sabato 13 marzo 2021

pc 13 marzo - Grecia - Lo stato borghese scatena la violenza poliziesca contro un intero quartiere - ma la repressione alimenta la ribellione

da il manifesto

TUTTO COMINCIA LUNEDÌ nel quartiere Nea Smyrni di Atene. Giorno soleggiato, quartiere residenziale, borghesia medio alta, sindaco di destra. Nella piazza centrale famiglie con carrozzine, bambini che giocano, qualche giovanotto passeggia e fuma. All’improvviso piomba sulla piazza una nutrita pattuglia di poliziotti in moto che cominciano a distribuire multe da 300 euro a testa per «violazione delle norme contro la pandemia». Le famiglie protestano, mostrano di tenere le distanze, tutti portano la mascherina, nessun decreto vieta di passeggiare. I poliziotti reagiscono con brutalità. Zittiscono, insultano, bestemmiano e minacciano. Un giovane si avvicina e chiede gentilmente «ma cosa fate?». In risposta viene aggredito, gettato a terra e picchiato in malo modo per parecchi minuti. Alla fine viene ammanettato e portato in questura, accusato di mezzo codice penale.

I POLIZIOTTI non avevano messo in conto però che il pestaggio era stato ripreso e che il video si era già diffuso in rete. Preoccupati, gli ufficiali si sono inventati che la vittima avrebbe tentato di sottrarre la pistola a un agente. Più tardi hanno detto che gli agenti stavano respingendo un presunto assalto di «30

anarchici mascherati». In tarda serata il cerino acceso è passato alla goffa portavoce del governo che ha trasformato gli «anarchici» in «giovani di Syriza che lanciavano foglietti volanti contro la moglie di Mitsotakis». L’ennesima bugia, ovviamente, ma nessuno ha capito quale fosse il reato.

La mattina dopo un deputato di Nuova Democrazia, il partito di governo, ha reso pubblico il nome del pestato e la sua passata militanza in un’organizzazione della sinistra. Così i greci hanno saputo che con Mitsotakis al governo la polizia greca ha ripreso a schedare i cittadini a seconda delle loro opinioni politiche. Proprio come all’epoca dei colonnelli. Un altro segreto nascosto dietro il crescendo di gaffe per giustificare le inammissibili brutalità poliziesche.

Il quartiere di Nea Smyrini ha reagito con indignazione. Subito dopo il pestaggio si è formato spontaneamente un corteo di molte centinaia di abitanti, che ha sfilato tra gli applausi di chi stava al balcone.

LA GRANDE MANIFESTAZIONE però si è tenuta il giorno seguente, quando tutta Atene si è spostata a Nea Smyrni in un corteo con migliaia di partecipanti (6 mila secondo la polizia, 10 mila per gli organizzatori). La polizia ha di nuovo fatto esibizione di forza, ma stavolta la violenza le si è ritorta contro. Il quartiere ha rinchiuso i poliziotti in un cerchio di disapprovazione e di condanna, mentre i più giovani hanno respinto con forza le cariche fino a notte inoltrata, con un poliziotto ferito piuttosto seriamente. Trincerati nella piazza principale gli agenti si sono visti costretti a sfogarsi, di nuovo, contro innocenti passanti oppure con bestemmie e insulti contro tutti, giornalisti compresi.

VEDERE UN QUARTIERE PACIFICO ribellarsi e condannare in massa il comportamento della polizia è stato uno choc per il premier Mitsotakis. Il quale ha ritenuto che fosse una buona idea rivolgere un messaggio ai cittadini. L’ennesimo passo falso: all’ora di cena è apparso sullo schermo un premier pallido, che ha parlato meno di un minuto a bassa voce, esprimendo solidarietà al poliziotto ferito e accusando Syriza di «spargere discordia». Nessun cenno alla brutalità della polizia, nessuna assunzione di responsabilità, nessuna promessa di mettere un freno agli agenti.

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