mercoledì 14 novembre 2018

pc 14 novembre - SULLA SITUAZIONE INTERNAZIONALE - DA UN INTERVENTO DI PROLETARI COMUNISTI/PCm in un incontro internazionale -

Siamo di fronte ad un assetto multipolare e al fatto che si va delineando uno scontro tra due principali potenze: Usa e Cina. Nello stesso tempo, guardando al potenziale politico-militare e allo stato generale della situazione, non è certo superato il concetto che gli Usa sono la superpotenza rilevante, né è superato che restano per i popoli oppressi dall’imperialismo il nemico principale, così come resta la contraddizione imperialismo/popoli oppressi quella principale.
Quello che diciamo è che i cosiddetti “governi delle nazioni oppresse” sono tutte pedine dell’imperialismo, in questo senso tutto il nostro appoggio e fiducia deve andare alle lotte dei popoli oppressi.
Ugualmente è evidente che la superpotenza Trump ha accentuato i fattori di scontro tra le potenze imperialiste e quindi è un fattore di accelerazione di una possibile guerra mondiale. In questo senso le contraddizioni interimperialiste si sono acutizzate, contraddizioni tra Usa ed Europa e all’interno stesso dell’Europa. In questa contesto multipolare, avviene che le potenze si alleano con nemici e il giorno dopo gli stessi si alleano con i nemici dei nemici.
Questo fa sì che lo scenario non sia di due potenze e due alleanze consolidate che vanno allo scontro. Ma la tendenza di fondo va in questa direzione.
Tendono a riequilibrarsi la tendenza alla guerra e la tendenza alla rivoluzione. La tendenza alla rivoluzione sarebbe predominante se si vedono le turbolenze in ogni parte del mondo, ma le turbolenze non sono la rivoluzione. Deve crescere forte la capacità dei comunisti marxisti-leninisti-maoisti di distinguere le situazioni e analizzarle nel concreto.

L’imperialismo americano con la presidenza Trump ha vinto le elezioni sulla posizione: “prima di tutto l’America”, di stampo isolazionista. Non c’è contraddizione tra nuovo liberismo e
protezionismo. All’interno del primato degli interessi americani il liberalismo va benissimo.

Così l’altro polo, la Cina, difende il mercato mondiale contro l’azione degli Usa ma pratica all’interno un accentuato controllo dello Stato sulle dinamiche dell’economia, così come porta tutto il peso di uno Stato centralizzato, come è quello della Cina, nella penetrazione in diversi paesi e aree del terzo Mondo. Quindi è una semplificazione che vi sarebbe da un lato una potenza protezionista e dall’altra ima potenza neo liberista.
Nello stesso tempo la Russia se non è più una superpotenza mondiale continua ad agire e interviene in tutti i campi dove è possibile, ma c’è uno squilibrio tra potenza militare e potenza economica.

Queste contraddizioni interimperialiste non possono che trovare sbocco in una nuova spartizione del mondo. Come in una tempesta perfetta le forze che agiscono per i loro interessi, alimentano tutte insieme i fattori che portano ad una nuova guerra. Quindi è giusto parlare di tendenza alla guerra, anche se è impossibile ora decifrare esattamente le tendenze che porteranno alla guerra.

Nello stesso tempo importante è il ruolo delle potenze regionali che giocano sempre di più un ruolo in tutta l’area. Questo non coincide con i cosiddetti “Brix”, questo raggruppamento non rappresenta queste nuove potenze regionali. Ma sicuramente l’India e la Turchia stanno svolgendo un ruolo nei rispettivi scenari.
Chi è stato da sempre un alleato degli Usa, come la Turchia, oggi è in rotta di collisione con gli Usa e fa molte sue scelte in alleanza con l’Urss. Come è indubbio che nel ruolo di potenza regionale egemonica, espansionista dell’India prevale l’alleanza con gli Usa.
Pensiamo che ci si stia sempre più avvicinando ad un punto di non ritorno, di salto irreversibile, in cui tutte le potenze imperialiste, qualunque sia il loro linguaggio, in realtà si preparano alla guerra e tutte tendono ad intervenire nei focolai di tensione, che diventano anche guerre per interposta persona tra le potenze imperialiste. Questo comporta che ogni paese imperialista guardi allo stato degli armamenti, all’economia, e alla pace interna.

