Segue reportage fotografico e messaggio di solidarietà dallo Slai Cobas sc. Commercio L'Aquila.
Il licenziamento collettivo di 90 lavoratori, così come i licenziamenti politici di altri 11 nei
magazzini Kamila di Brignano non sono altro che epurazioni padronali messe in piedi dalle
cooperative della logistica verso i lavoratori sindacalizzati e più attivi nelle lotte per i diritti.
Con la scusa del cambio appalto si vogliono sostituire operai che da 10 anni lavorano nel magazzino, con altri più ricattabili e compatibili con il sistema di sfruttamento delle cooperative, a tutto vantaggio dei profitti delle società che lo gestiscono, prima tra tutte il network di supermercati Agorà.
Il reclutamento continuo di manodopera a basso costo da parte della committente Kamila, tramite il consorzio Cisa, dimostra che il lavoro c'è e continua, ma con personale disposto a lavorare il doppio per guadagnare la metà, con zero diritti e in condizioni di maggiore insicurezza.
Come lavoratrici della grande distribuzione, siamo forse l'ultimo anello di questo sistema di sfruttamento: dalle nostre mani passano il sudore, il sangue e l'ingiustizia sociale di cui questo sistema si nutre per fronteggiare la crisi da esso stesso prodotta.
Esprimiamo pertanto pieno sostegno e solidarietà alla lotta dei lavoratori licenziati e alle loro famiglie e chiediamo di fare altrettanto alle lavoratrici e ai lavoratori della catena dei supermercati che si servono da tale committente.
La solidarietà, la lotta e l'unità di classe sono la nostra arma!
Da vincere abbiamo tutto, da perdere solo briciole e schiavitù!
Con la scusa del cambio appalto si vogliono sostituire operai che da 10 anni lavorano nel magazzino, con altri più ricattabili e compatibili con il sistema di sfruttamento delle cooperative, a tutto vantaggio dei profitti delle società che lo gestiscono, prima tra tutte il network di supermercati Agorà.
Il reclutamento continuo di manodopera a basso costo da parte della committente Kamila, tramite il consorzio Cisa, dimostra che il lavoro c'è e continua, ma con personale disposto a lavorare il doppio per guadagnare la metà, con zero diritti e in condizioni di maggiore insicurezza.
Come lavoratrici della grande distribuzione, siamo forse l'ultimo anello di questo sistema di sfruttamento: dalle nostre mani passano il sudore, il sangue e l'ingiustizia sociale di cui questo sistema si nutre per fronteggiare la crisi da esso stesso prodotta.
Esprimiamo pertanto pieno sostegno e solidarietà alla lotta dei lavoratori licenziati e alle loro famiglie e chiediamo di fare altrettanto alle lavoratrici e ai lavoratori della catena dei supermercati che si servono da tale committente.
La solidarietà, la lotta e l'unità di classe sono la nostra arma!
Da vincere abbiamo tutto, da perdere solo briciole e schiavitù!
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