lunedì 10 luglio 2017

pc 10 luglio - MIGRANTI - NOTE: MIGRANTI "ECONOMICI" - CONTRADDIZIONI CAPITALISTI/GOVERNO - IL GRANDE BUSINESS DELL'AFRICA

1) La divisione tra migranti provenienti dai paesi dove è in corso la guerra e i migranti cosiddetti "economici" pone non solo una discriminazione da denunciare, rigettare, ma fonda su un oscuramento cosciente della realtà dei tanti paesi da cui partono i migranti. La maggioranza dei migranti che affrontano viaggi infernali, spesso dopo mesi in campi di concentramento della Libia, sottoposti a torture, violenze di ogni genere anche ai bambini, stupri per le donne, scappano da una situazione di morte per fame, miseria, malattie. Scrive l'Espresso nel numero del 9.7.17: "Cosa vuol dire concretamente la parola “siccità” nel Corno d'Africa e nei paesi subsahariani: nei campi non cresce più nulla (nemmeno la resistente farina di teff) e le uniche altre forme di sostentamento – tipicamente le capre o più raramente le vacche- non trovano pozze pulite alla quali abbeverarsi, quindi nel giro di qualche giorno muoiono. Questo significa malnutrizione e fame per tutta la famiglia, malattie (colera e altre patologie gastrointestinali) e quindi spesso morte. La siccità iniziata sei mesi fa colpisce circa 20 milioni di persone tra Etiopia, Somalia, Sud Sudan, Ciad, Camerun, Nifer, Nigeria e altri paesi africani. Secondo le Nazioni Unite siamo di fronte alla peggiore crisi alimentare dal 1945; per save the children oltre 20 mila bambini rischiano di morire nel prossimi mesi soltanto nel Corno d'Africa. Tutto questo è un “migrante economico”.
E che questa situazione di crisi alimentare sia causata dalla rapina, distruzione delle risorse naturali dell'imperialismo vi sono migliaia di dati, fatti a dimostrarlo. 
Quindi, dire che i migranti "economici" devono essere rimandati ai loro paesi d'origine è dire che la maggioranza dei migranti deve essere condannata a morte per fame e malattie. Nè interventi di sostegno economico in quei paesi più volte dichiarato dai governi o è all'interno della realizzazione di ulteriore rapina di materie prime, di superprofitti dell'imperialismo fatto sul supersfruttamento dei popoli o non c'è. 

2) In questi giorni su alcuni giornali sono riprese alcune posizioni di allarme di padrini, grandi e piccoli, che non sono poi così d'accordo con le misure di blocco, espulsione in massa dei
migranti che intende fare Minniti/governo. 'Così ci togliete operai (da supersfruttare), come facciamo?'
Si tratta di un contrasto sul piano immediato effettivo.Tante aziende del nord campano sul lavoro dei migranti nelle fabbriche, nei tantissimi magazzini della logistica, così come nel centro Italia sono tanti i migranti che lavorano nei servizi, nell'edilizia, per non parlare delle braccia ormai indispensabili per i padroni, i caporali nei lavori nelle campagne del sud, ecc. 
La presenza dei migranti per il capitale è parte indispensabile dell'intensificazione dello sfruttamento da un lato, per avere manodopera sempre disponibile a lavorare a poco prezzo, da schiavizzare senza troppi problemi; dall'altro per la pressione che esercitano sui lavoratori occupati, utile per poter abbassare il salario, e come parte della sovrappopolazione in funzione dell'accumulazione capitalistica nella fase dell'imperialismo (COME VIENE SPIEGATO IN ALTRO ARTICOLO, DOVE VENGONO RIPORTATI STRALCI DI UN ARTICOLO DI GIUSEPPE DI MARCO).

