Da quando la riforma renziana della scuola
ha istituito la famigerata alternanza scuola-lavoro, si sono moltiplicate le
cronache che raccontano quanto questa non sia altro che l’ennesima ottima scusa
per fornire manodopera a costo zero alle imprese italiane, felici di avere un
modo per abbassare
ulteriormente il costo del lavoro. Una riforma, insomma, perfettamente in linea con gli assetti attuali del capitalismo straccione all’italiana. Giusto qualche giorno fa un articolo della “Stampa” riportava il caso della Sardegna, dove durante la stagione turistica alberghi e ristoranti invece di assumere lavoratori con normali forme contrattuali stanno utilizzando centinaia di studenti in stage nell’ambito dello schema dell’alternanza, che ricevono in cambio un minimo rimborso spese. Emblematico il commento di uno dei ragazzi coinvolti (il corsivo è nostro): “Ogni giorno superiamo il numero delle ore previste (…) Non possiamo rifiutarci, speriamo di essere richiamati anche l’anno prossimo. Saremo già diplomati, magari ci assumeranno e ci daranno uno stipendio”. Un’inchiesta dell’Unione degli Studenti, che aveva coinvolto 15.000 partecipanti all’alternanza scuola lavoro, ha rivelato che il 57 per cento degli studenti ha frequentato percorsi non inerenti al proprio percorso di studi, mentre il 40 per cento avrebbe addirittura pagato per accedere alla propria esperienza in azienda. Un vero e proprio capolavoro in azienda: pagare per lavorare gratis!
ulteriormente il costo del lavoro. Una riforma, insomma, perfettamente in linea con gli assetti attuali del capitalismo straccione all’italiana. Giusto qualche giorno fa un articolo della “Stampa” riportava il caso della Sardegna, dove durante la stagione turistica alberghi e ristoranti invece di assumere lavoratori con normali forme contrattuali stanno utilizzando centinaia di studenti in stage nell’ambito dello schema dell’alternanza, che ricevono in cambio un minimo rimborso spese. Emblematico il commento di uno dei ragazzi coinvolti (il corsivo è nostro): “Ogni giorno superiamo il numero delle ore previste (…) Non possiamo rifiutarci, speriamo di essere richiamati anche l’anno prossimo. Saremo già diplomati, magari ci assumeranno e ci daranno uno stipendio”. Un’inchiesta dell’Unione degli Studenti, che aveva coinvolto 15.000 partecipanti all’alternanza scuola lavoro, ha rivelato che il 57 per cento degli studenti ha frequentato percorsi non inerenti al proprio percorso di studi, mentre il 40 per cento avrebbe addirittura pagato per accedere alla propria esperienza in azienda. Un vero e proprio capolavoro in azienda: pagare per lavorare gratis!
Ma una notizia particolarmente
interessante arriva poi dall’Emilia Romagna, dove l’Ufficio Scolastico
Regionale e il locale Comando Militare dell’Esercito hanno siglato un protocollo d’intesa per la realizzazione di
attività di Alternanza Scuola lavoro. L’iniziativa, rivolta ad iscritti degli
istituti-tecnici ad indirizzo economico e dei licei, prevede che gli studenti
in alternanza lavorino presso l’Ufficio Documentale dell’Esercito, gestendo
pratiche di archivio e aggiornando database. Poca cosa insomma, ma in questi
tempi di austerità in casa, guerra alle porte dell’Europa e militarizzazione
dei territori e delle città l’iniziativa ha un certo valore simbolico. Ironia
della sorte, per presentare domanda di interesse le istituzioni scolastiche
dovranno compilare un modulo online sul portale dell’Ufficio Scolastico
Regionale dal nome evocativo: check point…
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