I governi che più corrispondono a questo stato di cose sono i governi reazionari, fascisti, sia pure in forme differenti dal passato. Questo indipendentemente dalla definizione del tipo di governo e dalla politica prevalente che praticano (liberismo, protezionismo).
Questo non fa che rendono chiaro non solo ai comunisti ma a tutti le verità universali di Marx, Lenin e di Mao. Su questa base i mlm hanno gli strumenti e le concezioni superiori per leggere la realtà e guidarla.
Invece falliscono tutte le teorie che cercano di nascondere la realtà.

In questo contesto possiamo dire che la situazione oggettiva è favorevole? Certo, se pensiamo che nelle precedenti guerre mondiali il proletariato ha fatto dei grandissimi passi in avanti. Certo, se questo significa che l’imperialismo ha un solo futuro da imporre alle masse. Certo se si pensa che l’imperialismo non ha alla fine soluzioni pacifiche a queste contraddizioni.
Ma questo non ci deve portare a semplificazioni, perché la condizione soggettiva dei proletari e popoli del mondo non corrisponde alle necessità storiche di questo contrasto.
Le guerre popolari continuano ad essere non solo l’unico riferimento dei comunisti mlm, ma le uniche guerre che vanno nella direzione giusta. Ma vediamo quante difficoltà vi sono. Il panorama maggioritario nel mondo non è caratterizzate dalle guerre popolari ma dalle lotte e ribellione dei popoli alla cui testa in molta parte del mondo non ci sono i comunisti.
In questo senso la situazione del mondo dal punto di vista soggettivo è negativa, al di là delle lotte che le masse comunque cercano di fare.

Se poi si guarda all’interno dei paesi imperialisti, la vittoria di Trump è anche un dato espressione della situazione negativa nel popolo, anche se lo scontro con Trump riattiva tutto ciò che c’è di progressista, rivoluzionario, antimperialista.
All’interno dei paesi europei assistiamo ad una acutizzazione delle contraddizioni dei paesi europei. Ma la Brexit dimostra che ogni separazione dalla comunità europea non produce opposizione ma produce un ultraimperialismo nazionalista, quindi non aiuta i processi rivoluzionari. Nell’intero gruppo dei paesi dell’Est vanno accentuandosi i caratteri ultrareazionari e neo nazisti.
La crisi dell’immigrazione ha accentuato tutto questo. La disgregazione dell’Europa è un rimedio peggiore del male. Questa disgregazione invece di produrre governi sempre più deboli producono governi sempre più forti.

In Italia sul fronte della lotta di classe torna a presentarsi un problema simile agli anni 30: acutizzazione della lotta di classe e passaggio alla rivoluzione non camminano insieme. E questo è un nostro problema.

Non ci sono imperialismi amici o contraddizioni interimperialiste che in questo momento possono essere giocate a favore del proletariato. Oggi è sempre più vero che il proletariato non ha nazione. Occorre costruire l’autonomia ideologica e combattente delle forze.

Nei focolai di tensione nel mondo le masse combattono tre nemici: l’imperialismo che interviene, i regimi interni tutti reazionari e antipopolari, le forze reazionarie, quali Isis e altre forme di organizzazione dell’integralismo islamico.
In questo campo la via della guerra popolare applicata alle singole realtà non può che avere mille volti, perché nessun paese è uguale agli altri, nessuna situazione è uguale alle altre.

I proletari dei paesi imperialisti devono dare il proprio sostegno a tutto ciò che si muove contro l’imperialismo, in particolare contro il proprio imperialismo.
E’ il caso dell’Italia, il nostro Partito a fine estate ha sottoscritto un comunicato congiunto con  i comunisti maosti tunisini, in cui il nemico principale è individuato nell’imperialismo italiano. Questo comunicato sta agendo nelle realtà dei rispettivi paesi per un’azione comune.
Nello stesso modo noi siamo impegnati a contrastare ogni intervento del nostro imperialismo in Libia, dove tutte le forze imperialiste stanno o si preparano ad intervenire e dove si prepara uno scenario tipo Siria.

Per concludere noi dobbiamo combattere le visioni stereotipate, legandoci agli insegnamenti di Marx, Lenin, Mao: trasformare la guerra imperialista in guerra civile rivoluzionaria per il socialismo, solo la rivoluzione può impedire la guerra o la guerra sarà il terreno della rivoluzione.

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