lunedì 10 luglio 2017

pc 10 luglio - G8 2001 Genova stangate tardive... Ma nulla può ripagare quella che è stata l'azione dello Stato borghese

G8, stangata da mezzo milione al ministero dell’Interno


Genova - All’indomani dell’approvazione del nuovo reato di tortura, a sedici anni dal G8, sul governo italiano si è abbattuta una nuova tegola: il tribunale civile di Genova ha condannato il ministero dell’Interno a risarcire oltre mezzo milione di euro a sette manifestanti massacrati alla scuola Diaz, la sera del 21 luglio 2001.
Le vittime - Nicole Anne Doherty, Sara Bartesaghi Gallo, Daniel McQuillan, Jojathan Norman Blair, Samuel Buchanan, e Matteo Bertola (assistiti dall’avvocato Dario Rossi) - furono sorpresi all’interno dell’istituto, mentre dormivano, dal blitz della polizia, avvenuto a vertice finito. Furono picchiati a sangue e poi arrestati illegalmente. «Una macelleria messicana», per dirla con le parole
di Michelangelo Fournier, uno dei funzionari di polizia che partecipò all’operazione. Fatti per cui la Corte europea dei diritti umani ha sanzionato l’Italia, che in tutti questi anni non era ancora riuscita a dotarsi di una legge che punisse la tortura e i trattamenti inumani e degradanti. Il paradosso è che, secondo i critici della legge appena varata (tra cui ci sono alcuni magistrati che si sono occupati delle vicende del G8, come il pm Enrico Zucca e il giudice Roberto Settembre, e Area, la corrente di magistratura di area centrosinistra) la norma strutturata in questo modo - un reato generico che non riguarda specificamente le forze dell’ordine, che punisce la tortura solo se gli atti sono ripetuti e le lesioni psicologiche dimostrabili - difficilmente potrebbe essere applicata a un caso come la Diaz, per cui Strasburgo ha condannato l’Italia.
La sentenza del giudice civile Daniele Canepa riconosce a vario titolo ai manifestanti i danni fisici, biologici, esistenziali, e la «lesione di diritti costituzionalmente garantiti, la gratuità dei gesti di violenza da parte di coloro che dovevano essere i tutori dell’ordine, la contemporanea perpetrata violenza su tanti soggetti inermi all’interno di un medesimo edificio, per cui il singolo assisteva anche agli atti di violenza che subivano tutte le persone che si trovavano all’interno della scuola». Per le violenze all’interno della scuola Diaz e i successivi depistaggi - tra cui la falsificazione dei verbali e l’invenzione di due bottiglie molotov sequestrate ai manifestanti - sono stati condannati alcuni dei funzionari più importanti della polizia, tra cui Francesco Gratteri, ex numero tre della polizia italiana, Giovanni Luperi, ex dirigente dell’Ucigos e capo analista dei servizi segreti, e Gilberto Caldarozzi, ex comandante dello Sco, il corrispettivo del Fbi italiano.

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