mercoledì 10 marzo 2021

pc 10 marzo - I migranti la faccia nascosta della pandemia/del capitale

L'aggravarsi della pandemia e della crisi economica ha chiaramente distolto l'attenzione dalla pandemia nella pandemia e dalla crisi nella crisi che hanno colpito le fasce migranti della popolazione e naturalmente ancor più i nuovi migranti che arrivano sulle coste del Mediterraneo. Sono spariti dal raggio anche delle notizie, confinati spesso dalla stampa in mini trafiletti. 125 migranti sono arrivati a Santa Maria di Leuca 2 giorni fa, e anche i giornali pugliesi li hanno confinati in un trafiletto.

Ci sarebbe da esserne perfino contenti perchè non viene alimentata la canea razzista e antimmigrazione, e il maiale leghista tornato al governo non ha potuto riprendere a farne oggetto della sua odiosa campagna elettorale permanente.

Ma da parte proletaria questo silenzio uccide e va rotto. 

I migranti nel nostro paese sono la parte più colpita delle masse a fronte della crisi e pandemia,

nonostante restino una parte in prima linea e determinante della situazione. 

Sono operai migranti quelli della logistica, che non si sono fermati mai, che in condizione di supersfruttamento e mancanza di diritti garantiscono il pieno funzionamento dei centri commerciali e delle catene alimentari, e ne vengono ripagati non solo con bassi salari e supersfruttamento ma anche con la repressione razzista e ostentata quando lottano e si ribellano, come accade anche in queste ore alla Fedex-Tnt di Piacenza.

Sono lavoratori e lavoratrici migranti tenuti in cooperative che assolvono ai lavori di pulizia nei grandi ospedali, nelle strutture di servizi, nella ristorazione, in appalti al massimo ribasso e al massimo sfruttamento e che sembrano fantasmi. Non ne parla nessuno, nessuno li dipinge come "eroi", nessuno ne difende le condizioni, nessuno ne conteggia contagi e morti. 

E qui come sempre la doppia oppressione delle donne diventa tripla oppressione. L'esercito di operaie e lavoratrici di fabbriche e cooperative, le centinaia di migliaia di badanti addette alla cura vengono doppiamente ignorate e trascurate; neanche l'8 marzo, pur così tanto dedicato alle chiacchiere sulla "cura" è riuscito a mettere a fuoco la tremenda condizione di vita, di salari e di diritti delle migranti.

A tutto questo si risponde con promesse di nuove politiche migratorie, di regolarizzazioni parziali, per non dire la favola della "lotta al caporalato". 

Sono 4 milioni questi lavoratori e lavoratrici, il 10,7% degli occupati (e parliamo qui di quelli censiti). Perfino le ipocrite statistiche parlano di una retribuzione di almeno il 35% inferiore al complesso dei lavoratori. Domina il lavoro nero. E Laura Zanfrini, responsabile di 'Economia e Lavoro' di fondazione Ismu, dice che "i lavori cattivi e sottopagati tengono le famiglie straniere sempre in condizioni di povertà a un passo dal divenire endemica... i figli degli immigrati sono molto più esposti al rischio di abbandonare la scuola, il 32,3% contro l'11,3 degli italiani... Neanche l'anzianità della popolazione italiana, il calo massivo della natalità che sembrerebbero condizioni oggettive per la rimozione di questi dati, agisce".

E quindi questo significa solo e semplicemente una impossibilità riformista del capitale imperialista nei confronti della condizione dei migranti. 
Il 10% circa della popolazione sono migranti e il 10% di essi è censita come "irregolari", ma naturalmente è molto di più, e in conseguenza di tutto questo c'è il calo dei permessi di soggiorno. 
E mancano pressochè totalmente dati mirati dei contagi e morti da covid. E che dire della giostra dei vaccini? Quando mai toccherà ai migranti?

La grande catena dell'agro industriale, sempre in funzione, con braccianti sfruttati e nascosti, si appresta con la stagione primaverile/estiva ad avere un bisogno strutturale di una nuova ondata di braccianti migranti e aspetta perfino il suo ingrossamento con nuovi migranti che approdano alle coste. 
Solo in Puglia la Coldiretti si lamenta dicendo che sono a rischio i raccolti e che, al di là di tutte le parole, senza l'esercito dei braccianti stranieri neanche la catena massiva dell'alimentazione e distribuzione necessaria potrà essere garantita.

E' fondamentale su questo non limitarsi alla denuncia, ma agire e rendere consapevole l'intero proletariato del nostro paese che senza l'organizzazione e lo sviluppo della lotta dei migranti, senza la rimozione delle forme più esplicite di doppio sfruttamento, precarietà e delle leggi che le difendono, è la condizione generale delle masse proletarie che peggiorerà, e la stessa pandemia, crisi sanitaria e crisi economiche legate, non hanno soluzioni ma solo aggravamento. 
Non è un problema di piattaforme, anche se esse raccolgono le istanze immediate là dove si riescono ad organizzare, visibilizzarle, a trasformarle in lotte, vertenze, ma è questione di uno dei cuori strategici della lotta di classe e del cambiamento.
I mesi a venire possono essere una grande opportunità. 

pc

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