Alla festa della Cgil di Forlì un segretario della Cgil dice: se vado in un’assemblea e dico ai lavoratori di votare contro la destra mi chiedono cosa ha fatto la sinistra negli ultimi venti anni, “jobs act e Legge Fornero”. E questo è avvenuto con la Camusso segretaria, oggi candidata Pd, ed è continuato con l’ex oppositore Landini.
Gli operai odiano il Pd e buona parte dei dirigenti sindacali, e hanno ragione.
La Cgil è stata la cinghia di trasmissione dei governi di centrosinistra, e lo è stata fino all’ultimo Draghi – Cisl e Uil fanno anche di peggio, ma i lavoratori non sono ciechi e ne ipocriti.
La Cgil si smarca dalla campagna elettorale perché sa di fare danni.
Certo, non è vero quello che la grande stampa con interviste mirate cerca di far capire, che gli operai si appresterebbero
tutti a votare Meloni e non saprebbero vedere i fascisti dove sono.Non è questa la novità della campagna elettorale, in una situazione in cui fette di operai hanno già in precedenti elezioni spostato il voto verso M5S, Salvini, in odio verso il Pd e in confusione populista.
Da Renzi a Letta, che poi vuol dire Draghi, sono stati i campioni della politica antioperaia in questi anni, e Letta come “socio maggioritario” di Draghi.
Nella fase dell’imperialismo in crisi economica e guerra, qualsiasi governo è un comitato d’affari della borghesia e la risposta alla politica antioperaia e antipopolare è solo la lotta e l’organizzazione politica e sociale autonoma degli operai.
Questa è anche la risposta in positivo alla massiccia astensione operaia.
Quest’autunno non sappiamo se sarà caldo o freddo, quello che per noi è importante è avanzare nelle chiarezza nell’organizzazione politica e sindacale necessaria per difendersi da padroni e governo e porre le condizioni per una nuova fase di cambiamento dei rapporti di forza e di attacco che può e deve essere rivoluzionaria.
Nessun commento:
Posta un commento