L'antropologo Remotti: "Sono molto preoccupato da Salvini e dalla sua riproposizione dell'altro come nemico"
"Salvini non ha inventato niente, sta semplicemente riproducendo quello che nella storia e nell’Europa del Novecento in maniera conclamata abbiamo già vissuto, e cioè la formazione di ‘noi’ che vedono ‘l’altro’ come minaccia e su questa contrapposizione basano politiche sempre più aggressive". Così l'antropologo Francesco Remotti, a margine del Corso di Perfezionamento 'Mediazione comunitaria in ambiti sociali complessi' organizzato dall’Università di Genova con la Fondazione San Marcellino, descrive quella che definisce una "deriva identitaria", ovvero "il rischio che chi specula sulla crisi facendo leva sulle insicurezze e sulla precarietà lavorativa ed esistenziale delle persone vada avanti sulla strada dell’identitarismo che segue sempre gli stessi passaggi: parte creando un ‘noi' più o meno artificiale che si rafforza contro il capro espiatorio di turno, procede diffondendo messaggi semplici e spesso falsi, che però ripetuti all’infinito finiscono per sembrare veri, poi si arrocca sulle proprie posizioni e si respinge l’altro, infine si eliminano, anche fisicamente, le persone e le esperienze che contrastano con l’identità che si è voluto creare per avere consenso".
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