Fatevele le vostre elezioni, poi ci saremo noi... Durante e dopo ci sono i lavoratori, gli operai, le lavoratrici, le masse popolari sempre più impoverite.
Al Mise ci sono più di 160 vertenze, che far il nuovo governo rispetto a questa vertenze? Ci sono le lotte contro le tante situazioni di licenziamenti, chiusura di fabbriche e posti di lavoro, delocalizzazioni, cassa integrazioni, ecc; questi problemi saranno vostri non nostri, nel senso che noi abbiamo già lottato contro i governi precedenti, quindi continueremo a lottare. Certo dovremo lottare di più, elevare la nostra lotta, di fronte allo scaricamento della crisi, della guerra sui proletari e le masse. Ma questo porta ad una situazione oggettiva più avanzata anche nel livello di comprensione della partita in corso, degli attacchi ecc.
L'assemblea proletaria anticapitalista la facciamo al momento giusto. E’ la giusta risposta a chi chiama a votare una settimana dopo, a cui noi diciamo: fatevi le elezioni, noi intanto ci prepariamo...
Noi dobbiamo essere determinati, essere anche ottimisti sullo sviluppo delle lotte e la crescita della coscienza di lavoratori.
Non c’è solo il negativo, perché ogni realtà ha un aspetto di sfruttamento, di attacco ai diritti, ecc.; certo, ogni situazione ha anche delle specificita’, però insieme le condizioni di lavoro, di non lavoro, di
vita mostrano che il capitalismo, questo sistema non può dare più niente, può dare solo reazione, più morti, più attacchi.Nello stesso tempo c’è il positivo che viene dai vari fronti di lotta e che sono una ricchezza; sono i fatti su cui dobbiamo costruire le parole e il combattimento successivo più unitario, più nazionale. Come non vedere, infatti, in ognuna delle realtà lavorative, vertenze, lotte che non si tratta affatto di questioni locali o di questioni di quella situazioni - Basta pensare ad Acciaierie d'Italia che è chiaramente sia per padroni e governo sia per gli operai un problema nazionale, anzi internazionale su cui anche i padroni dell’acciaio e il governo stanno facendo salti mortali per cercare di portare a casa la massima difesa dell’acciaio nazionale nella concorrenza internazionale, per realizzare più profitti. Basta pensare alle delocalizzazioni in corso, dalla Gkn alla Wastliadi Trieste, alla Tessitura di Mottola, ecc., che si vanno estendendo e richiedono una battaglia unitaria nazionale degli operai. Basta pensare agli accordi padroni/sindacati confederali peggiorativi e discriminanti verso le lavoratrici, che violano anche leggi, Costituzione, e che toccano diritti fondamentali della condizione delle donne, la Beretta di Trezzo è un esempio concreto, ecc. ecc.
Quindi diciamo ai partiti borghesi, sia di destra, fascisti sia centrosinistra, dove volete andare?
Il problema del nostro fronte proletario è quello dell'unità delle lotte degli operai, l'unità delle lotte delle lavoratrici, questa è la questione prioritaria.
Altri settori, per esempio della piccola borghesia ribelle si uniscono su alcune tematiche anche importanti, come l'ambiente, ecc.; per gli operai è più difficile, anche se è iniziato.
Noi stiamo riprendendo il filo rosso del ‘Patto d’azione’ con l'Assemblea prioritaria anticapitalista perché i lavoratori hanno bisogno dell'unità, perchè l'unità è un bene in sé, perché fa avanzare la lotta e la coscienza dei lavoratori e la solidarieta’ intorno alle loro lotte - ricordiamoci sempre la famosa frase di Lenin: gli operai non sono forti perché la società solidarizza con loro ma la società solidarizza con loro quando gli operai sono forti. E questa forza degli operai si misura principalmente col problema dell'unità; che non è un mero fatto di mettersi insieme ma di riconoscersi come classe.
Pensiamo come serve alle donne lavoratrici quest'unità. Per le lavoratrici, per partecipare, organizzare una lotta le difficoltà sono tante, sul posto di lavoro, in famiglia; per loro partecipare alle lotte è diverso che per gli uomini che hanno un problema solo: se vogliono fare la lotta o no, per le donne significa invece che spesso per partecipare ad una lotta, manifestazione, iniziativa nazionale devono scontrarsi o risolvere problemi con la famiglia, con i figli, con l’assistenza di genitori anziani. Noi dobbiamo dire che questi problemi dimostrano perchè la battaglia delle donne è che tutta la vita deve cambiare, che non sono problemi individuali sono problemi collettivi, che negli anni ‘70 si davano anche su questo fronte delle indicazioni come l’organizzazione l'aiuto reciproco.
Noi dobbiamo dare fiducia, ottimismo, determinazione anche su questo fronte, perché la necessità della lotta, per unire le lotte, per fare avanzare queste lotte, l'unità è la cosa più necessaria.
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