La dichiarazione di GIAbdallah nella
prigione francese di
Lannemezan in occasione della manifestazione del 20 ottobre
Care/i
compagne/i, amiche/amici,
All’alba
di questo 35° anno di detenzione, sicuramente voi non ignorate quale forza e
quale entusiasmo la vostra manifestazione odierna mi arrechi qui in questi
luoghi sinistri. Compagni, devo dirvi che la vostra presenza in questi momenti
di fronte queste abominevoli mura raggiunge pure la maggioranza dei detenuti con
me confortandoli. Vedete, ecco come l’ambiente, tutto l’ambiente cambia in
questi luoghi tragici quando l’eco della vita attiva viene a ripercuotersi sulla
piattezza anonima della mortifera quotidianità carceraria … Così, vicino alle
nostre celle l’eco della vostra presenza suscita molta emozione e tanto
animazione quanto discussioni varie …
Come
vedete, Compagni, aldilà di questi fili spinati e queste torrette che ci
separano fisicamente,
eccoci ancora insieme, risolutamente ritti in piedi davanti a questo nuovo anno di prigionia che s’annuncia pure ricco di lotte e speranze.
eccoci ancora insieme, risolutamente ritti in piedi davanti a questo nuovo anno di prigionia che s’annuncia pure ricco di lotte e speranze.
Sappiate,
non è proprio così facile affrontare quotidianamente anni, lunghissimi anni
dietro queste abominevoli mura, è umanamente quasi insostenibile. Nondimeno,
compagni, grazie alla fermezza del vostro impegno qui persiste la stessa
emozione e soprattutto la stessa determinazione in sintonia con la vostra
mobilitazione solidale.
Certamente,
Compagni, se ci si regge in tutto questo lungo percorso nelle condizioni
detentive come le nostre è anche, occorre sottolinearlo, grazie a queste varie
iniziative di solidarietà che avete saputo sviluppare un po’ dovunque nel corso
di questi anni.
Compagni,
è inimmaginabile prevedere di riuscire a fronteggiare per anni la politica
d’annientamento inflitta ai rivoluzionari prigionieri, senza la mobilitazione
solidale sviluppata soprattutto nell’ambito della lotta anticapitalista /
antimperialista. Esattamente a partire da lì si può e
si deve dare il sostegno più significativo ai nostri compagni detenuti e
rafforzarne quindi la resistenza. Sempre insieme nella diversità della
solidarietà espressa si può e si deve far avanzare la mobilitazione, assumendo
sempre più il terreno della lotta effettivamente in atto. Per certo è
sulla base della dinamica globale della lotta attuale che ogni iniziativa
solidale permette ai compagni prigionieri di trascendere le proprie condizioni
detentive e far parte realmente del movimento come rivoluzionari operanti nelle
condizioni speciali che siano le loro.
Ciò
detto, Compagni, noi tutti dovremmo ricordarci di questi tempi, denunciare la
politica d’annientamento imposta ai rivoluzionari prigionieri, smascherare
“l’accanimento giudiziario” e, tutto quanto che somiglia piuttosto a una
“vendetta di Stato”, non avrà efficacia rispetto alla liberazione dei
nostri compagni nella misura in cui non si riesca a far rientrare questo
approccio nel processo globale della lotta presente, in vista di un cambiamento
di rapporti di forze. È sempre in funzione di tale approccio che si può misurare
l’efficacia di questa o quella pratica.
Compagni,
non occorre essere degli esperti per constatare gli aspetti di questa crisi che
scuote le fondamenta del sistema e non smette di aggravarsi, precipitando nella
miseria milioni di uomini e donne.
Da
un Paese all’altro le misure preconizzate al servizio del capitale sono
pressoché sempre identiche. Far subire alle masse popolari i costi del
mantenimento del loro sistema di sfruttamento moribondo.
Dobbiamo
constatare, Compagni, che queste misure non fanno che ampliare l’entità dei
disastri e accentuare ancor più la dinamica della crisi.
