranista. È questo il libero mercato cui noi italiani dobbiamo impiccarci, mentre gli altri paesi, con minori timori reverenziali e maggiore credibilità, ne fanno uno strumento duttile e adattabile ai propri interessi nazionali?

Ieri, sabato 3 settembre 2022, si sono rivisti migliaia e migliaia di cittadini in strada per difendere qualcosa di sacrosanto, come il diritto al lavoro. Ma non c'era solo questo: c'era la preoccupazione della città per il futuro. Ho visto operai, impiegati, ragazze e ragazzi, pensionati, giovani organizzati in gruppi comunisti. ecc. Tanti, per fortuna!

Importante la solidarietà dai lavoratori di altre significative realtà industriali del territorio triestino e regionale, come Flex, Fincantieri ed Electrolux; e in particolare il sostegno degli operai della Gkn, esempio della lotta contro le delocalizzazioni. 
Purtroppo gli operai Wartsila, con le loro famiglie, non erano invece in tanti.

Trieste ha messo un segno. Ora si aspettano i risultati.

Due gli obiettivi della manifestazione: la convocazione di un tavolo urgente al MISE entro il 14 settembre; un obiettivo raggiunto quest’ultimo, con il tavolo convocato per il 7 settembre. Poi, il ritiro della procedura di licenziamento avviata proprio quel 14 luglio.

Circolava tra la gente anche la parola "nazionalizzazione", era scritta su striscioni dell'Unione Sindacale di Base. La soluzione - dicono - è una sola: "NAZIONALIZZAZIONE" della fabbrica e cacciata dei finlandesi. Il resto sarà precario o nullo, comunque destinato alla perdita di posti di lavoro e al declino della città.

Si sono visti anche la Confindustria, imprenditori, il Comune di Muggia, il Comune di Trieste...
Ma aspettarsi qualcosa dalla Confindustria fa da ridere. Aspettarsi qualcosa dai responsabili dei Comuni presenti fa piangere. Perchè da ridere o da piangere? Perchè questi sono legati al carro del comandante in capo installato da Goldman&Sachs, incaricato di distruggere ogni parvenza di Stato nelle Repubblica Italiana.

Il confronto tra i lavoratori della Wartsila e la città trova sulla strada le "barricate" del governo Draghi deciso a trasformare il confronto in lotta aperta, di strada.

Ma o si lotta, o subiamo la barbarie con disoccupazione, precariato, caporalato, guerra e miseria 



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