Si può dire che le prime legislazioni dei governi italiani (vedi il testo Unico turco-Napolitano) erano più in sintonia con queste esigenze del padronato; così come le parole del papa "il meticciato è inevitabile e va anzi favorito dall'Europa. Ringiovanisce la nostra popolazione, favorisce l'integrazione delle razze, delle religioni, della cultura. La popolazione europea sta, in quasi tutti i Paesi, diminuendo e invecchiando. L'accoglienza dei migranti è dunque per Francesco un fatto positivo, destinato a cementare una sostanziale amicizia tra i tre continenti che la geografia pone a confronto tra loro: l'Asia, l'Africa e l'Europa" (Scalfari su Repubblica).
Mentre le normative e i regolamenti successivi rispondono soprattutto ad una situazione più convulsa, nonché ad esigenze politiche. Il controllo è saltato e ora occorre rimandare indietro. I grossi flussi di questi ultimi anni hanno portato successive a leggi, regolamenti, fino all'ultimo decreto Minniti che hanno messo al centro le restrizioni, misure repressive, di respingimento, blocco dei migranti, anche come arma di pressione verso la Ue. 
Ma questo, in un certo senso, è per riportare la situazione dell'arrivo dei migranti alla “normalità”, per le esigenze del sistema del capitale. Il capitale vuole gli immigrati, e certo vuole governare l'immigrazione secondo i suoi bisogni, ma i governi non devono eccedere...

Dal punto di vista degli interessi di classe, strategici, i proletari devono volere che vengano i migranti nei nostri paesi, perchè questo non fa che rafforzare l'esercito e la forza dei proletari contro il capitale.

3) L'azione e l'attenzione dell'Italia, ma anche dell'Europa, Cina, ecc. verso l'Africa, è espressione della coscienza del grande bussiness imperialista che questo grande continente offre.  
Un editoriale di Scalfari su Repubblica spiega questo: "è molto interessante l'Africa, con 30 milioni e 370 chilometri quadrati e una popolazione di un miliardo e 216 milioni di abitanti. L'invecchiamento è molto scarso e la crescita demografica molto elevata.... Ha ragione Marco Minniti quando dice che il vero problema dell'Europa in genere e delle nazioni europee che si affacciano sul Mediterraneo è quello di fronteggiare l'Africa. In che modo?... Il nostro ministro dell'Interno Marco Minniti, è molto consapevole del problema delle emigrazioni dai Paesi dell'Africa occidentale.... La loro fortuna sarebbe quella di organizzare un sistema di accoglienza europea, o al momento solo italiano, direttamente in quei territori".
Ma di chi sarebbe veramente la fortuna? "Bisognerebbe trattare con quei governi, assumersi la responsabilità effettuando in quei Paesi una serie di investimenti adeguati e richiesti da quei governi. Gli investitori sarebbero anzitutto italiani e/o europei e/o americani. I lavoratori, adeguatamente retribuiti (?!), sarebbero anzitutto immigrati riportati nei Paesi d'origine e poi utilizzati dai Paesi in questione... La tesi del nostro ministro dell'Interno è che l'Africa è un continente destinato a crescere più velocemente degli altri e se la crescita avverrà anche sul suo territorio potrà addirittura mettere in moto un movimento alla rovescia: molte ditte e tecnici europei si dislocheranno in Africa per aiutarla a crescere più velocemente e a imparare a costruire nuove imprese e nuove iniziative"
E' chiaro però che insieme a investimenti, ci vuole la repressione. Sempre nella storia l'imperialismo si è fatto precedere e/o seguire dalle armi e dagli eserciti per tutelare i suoi profitti.
Per questo l'articolo aggiunge: "Ci dovrebbe anche essere un contingente militare italiano di 200 o 300 effettivi, che dovrebbero sorvegliare e garantire che gli investimenti in corso siano adeguatamente protetti".

Ma si può dire che le correnti migratorie il capitalismo le produce, il capitalismo le risolve. L'Africa sta lì per diventare un nuovo campo sterminato di accumulazione del capitale e di mercato per le sue merci. Sarà lo stesso imperialismo a creare una nuova classe di proletari in Africa, a creare i suoi nuovi becchini... 

MC

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