Occorre
constatare, Compagni, che le contraddizioni interimperialiste cominciano a
strutturare sempre più i rapporti internazionali e ad essere al centro della
scena mondiale. Nessuno dovrebbe ignorare che la tendenza alla guerra è sempre
alimentata dalla dinamica propria del capitalismo; è per così dire nel codice
genetico del capitale.
Va
constatato, Compagni, che la peste bruna si manifesta fragorosamente e senza
trucchi, s’organizza un po’ dappertutto in Europa e riesce perfino a imporsi
come principale forza politica in alcuni Paesi.
Nessuno
dovrebbe ignorare che il convergere delle lotte è senz’altro indispensabile per
procedere nella costruzione dell’alternativa rivoluzionaria
appropriata.
Il
blocco storico dei lavoratori si costruisce e struttura nella dinamica globale
della lotta in tutte le sue componenti. Solo attraverso questa dinamica globale
la lotta di classe rende evidenti le potenzialità politiche del movimento
attuale, spingendo le masse proletarie ad appropriarsi della loro espressione
politica cosciente. Impadronendosi dell’espressione politica cosciente dei loro
interessi di classe, le masse proletarie si riscoprono come soggetti della loro
storia e della storia in generale. Solo nel procedere dell’azione comune i vari
esponenti della lotta rivoluzionaria qui e altrove
nel mondo riescono a costruire l’alternativa adeguata e a porre un
termine all’agonia del capitalismo moribondo nella sua fase avanzata di
putrefazione … cioè l’agonia del capitalismo realmente esistente.
Insieme
e solamente insieme i proletari e le diverse componenti delle masse popolari di
questo Paese possono arginare e scongiurare l’ascesa di ogni processo potenziale
di fascistizzazione in corso.
Incoraggiamo sempre
più, Compagni, i diversi processi di convergenza delle lotte sia a livello
locale che regionale e ancor più fortemente a livello internazionale.
La
borghesia araba in maggioranza ha scelto il suo campo senza trucchi. La
Palestina giornalmente ci impartisce lezioni d’abnegazione e coraggio di portata
eccezionale. Più che mai le masse popolari palestinesi, malgrado i tradimenti
della borghesia, assumono il loro ruolo di vero garante della difesa degli
interessi del popolo.
Certo,
ci sono critiche legittime e ce ne saranno sempre. Solo che, di fronte
all’occupazione e la barbarie dell’occupante, la prima risposta legittima da
dare prima di ogni altra cosa è la solidarietà, tutte la solidarietà a quelle e
quelli che con il loro sangue affrontano la soldataglia
dell’occupazione.
Le
condizioni detentive imposte nelle prigioni sioniste non cessano di peggiorare
di giorno in giorno. E come saprete, Compagni, per farvi fronte la solidarietà
internazionale si rivela un’arma indispensabile …
Naturalmente
le masse popolari palestinesi e le loro avanguardie rivoluzionarie possono
sempre contare sulla vostra mobilitazione e la vostra attiva solidarietà. È
un’ottima occasione per dire ai criminali sionisti che il popolo palestinese non
è solo.
Che
mille iniziative solidali fioriscano in favore della Palestina e della sua
efficace Resistenza!
La
solidarietà, tutta la solidarietà a chi resiste nelle carceri sioniste e nelle
celle d’isolamento in Marocco, Turchia, Grecia, nelle Filippine e altrove nel
mondo!
La
solidarietà, tutta la solidarietà ai giovani proletari dei quartieri
popolari!
La
solidarietà, tutta la solidarietà verso il popolo kazako!
Onore
ai martiri e alle masse popolari in lotta!
Contro
l’imperialismo e i suoi cani da guardia sionisti e altri reazionari
arabi!
Il
capitalismo è solo barbarie, onore a quelli e quelle che si oppongono nella
diversità dello loro espressioni!
Insieme,
Compagni, e solo insieme vinceremo!
Compagni
e amiche/i, a voi tutti i miei più calorosi saluti rivoluzionari.
Il
vostro compagno Georges Abdallah
traduzione a cura di Sri
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