Assalto ai negozi a Torino: per il giudice di Ivrea è "saccheggio", per quello di Torino no
Convalidato, a differenza degli altri, l'arresto di un
ventitreenne che era in carcere nel Canavese: "Gravi indizi di
colpevolezza"
Resta in carcere e viene confermata l’accusa di
devastazione e saccheggio per il fermo dell’ultimo indagato per i fatti
di via Roma, quando la sera del 26 ottobre furono assaltate le vetrine
di numerosi negozi di lusso durante una manifestazione contro le
restrizioni anti-Covid. Si tratta di un giovane moldavo di 23 anni che a
gennaio era stato arrestato per la rapina a un tassista e per questo si
trova recluso nel carcere di Ivrea.
Ed è lì che gli è stato notificato nei giorni scorsi il
decreto di fermo per le razzie nei negozi del centro. Assistito
dall’avvocato Mattia Fiò, si è presentato per l’udienza di convalida
davanti al gip di Ivrea, Marianna Tiseo, che stamattina si è pronunciata
in maniera diametralmente opposta rispetto al collega di Torino.
Il giovane moldavo, dunque, è l’unico per cui un giudice
ha confermato l’esistenza del reato di devastazione e saccheggio per
quanto accaduto quella sera nel centro di Torino, e sulla base degli
elementi forniti dagli investigatori della Squadra mobile, coordinati
dai pm Paolo Scafi e Giuseppe Drammis, ha insistito sulla necessità
della custodia cautelare in carcere, sulla base del pericolo di fuga e
della reiterazione del reato, giudicati in astratto al momento poiché il
ragazzo è detenuto. Il giudice di Ivrea ha valutato la “copiosa
documentazione” fotografica che motiva i “gravi indizi di colpevolezza”.
Dalle immagini in particolare si vede il ragazzo che ha
partecipa all’assalto del negozio di scarpe Corrado in piazza Castello,
da cui partono tutta una serie di altri assalti che coinvolgono le
boutique di lusso, da Gucci a Louis Vuitton. Una serie di comparazioni
fotografiche con i suoi profili social, l’analisi dell’abbigliamento e
dei tatuaggi che porta, hanno permesso di identificare con esattezza la
sua partecipazione alla manifestazione, sebbene durante l’interrogatorio
il giovane abbia tentato di smarcarsi sostenendo di essere arrivato
dopo che i disordini si erano già verificati.
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