Bisognerebbe fare un quotidiano apposta per strappare dal silenzio, dai trafiletti, dalle pagine particolari di alcuni quotidiani, il nuovo flusso dei migranti che arriva alle coste italiane e non solo con il suo carico di sofferenza e morte, con i naufragi.
Come abbiamo scritto altrove, in questa fase questa immigrazione è nascosta. Ma tenendo conto di quello che accade sull'altra sponda del Mediterraneo e nei focolai di guerra di Africa e Asia non c'è alcun dubbio che una nuova grande ondata migratoria nei prossimi mesi toccherà l'Italia e tutti i paesi che si affacciano nel Mediterraneo.
Solo nel due giorni scorsi un doppio naufragio con 39 migranti morti, tra cui 4 bambini, ha toccato due imbarcazioni partite da Sfax in Tunisia. Il numero dei sopravvissuti è di 165, quindi vuol dire che le imbarcazioni erano assolutamente stracariche, e in esse c'erano non solo i migranti sub sahariani che partono dalla Tunisia, ma anche numerosi giovani tunisini.
Tra i migranti arrivati più recentemente, i tunisini rappresentano la nazionalità più numerosa. E nel silenzio-assenso di tutti, la macchina governativa ne sta accelerando il rimpatrio alla media di 80 a settimana.
Il censimento di tutti i migranti arrivati, con le varie imbarcazioni in Sicilia, in Calabria, in Puglia, ci dà già dei numeri che sono da anticamera della grande ondata.
Ma il punto di questa nota non è questo conteggio, nè un generico appello alla solidarietà, alla mobilitazione, ma gettare uno sguardo su alcune vicende che riguardano il rapporto che c'è tra questi
sbarchi e la situazione politica, a partire da eventi che hanno caratterizzato i mesi precedenti.
In Sicilia, come si sa, sono in corso due processi nei confronti di Salvini, relativi all'azione criminale di quando era ministro dell'Interno nei confronti dell'Open arms e della Gregoretti, e pende sullo sfondo ancora la vicenda di Rachela ed altre minori. In questi processi le udienze, sotto una palude di "serietà", sono sostanzialmente un teatro. Un teatro occupato da Salvini e dalla sua sciagurata ed eterna avvocatessa della grande criminalità politico-razzista, la Buongiorno, che fanno il loro mini show per ripetere la banalità che tutto il governo Conte/Di Maio era complice e che lui ha difeso la patria, i confini, gli italiani, ecc. E via via queste comparse evocate appaiono realmente per confermare con le loro timide dichiarazioni l'assunto di Salvini.
Fuori il Tribunale, anche a causa della pandemia, sono pochissime le voci discordi presenti. E per chi ha un minimo di esperienza questo significa assoluzione degli imputati, perchè i colpevolisti possono uscire solo se c'è qualche magistrato in vena di protagonismo con prospettive elettorali, ma oggi con la restaurazione di Draghi e il ritorno di Salvini al governo sotto mentite spoglie anche questa eventualità è sostanzialmente scongiurata.
Crimini contro l'umanità, ineffabili vessazioni razziste, degne di aguzzini fascisti, vengono cancellati e oscurati, e il becero razzismo popolare lasciato in pace.
Questo è come l'assoluzione dei nazisti e dei loro crimini anti ebrei che quando avviene apre autostrade che portano nelle aule del Tribunale la giustificazione di quello che si afferma come veleno nel popolo.
L'altro elemento è il carattere assolutamente politico di questa giustizia che dice di essere autonoma ma dove la figura del 'giudice imparziale' è l'eccezione non la regola. La regola è la subordinazione al vento politico, espressione del dominio economico e di classe.
Segnalare questo guardando non al passato ma al futuro è importante perchè fa appello alla natura politico/sociale dell'antirazzismo e dell'essere la lotta su questo terreno parte della lotta contro lo Stato borghese che, come si dovrebbe sapere, si abbatte e non si cambia.
Chiaramente c'è l'altro versante della situazione che non è solo la "giustizia negata", ma la controgiustizia attivata. E su questo terreno sono i procedimenti giudiziari nei confronti non dei criminali politici economici al potere ma dei solidali. E su questo due casi vanno affrontati.
Uno apparentemente piccolo della Procura di Trieste, e uno più mediaticamente grande di un'inchiesta di Ragusa.
Il caso di Trieste è quello di "nonno Andrea" verso cui la Procura di Trieste ipotizza il reato di "favoreggiamento dell'immigrazione". La polizia di Trieste si è presentata in casa di Giannandrea Franchi e di Lorena Fornasir, quasi 160 anni in due, per acquisire documenti, telefoni, computer. Sono accusati di essersi presi cura dei migranti con la loro associazione di volontariato "Linea d'ombra" che ha sede nel loro appartamento. Lorena e nonno Andrea sono in realtà noti a molti anche nel mondo per essere i "samaritani" che ogni sera sul piazzale davanti alla stazione cittadina giungono con il loro carrello verde carico di farmaci, disinfettanti, fasce e cerotti, con cui aiutano e curano i migranti. Azione definita, a volte con ironia, a volte con elogio, una sorta di "rito della lavanda dei piedi laica".
E così il nonno dei profughi ha aiutato alcuni profughi curdi, ed è così che, incensurato, nonno Andrea è divenuto materia di attenzione di un'inchiesta della Digos di Trieste supportata dal Servizio per il contrasto all'estremismo e al terrorismo esterno.
Siamo senza parole, per così dire, ma con molta rabbia e perfino un pò di invidia per un'accusa così onorevole.
A Ragusa, invece, è sotto accusa la Ong Mediterranea, la nave Mare Jonio, che fa capo a persone in realtà molto conosciute, come l'ex capo dei disobbedienti Luca Casarini e Beppe Caccia.
Qui sotto accusa è la solidarietà delle Ong. La spina che Stato e Magistrati si vogliono togliere approfittando della nome che Casarini ha, per la più che lodevole iniziativa in cui si è riciclato.
Il Procuratore di Ragusa ha orchestrato una vera 'macchina del fango' sostenendo, a scopo di sputtanamento, che la Mar Jonio ha preso a bordo 27 migranti il 5 agosto scorso da una motonave della società armatrice multinazionale danese, la Maersk Etienne, che li aveva inizialmente raccolti. Chiaramente la Mar Jonio ha coraggiosamente raccolto i migranti, ha eluso i divieti di imbarco, ha affrontato la situazione di emergenza sanitaria (vi era anche una donna incinta) e ha portato a termine l'operazione. La società danese in un momento successivo ha ritenuto per la "rogna" che si era tolta scaricando i migranti alla Mar Jonio di fare una modesta sottoscrizione di 125 mila euro per l'Ong. Su questo cavillo si accanisce l'inchiesta di Ragusa, come parte della campagna di Stato, governo, politicanti razzisti contro l'Ong, e in particolare, poi, contro quelle che hanno una impostazione genericamente di sinistra.
Questi due piccoli processi danno il senso delle cose più di tanti documenti e spiegano a noi comunisti, organizzazioni proletarie, sindacali classiste, antirazziste che il campo della nostra azione va oltre l'organizzazione della lotta, per essere un campo di una battaglia politica generale di cui anche questi due fatti sono espressione.
pc
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