Roma. Tor Bella Monaca sbarra la strada ai fascisti.
Non c’è stata
neanche questa volta la marcetta dei fascisti di Forza Nuova per “la
casa agli italiani” a Tor Bella Monaca. Ma tra il presidio popolare e
antifascista in via dell’Archeologia e i fascisti ci sono stati alcuni
minuti di scontri con sassi, bottigliate e quanto si è riusciti a
trovare per strada, sedati dalla polizia che si è frapposta in mezzo. La
tensione si è spenta solo verso le 21.30 quando le donne del quartiere
hanno in qualche
modo “decretato” che era ora di finirla.
L’arrivo del leaderino fascista Castellino ha immediato acceso la miccia e ben presto i partecipanti al presidio antifascista e i fascisti hanno cercato di arrivare alla redde rationem. La polizia si è messa in mezzo ed ha diviso i due gruppi.
modo “decretato” che era ora di finirla.
L’arrivo del leaderino fascista Castellino ha immediato acceso la miccia e ben presto i partecipanti al presidio antifascista e i fascisti hanno cercato di arrivare alla redde rationem. La polizia si è messa in mezzo ed ha diviso i due gruppi.
Da quel momento e fino
alle 21.30 c’è stato un lungo e teso fronteggiamento sui due lati della
strada. Quello che è emerso chiaramente – e volendo anche
fotograficamente – è la connessione tra i fascisti e il giro dello
spaccio di droga nel quartiere. Una ipotesi più volte evocata ma che a
questo punto è ampiamente verificabile, ed è proprio questo uno dei
punti di debolezza del tentativo dei fascisti di Forza Nuova di provare a
entrare a Tor Bella Monaca. Se il loro ambito di riferimento per la
“casa agli italiani” è evidente che il quartiere non possa che
ripudiarli. Lo si capiva fin troppo chiaramente dai commenti della gente
di Torbella
Questo nesso tra
fascisti e spaccio di droga va sottolineato con la dovuta attenzione.
Del resto il capetto dei fascisti, Castellino, ha avuto il privilegio di
essere stato arrestato a gennaio del 2015 con un etto di cocaina.
Per chiunque altro sarebbe stata gettata la chiave della cella, lui se
l’è cavata con una assoluzione per “uso personale”. Una decisione
piuttosto anomala visto il trattamento riservato a tutte le altre
persone fermate con quantitativi anche assai inferiori.
Ma anche un altro fascista di primo piano, Emanuele Macchi di Cellere, era stato arrestato nel 2012
con 160 chili di cocaina in macchina, ma poi – anche qui stranamente
vista la quantità della droga – gli erano stati concessi gli arresti
domiciliari dai quali era ovviamente fuggito per essere poi riarrestato
in Francia nel 2014.
Ma quella che era solo
una denuncia, a Tor Bella Monaca è diventata una conferma. Nascono da
qui due problemi ai quali mettere mano.
Da un lato i fascisti
usano le loro relazioni indecenti con la malavita per provare a
radicarsi nei quartieri. L’unico elemento “unificante” sul quale
insistono per raggiungere questo obiettivo è il razzismo e la caccia
agli stranieri. Usano strumentalmente il disagio sociale – sulla
questione abitativa o i servizi sociali – come cortina di fumo.
Dall’altro sono almeno
un paio d’anni che nella relazione annuale dei servizi di sicurezza si
sottolinea come la “competizione” tra i gruppi fascisti e la sinistra è
destinata ad aumentare proprio sulla questione sociale e nei quartieri.
federico ruocco contropiano
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